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I Film sul tema del lavoro da vedere
In occasione del 1 Maggio abbiamo scelto una serie di titoli significativi selezionati per aree tematiche sul tema del lavoro
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1 settimana fail
Scritto da
Raffaella Guiducci
Le tematiche attinenti il mondo del lavoro sono spesso al centro del dibattito cinematografico. Differisce certamente l’approccio. Da quello di denuncia e di inchiesta sociale che caratterizza, fortemente, tutta la filmografia del britannico Ken Loach, a quello più dissacrante e grottesco che si rinviene in pellicole come Full Monty o nella trilogia italiana di Smetto quando voglio, l’epopea dei ricercatori universitari che si trasformano in produttori e spacciatori di droga per uscire dall’indigenza. D’altronde, il tema del lavoro, o del non lavoro che dir si voglia, riguarda tutti e il cinema l’ha abbondantemente sviscerato, evidenziandone le diverse sfaccettature a seconda delle epoche e di contesti sociali e culturali.
In occasione dell‘1 Maggio, vi presentiamo una serie di film assolutamente da vedere sul mondo del lavoro.
Il Cinema della fabbrica: produttività, alienazione e contestazione
Con grande intensità il cinema ha prodotto pellicole altamente rappresentative della condizione dell’uomo addetto alla macchina. Il senso di alienazione spersonalizzante che comporta l’applicazione alle catene di montaggio vede l’apice in due classici intramontabili, quali Tempi Moderni e La Classe operaia va in Paradiso. Ampia e di qualità la letteratura cinematografica, soprattutto europea, sul tema del proletariato e delle lotte in fabbrica dagli ’70 ad oggi.
Charlie Chaplin in “Tempi moderni”: il film simbolo della critica al lavoro industriale
Il film narra le vicende dell’operaio Charlot. La sua mansione è quella di stringere i bulloni della catena di montaggio. I gesti ripetitivi, i ritmi disumani e alienanti generano nel protagonista ossessioni e allucinazioni, che raggiungono il culmine quando il malcapitato viene addirittura privato della pausa pranzo e utilizzato come cavia per sperimentare la macchina automatica da alimentazione, che dovrebbe consentire di mangiare evitando interruzioni. Seguono una serie di scenari e situazioni, attraverso cui Chaplin tratta il rapporto affascinante e controverso fra uomo e progresso, raccontando il lato oscuro del capitalismo, la povertà, lo sfruttamento e la disoccupazione

Una delle iconiche scene di “Tempi Moderni”
Anno 1936
Regia: Charlie Chaplin
Cast: Charli Chaplin, Paulette Goddard
Nazionalità: USA
“La classe operaia va in paradiso”: il film capolavoro di Elio Petri sul lavoro e la protesta operaia

La classe operaia va in paradiso – L’alienazione della lotta di classe
Il capolavoro di Elio Petri, è considerato il film italiano più significativo sulla condizione operaia.
Un immenso Gian Maria Volonté interpreta Ludovico Massa, detto Lulù, operaio in una fabbrica metalmeccanica, che si distingue per concentrazione, velocità e produttività nell’uso del macchinario al quale è applicato. Lavora strenuamente, annientando la propria personalità nella catena produttiva e appare insensibile alle proteste dei colleghi volte a migliorare la condizione dei lavoratori. La sua abnegazione ed il suo rendimento lo rendono benvoluto dal padrone, che impone i sorprendenti ritmi produttivi di Lulù agli altri operai. In tale contesto il protagonista appare sempre più alienato e infelice. Stremato dai ritmi di lavoro massacranti, egli diventa incapace di trovare soddisfazione nei beni di consumo che si può permettere lavorando e non trova neanche più le forze per i rapporti con la sua donna. Lulù rappresenta appieno il concetto “produci, consuma, crepa”, un gorgo in cui viene risucchiato drammaticamente.
Anno 1971
Regia: Elio Petri
Cast: Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Salvo Randone, Gino Pernice, Luigi Diberti
Nazionalità: Italia
Leggi la Recensione di La Classe operaia va in paradiso
“Crepa padrone, tutto va bene”: il film politico di Godard

Un momento del film da vedere
Susan, una giornalista americana il cui interesse è rivolto alla sinistra extraparlamentare, e suo marito Jacques, un regista della “nouvelle vague” ripiegato sui film pubblicitari, si trovano coinvolti nello “sciopero selvaggio” che blocca una fabbrica di salumi. Sequestrati per cinque giorni insieme al direttore in una stanza dell’opificio, essi ascoltano, dalla bocca degli operai, la descrizione della loro condizione in fabbrica, ricevendone una salutare lezione. Da allora cambierà il loro modo di vivere il matrimonio, ma anche l’intero loro modo di esistere.
Anno 1972
Regia: Jean Luc Godard e Jean Pierre Gorin
Cast: Jane Fonda, Vittorio Caprioli, Cyrille Spiga, Eric Chartier, Elisabeth Chauvin, Yves Gabrielli, Pierre Oudry, Jean Pignol
Nazionalità: Francia
Il film é sulla piattaforma MUBI
“Risorse umane”: il thriller che affronta i lati nascosti del lavoro

Risorse umane – Film (1999) – MYmovies.it
Un neolaureato in economia aziendale visita, nell’ambito di uno stage nel reparto delle risorse umane, la fabbrica dove lavora suo padre da trentacinque anni. Si scontrano due età e due culture. Il ragazzo scopre che la fabbrica non è davvero quella che si studia all’università. Frank, inizialmente, crede di poter conciliare gli interessi di capitale e lavoro con una gestione equilibrata della legge sulle 35 ore settimanali. Quando scopre che l’azienda lo sta usando per attuare una ristrutturazione della fabbrica e la conseguente riduzione del personale, si schiera con i lavoratori e i sindacati che entrano in sciopero.
Anno: 1999
Regia: Laurent Cantent
Cast: Jalil Lespert, Jean Claude Vallod, Chantal Barrè
Nazionalità:Francia
1° Maggio e lavoro agricolo: caporalato, sfruttamento e la denuncia del cinema
Le condizioni di povertà e di sfruttamento del popolo contadino, sono state fonte di ispirazione di diversi film di denuncia. Un fenomeno, raccontato recentemente nella cinematografia italiana, è quello del caporalato che indica lo sfruttamento illegale dei lavoratori, spesso migranti di origine straniera, esercitato dai cosiddetti “caporali”, intermediari che reclutano e organizzano, per conto degli imprenditori al soldo delle agromafie, mano d’opera agricola, con paghe da fame e orari estenuanti. Un fenomeno sempre più diffuso trattato con pellicole di nicchia, ma molto valide.
D’altro canto anche la scelta di investire onestamente nel lavoro agricolo e e nella pastorizia può implicare non poche difficoltà sia di carattere oggettivo (territori ostici, problemi legati ai cambiamenti climatici) che soggettivo (disponibilità al sacrificio, capacità di adattamento a situazioni di crisi e quant’altro) che conducono più spesso a virare verso decisioni di carattere lavorativo di altra natura. Anche in tal caso il mondo del cinema aiuta a comprendere meglio il fenomeno.
“The Harvest” : il film che denuncia lo sfruttamento del lavoro agricolo

The harvest – Il film sul nuovo caporalato agricolo in Italia
Il film intreccia due storie nell’arco di una giornata, quella di Gurwinder, indiano del Punjab, che da anni lavora come bracciante nelle serre della provincia di Latina e che vive insieme al resto della comunità sikh, e quella di Hardeep, anche lei indiana, ma nata e cresciuta in Italia, impegnata come mediatrice culturale, anche per riscattare il passato di un padre che, appena emigrato nel nostro paese, dormiva su una panchina. Si assiste alle quotidiane battaglie dei nuovi schiavi, reclutati tra gli stranieri per lavorare nei campi fino a 14 ore al giorno, pagati dai 2 ai 4 euro l’ora, costretti ad accettare lo sfruttamento per non perdere il lavoro ed il permesso di soggiorno. Originale l’idea di strutturare il film a metà fra documentario e musical.
Anno 2017
Regia: Andrea Paco Mariani
Cast: Gurwinder Singh, Marco Omizzolo, Simone Andreotti, Sarjit Chauan, Herdeep Kaur, Gurmuk Singh
Nazionalità: ITALIA
“Spaccapietre”: il film ispirato da fatti di cronaca

Una scena de “Spaccapietre”
Il film prende spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto nella campagna pugliese: la morte sul lavoro della bracciante Paola Clemente. La tragedia ha toccato fortemente la sensibilità dei registi la cui nonna moriva negli stessi campi nel 1958.
Dopo un grave incidente sul lavoro, Giuseppe si ritrova disoccupato. Suo figlio Antò sogna di fare l’archeologo e pensa che l’occhio vitreo del padre sia il segno di un superpotere. Sono rimasti soli da quando Angela, madre e moglie adorata, è morta per un malore mentre era al lavoro nei campi. Senza più una casa, costretto a chiedere lavoro e asilo in una tendopoli insieme ad altri braccianti stagionali, Giuseppe ha ancora la forza di stringere a sé Antò, la sera, e di raccontargli una storia. Gli promette che un giorno riavrà sua madre, e rispetterà quella promessa, a qualunque prezzo.
Anno: 2020
Regia: Gianluca & Massimiliano De Serio
Cast: Salvatore Esposito, Samuele Carrino, Licia Lanera
Nazionalita: Italia, Belgio, Francia
Leggi la recensione di Spaccapietre
“Lazzaro felice”: il capolavoro di Alice Rohrwacher tra speranza e critica sociale

Un momento di Lazzaro Felice
Il film è ambientato nella campagna umbro-toscana, nel periodo storico segnato dalla legge del 3 marzo 1982, n.203 che prevede la conversione in affitto dei contratti di mezzadria esistenti. La pellicola è ispirata a una storia vera, quella della Marchesa Alfonsina de Luna che, approfittando dell’isolamento delle sue proprietà, teneva i suoi contadini all’oscuro dell’abolizione della mezzadria. Secondo la cinica marchesa, detta “la serpe”, “Gli esseri umani sono come bestie. Liberarli vuol dire renderli consci della propria condizione di schiavitù”. Quando finalmente, nel 1982, tutti gli accordi di mezzadria ancora in vigore vengono convertiti in concessioni o impieghi remunerati, la marchesa si comporta come se niente fosse, continuando a sfruttare, nella sua tenuta, il lavoro di 50 contadi, ignari dell’abolizione della mezzadria. Il rapporto di sfruttamento sembra insito nell’essere umano. Lazzaro, un ingenuo ragazzo di 20 anni, infatti, viene sfruttato, a sua volta, dai mezzadri. Proprio intorno a questo candido e disponibile orfano ruota la storia di un’amicizia con il figlio della marchesa, che detesta la sua vita, la madre sfruttatrice e la condizione in cui vivono i mezzadri. La storia prosegue assumendo i toni surreali di una fiaba amara.
La Recensione di Lazzaro Felice
Anno: 2018
Regia: Alice Rohrwacher
Cast: Adriano Tardiolo, Luca Chikovani, Nicoletta Braschi, Alba Rohrwacher
Nazionalita: Italia
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“L’Ultimo paradiso”: il film sul lavoro con Scamarcio

Un momento del film
Ambientato nel mondo contadino della Puglia degli anni ’50 del secolo scorso e parlato per lo più in dialetto, l’Ultimo paradiso di Rocco Ricciardulli racconta la cultura rurale e la mentalità fortemente retrograda e patriarcale del Sud Italia della metà del Novecento. Il film è ispirato ad una storia vera che il regista, lucano di origine, conobbe da bambino tramite i racconti di sua madre. il film è co-sceneggiato e prodotto da Riccardo Scamarcio, che veste anche i panni del coraggioso Ciccio Paradiso. Il protagonista delle vicende narrate, il contadino interpretato da Scamarcio, intraprende un’impavida lotta personale contro “i padroni” delle terre che sfruttano i braccianti ed abusano delle donne contadine. Passione, ribellione, emigrazione, emancipazione femminile, sono i temi che si intrecciano in questa favola neorealista dal sapore un po’ pirandelliano a causa di risvolti inaspettati.
Anno: 2021
Regia: Rocco Ricciardulli
Cast: Riccardo Scamarcio, Valentina Cervi, Gaia Bermani Amaral,
Nazionalita: Italia
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Le otto montagne

Una scena dal film”Le Otto Montagne”
Le otto montagne è un film sull’amicizia e sull’amore per la montagna ambientato in Valle D’Aosta e tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore Paolo Cognetti.
Ma è anche un racconto sul difficile contesto sociale e lavorativo di chi decide di non abbandonare i proprie monti.
Nel film due mondi sono messi a confronto: quello irrequieto e intimista del cittadino Pietro , e quello ruvido e sacrificato ma apparentemente più risolto del montanaro Bruno.
Mentre l’inquieto Pietro, nonostante un ambiente sociale e familiare più agevole, non riesce a trovare il proprio posto nel mondo, Bruno, di umili origini montanare, pur avendo avuto altre chances, decide, con entusiasmo, di investire tutta la propria vita nelle sue montagne, gestendo, con amore e spirito di sacrificio, un alpeggio in alta quota dove produce prodotti caseari.
L’inziale slancio di Bruno si scontrerà rovinosamente con numerose difficoltà connesse all’ubicazione complicata della piccola azienda, con l’accanimento del fisco e con la mancanza di qualunque tipo di sovvenzione volta ad incentivare la pastorizia.
Questa pellicola profonda e suggestiva impone riflessioni anche sul tema della riqualificazione e del ripopolamento dei territori montani attraverso l’auspicabile incentivazione di attività lavorative possibilmente correlate alle caratteristiche territoriali.
Anno: 2022
Regia: Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch
Cast: Luca Marinelli Alessandro Borghi
Flippo Timi Elena Lietti Louis Garrel
Nazionalità: Francia/Belgio/Italia
1° Maggio e la precarietà: i film sulla disoccupazione o quasi
Da qualche generazione, il mondo del lavoro è diventato, per i giovani, una sorta di chimera, un sogno spesso irraggiungibile, data l’evidente carenza di posti di lavoro. L’enorme sproporzione tra domanda e offerta costringe questa fetta della popolazione ad accontentarsi di occupazioni precarie e pagate inadeguatamente, in un mercato del lavoro sempre più selvaggio e privo di tutele.
“Tutta la vita davanti”: il film “commedia” di Virzì da vedere
La storia, narrata dalla voce di Laura Morante, è quella di Marta: laurea da 110 e lode in filosofia teoretica e tutta la vita nelle sue mani al termine degli studi universitari. L’unico lavoro che riesce a reperire però è quello della telefonista in un call center. Marta, disillusa dalla fallimentare ricerca di un lavoro qualificato, decide di gettarsi nell’avventura del call center, con la speranza di trovare qualcosa di positivo. Nel posto di lavoro si trova costretta a vivere situazioni piuttosto imbarazzanti: sigla del buongiorno, coretti motivazionali, premi e obiettivi da raggiungere. Nessuna umanità. A farla da padrona è la furba Responsabile appoggiata dal Direttore, i quali approfittano spudoratamente della fame di indipendenza dei giovani che in quel posto investono tutte lo loro speranze.
Nel film di Virzì si incontrano tutti gli elementi fondamentali che caratterizzano le faglie del mondo del lavoro giovanile nella società odierna: il precariato, che si nasconde dietro il falso nome di Co.co.co. o contratti a progetto che dir si voglia; la società che non tutela i giovani, ma che li sfrutta; l’università che lancia allo sbaraglio i laureati. Al centro di questo dramma i giovani, dotati di buona volontà, con tanti sogni e pochi mezzi.
Anno 2008
Regia: Paolo Virzì
Cast: Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Elio Germano, Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti
Nazionalità: Italia
Giovani Carini e disoccupati

Il cast dell’iconico film
Pellicola divertente e scanzonata, che affronta il tema del senso di confusione e smarrimento che avvolge un gruppo di amici alla ricerca di un posto nel mondo al termine degli studi. I quattro amici condividono un appartamento a Houston nel tentativo di iniziare una vita professionale. Lelaina lavora nella produzione Tv di un talk show che non la interessa e, contemporaneamente, cerca di girare un documentario sulla vita dei coetanei, utilizzando come protagonisti i propri coinquilini. È inquieta, complicata e fuma troppe sigarette, ma è anche irresistibilmente carina. Troy , bello e dannato, è stato licenziato da dodici datori di lavoro diversi e insegue il sogno di vivere di musica. Scrive canzoni per il gruppo rock in cui canta, si mostra cinico e disilluso ma in realtà è ferito da problematiche familiari. Vickie ha una vita sessualmente molto vivace, ma vive nel terrore di aver contratto l’HIV dopo che uno dei suoi ragazzi di una notte è risultato positivo al virus. Nonostante i suoi timori, Vickie si concentra sul lavoro e riesce con soddisfazione ad avere una promozione a manager nel negozio in cui è impiegata.
Sammy, invece, non ha nessuna relazione per paura della reazione che avrebbero i propri genitori, terribilmente conservatori, se scoprissero che è gay.
Giovani, carini e disoccupati racconta il faticoso passaggio all’età adulta della Generazione X
Anno: 1994
Regia: Ben Stiller
Cast: Winona Ryder, Ethan Hawke, Ben Stiller, Janeane Garofalo, Renée Zellweger
Nazionalità: USA
Generazione 1000 euro: il film di Venier che diceva tanto nel 2009
Matteo è un matematico con un curriculum ricco, tra cui un dottorato e un master in calcolo scientifico, che desidera una posizione nel dipartimento dove ha studiato. Nell’infinita attesa dell’agognato concorso, senza alcun aiuto del suo mentore universitario che continua a sfruttarlo, è costretto a un degradante lavoro nel reparto marketing di una insulsa azienda del settore. Inoltre, divide l’appartamento col suo migliore amico, Francesco, superficiale e infantile, ma di buon cuore, appassionato di cinema e videogiochi. La vita dei due giovani viene sconvolta e rivoluzionata dall’arrivo di Angelica, avvenente nuova direttrice dell’azienda di Matteo, e della nuova coinquilina, Beatrice, una insegnante precaria, agli antipodi di Angelica come carattere e moralità. In breve tempo, una serie di eventi si abbatte su Matteo: viene lasciato dalla fidanzata, una dottoressa fredda e assente; sfrattato e a rischio licenziamento, viene obbligato a prendere delle decisioni drastiche, pur di garantirsi la sopravvivenza a scapito di tutti i sacrifici fatti negli studi, ma che permetteranno di proseguire la relazione intrapresa.
Anno 2009
Regia: Massimo Venier
Cast: Alessandro Tiberi, Valentina Lodovini, Carolina Crescentini e Francesco Mondelli
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1° maggio e lavoro minorile
Il delicato tema dello sfruttamento del lavoro minorile vede nel cinema diversi film di denuncia.
“Iqbal”: il film sul bambino che lottava
Iqbal, un bambino pakistano proveniente da una famiglia molto povera, è “affittato” dal padre a un commerciante, che lo porta a lavorare in una fabbrica di tappeti, dove lavorano esclusivamente bambini della sua età. Privi di ogni libertà, con il pretesto del rimborso del debito da parte dei loro genitori, i bambini, con le loro mani minute, sono sfruttati, puniti per ogni piccolo errore e percossi a ogni tentativo di ribellione. Iqbal, forte e coraggioso, diventa il punto di riferimento degli altri bambini, con cui riesce anche a ridere e a scherzare. Quando compie dieci anni, riesce a scappare. Incontra un attivista, Ulla Khasi, che si occupa di minori sfruttati, e che gli fa intravedere un mondo diverso, nel quale i bambini della sua età vanno a scuola, hanno dei diritti. Iqbal decide di impegnarsi per la libertà dei bambini schiavi. Denuncia le fabbriche dello sfruttamento, i trucchi e le connivenze che lo rendono possibile. La sua voce viene ascoltata e ripresa dai giornali dalle televisioni occidentali e dalle organizzazioni umanitarie. Il sistema entra in crisi, le esportazioni dei tappeti iniziano a contrarsi e il bambino diventa un problema. Il film è ispirato alla storia vera di Iqbal Masih, il giovanissimo lavoratore e attivista pakistano divenuto icona della lotta allo sfruttamento del lavoro minorile. Iqbal riuscì a portare la sua testimonianza fino all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, prima di essere assassinato a soli 12 anni, nel 1995, a Lahore.
Anno 1998
Regia: Cinzia Th Torrini
Cast: Rajindra Jayasinghe e Veena Jayakody
Nazionalità: Italia
“Oliver Twist”: lo sfruttamento nel film di Polanski

Dal film “Oliver Twist”
Il film è tratto dal noto romanzo di Charles Dickens e dipinge gli strati popolari della Londra dell’Ottocento e la penosa condizione di bambini orfani sfruttati e disagiati.
Il piccolo orfano Oliver Twist vive, insieme a tanti altri ragazzini, in una casa-lavoro dove il cibo scarseggia. Essendo stato scelto come rappresentante dagli altri ragazzini, una sera dopo cena Oliver Twist si fa avanti chiedendo più cibo per tutti. Etichettato come elemento di disturbo dal direttore, il signor Bumble, e dall’intero comitato, Oliver viene offerto come apprendista a chiunque accetti di prenderlo con sé. Dopo essere scampato per un pelo alla bottega di uno spazzacamino – lavoro pericoloso che ha già visto la morte di tanti bambini, morti asfissiati – Oliver viene scelto come apprendista dall’impresario di pompe funebri, Sowerberry. Oliver non ha vita facile con gli altri apprendisti e dopo essersi scontrato con il perfido Noah Claypole, fugge a Londra in cerca di fortuna.
Anno: 2005
Regia: Roman Polanski.
Cast: Barney Clark, Ian McNeice, Jeremy Swift, Timothy Batson
Nazionalità: Francia
Leggi la recensione di Oliver Twist
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1° Maggio e la crisi lavorativa: il cinema della precarietà e disoccupazione
I periodi storici caratterizzati da crisi economiche e sociali sono contraddistinti da drammatiche conseguenze nel mondo del lavoro, ovvero da precarietà, disoccupazione, violazione dei più elementari diritti umani, povertà e, in molti casi, da senso di impotenza e disperazione Alcuni film sono assolutamente rappresentativi della condizione umana in tempi di crisi. Al centro lavoratori e lavoratrici, padri e madri di famiglia, attanagliati da problematiche infinite. Le laceranti pellicole del neorealismo italiano fungono da fondamento per un cinema che vuole raccontare, senza fronzoli o false prospettive, la condizione del disagio sociale e della povertà. Il regista contemporaneo, che ha esplorato maggiormente le problematiche collegate alle iniquità nel mondo del lavoro, è senz’altro il britannico Ken Loach, che ha dedicato la sua intera filmografia al tema. Il cinema di Loach è caratterizzato da un realismo sempre più estremo, che trova l’apice nelle sue ultime pellicole, dove viene annientato ogni barlume di speranza. Mentre nei suoi primi film prevale il messaggio di lotta e la sete di riscatto, gli ultimi lavori, Io Daniel Blake e Sorry We missed you, rappresentano una sorta di resa inesorabile a una politica del lavoro ostile e disumana.
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“Ladri di biciclette”: il capolavoro di De Sica sul lavoro, la povertà e la dignità
Un operaio disoccupato trova un posto d’attacchino municipale, per il quale serve una bicicletta. L’operaio ne possiede un,a ma si trova al monte di pietà. La moglie, quindi, impegna le lenzuola di casa e riscatta la bicicletta. L’attacchino prende servizio, ma dopo meno di un’ora, viene derubato della preziosa bicicletta. Tenta di inseguire il ladro senza successo. L’uomo ritorna a casa in preda alla disperazione. Denuncia il furto al Commissariato e non riceve alcuna rassicurazione sul ritrovamento. Nessuno si interessa al suo caso, all’infuori di un amico spazzino. L’attacchino si aggira tra i rivenditori di biciclette: non trova la sua, ma intravede il ladro e lo insegue, accompagnato dal figliolo, un bimbo di sei anni. L’inseguimento gli fa attraversare tutta Roma in un giorno di domenica. L’attacchino trova dovunque indifferenza od ostilità. Infine, esasperato, pensa di rivalersi, rubando una bicicletta incustodita, ma lo fa così goffamente che viene subito preso e solo i pianti del bambino lo salvano dall’arresto. Padre e figlio tornano a casa, esausti, disperati, piangenti.
Anno 1948
Regia: Vittorio De Sica
Cast: Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell, Elena Altieri, Gino Saltamerenda
Nazionalità: Italia
“Io, Daniel Blake”: il film di Ken Loach sull’emarginazione sociale
“Il mio nome è Daniel Blake. Sono un essere umano, un cittadino. Tutto quello che chiedo è di essere trattato con dignità. Niente di più, niente di meno”.</em></em></em></em></p></em>
<p>Il 59enne Daniel Blake ha lavorato come falegname a Newcastle, nel nord-est dell’Inghilterra per la maggior parte della sua vita. Ora però, in seguito a una malattia, per la prima volta ha bisogno di un sussidio da parte dello Stato ed è costretto ad affrontare il labirintico sistema previdenziale britannico. Ogni tentativo di ricevere l’indennità dovuta viene osteggiato da regole contraddittorie e insensate, che lo costringono a vagare da un ufficio all’altro senza ricevere risposte, nonostante lo stato di salute precario. Il destino di Daniel si incrocia con quello di Katie, madre single di due bambini piccoli, Daisy e Dylan, la cui unica possibilità di fuga dalla monocamera in un ostello per senza tetto a Londra è quella di accettare un appartamento a circa 500 chilometri di distanza. Daniel e Katie si troveranno così insieme, confinati in una terra di nessuno e impigliati nel filo spinato della burocrazia delle politiche per il Walfare nella moderna Gran Bretagna che non lascia scampo.
Anno: 2016
Regia: Ken Loach
Cast: Dave Johns, Hayley Squires
Nazionalita: Gran Bretagna, Francia
“Sorry We Missed You”: lavoro, famiglia e sfruttamento nel capitalismo moderno
“Sorry we missed you” è la dicitura riportata sull’avviso che i corrieri lasciano nella buca delle lettere, quando non trovano i clienti al loro domicilio. Un lavoro devastante: ritmi disumani, orari sotto rigido controllo elettronico, assenze vietate per qualunque motivo. Se non si lavora, si perde il guadagno giornaliero, e si è soggetti a sanzioni economiche.
In tale scenario, Ricky Turner, il protagonista del film, deve anche pagare le rate del furgone di proprietà che, da simbolo di speranza, diventa un vero e proprio carcere. Non si può scendere neanche per i bisogni fisiologici, al fine di non perdere minuti preziosi durante il giro di consegne.</p>
Ricky, dopo aver cambiato diversi lavori, decide di mettersi in proprio perché sogna di comprare una casa per la sua famiglia. Viene quindi allettato dai possibili guadagni come lavoratore autonomo e firma un contratto con una franchise di consegne a domicilio. Il lavoro si palesa tutt’altro che imprenditoriale, la nuova condizione deleteria, a causa dei ritmi incessanti e delle condizioni contrattuali capestro. Quattordici, quindici ore di lavoro al giorno trascorse al volante sugli svincoli intasati delle cinture industriali inglesi, senza più un momento da dedicare ai figli e alla moglie Abbie che, a sua volta, fa l’infermiera a domicilio. Abbie si prende amorevolmente cura dei suoi assistiti, ma impiega un tempo interminabile per raggiungerli, poiché ha vendendo la sua piccola auto al fine di contribuire all’acquisto del dannato furgone. Il menage familiare riceve il colpo di grazia quando i figli della coppia mostrano gravi scompensi a causa dell’assenza dei genitori, troppo affannati nel gestire i rispettivi lavori assai complicati. Ricky ed Abbie si troveranno risucchiati in un gorgo di responsabilità e sensi di colpa, da cui pare impossibile riemergere.
Anno: 2019
Regia: Ken Loach
Cast: Kris Hitchen, Debbie Honeywood, Rhys Stone, Katie Proctor
Nazionalità: UK
“Riff Raff”: il film di Ken Loach del 1991
Riff-Raff – Meglio perderli che trovarli
Stevie, un giovane operaio di Glasgow, uscito dal carcere per furto, trova lavoro in uno dei tanti cantieri nella Londra della restaurazione economica dell’ultimo governo Thatcher. Qui incontra un piccolo mondo disperato, ma capace, al tempo stesso, di gesti di solidarietà. I compagni di cantiere sono di varia provenienza etnica. Tra tutti si distingue Larry, sempre pronto a preoccuparsi per gli altri. Trovato un alloggio abusivo grazie ai nuovi amici, Stevie incontra fortuitamente Susan, aspirante cantante: nasce così una relazione che procede con momenti di tenerezza ed accesi contrasti. Nel frattempo Larry paga col licenziamento il suo tentativo di far applicare le norme di sicurezza nel cantiere. L’assenza di precauzioni adeguate determina la morte dell’operaio nero Desmonde, che scivola proprio a causa delle insufficienti misure di protezione. In un eccesso di frustrazione e di rabbia, Stevie, con l’aiuto di un compagno, finisce per dare alle fiamme il cantiere delle ingiustizie.
Anno 1991
Regia: Ken Loach
Interpreti: Arichard Belgrave Kojo, Robert Carlyle Stevie, Jimmy Coleman Shem, David Finch Kevin, Kuke Kelly Ken Jones, Garrie J. Lammin Mick
Nazionalità: UK
“Louise-Michel”: il film satira sul lavoro e sulla vendetta operaia
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Una commedia sul malessere sociale che racconta le conseguenze della crisi economica.
Nella provincia francese, un gruppo di operaie è in allarme a causa della forte riduzione di personale nella fabbrica in cui lavorano. Prima vessate con orari e turni infami, e successivamente licenziate per l’improvvisa chiusura fallimentare dello stabilimento tessile dove lavorano, un pugno di operaie si riuniscono per decidere che fare con i soldi della liquidazione.
La più caparbia tra loro, Louise, propone di investire il misero risarcimento assumendo un killer che uccida il loro capo. L’idea trova il consenso unanime e Louise ingaggia il bizzarro Michel. I due intraprendono un viaggio alla ricerca del datore di lavoro, dando vita ad una strampalata coppia.
Anno 2008
Regia: Gustave de Kerven e Benoit Delepine
Interpreti: Bouli Lanners, Sylvie Van Hiel, Jacqueline Knuysen, Pierrette Broodthaers, Francis Kuntz, Hervé Desinge, Mathieu Kassovitz
Nazionalità: Francia
“La ricerca della felicità”: il sogno americano e la lotta contro la povertà

Will Smith ne “La ricerca della felicità”
Nel 1981, a San Francisco, Chris Gardner è un venditore che investe tutti i suoi risparmi in scanner medici, ma l’investimento fallisce, mettendo in crisi la sua famiglia. La moglie Linda, stanca delle promesse non mantenute, lo lascia insieme al figlio Christopher e si trasferisce a New York. Chris, rimasto solo con il figlio, decide di tentare una carriera da broker. Inizia uno stage non retribuito di sei mesi, affrontando difficoltà economiche e personali, tra sfratti e condizioni precarie. Nonostante tutto, si impegna a fondo per ottenere il lavoro dei suoi sogni e garantire un futuro migliore al figlio.
Il film è tratto è ispirato alla vita di Chris Gardner, imprenditore milionario, che visse, effettivamente, giorni di intensa povertà, con un figlio a carico e senza una casa dove poterlo crescere.
Il titolo fa riferimento alla dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America dove sono elencati i diritti inalienabili dell’uomo: la tutela della vita, della libertà e la ricerca della felicità.
Anno: 2006
Regia: Gabriele Muccino
Cast: Will Smith, Jaden Smith, Thandie Newton
Nazionalità: USA
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1° Maggio e immigrazione: i film sugli immigrati nel mondo del lavoro
Autori e registi di varie nazionalità affrontano il tema della difficile condizione degli immigrati nel mondo del lavoro, ecco si seguito alcuni titoli interessanti
“Richelieu – Dissidente”: il film sulla lotta politica e la figura del cardinale

Dissidente (Richelieu)
Dopo una brutta rottura con l’ex fidanzato, Ariane è costretta a traslocare e a tornare nella città natale in Québec dove trova lavoro come interprete per lavoratori migranti stagionali. Assistendo agli abusi che gli stranieri subiscono, Ariane deve decidere fino a che punto è disposta a spingersi per denunciare la ingiustizie, testimoniando lo sfruttamento di quegli invisibili.
Anno: 2023
Regia: Pier-Philippe Chevigny
Cast: Ariane Castellanos
Nazionalità: CANADA
La storia di Souleymane – L’Histoire de Souleymane

La storia di Souleymane’: raccontare la verità
Souleymane, giovane guineano, fa il rider a Parigi. Tra dieci giorni dovrà sostenere il colloquio per la richiesta d’asilo, passo necessario per ottenere i documenti. il protagonista (Abou Sangare) è un giovane di ventiquattro anni e ha attraversato ben quattro stati, il mare e il deserto per raggiungere Parigi, una Parigi ben lontana dall’essere la città dell’amore. Una città caotica, rumorosa e poco rispettosa di lui. Lavora come rider per consegne a domicilio, sotto l’account di un altro collega: mentre corre in bicicletta per le vie trafficate, ripete continuamente il discorso che dovrà fare in pochi giorni per tentare di ottenere la cittadinanza francese. E poter finalmente iniziare una nuova vita. un film toccante dalla raffinata fotografia che è valso il premio Migliore attore e quello della giuria della sezione Un certain regard al festival di Cannes 2024.
Anno: 2024
Regia: Boris Lojkine
Cast: Abou Sangare
Nazionalità: CANADA
“Pane e cioccolata”: il film e la lotta per la dignità nel cinema italiano degli anni ’70
Per non dimenticare mai che anche gli italiani sono stati un popolo migrante alle prese con condizioni di lavoro degradanti, si segnala questa pellicola fondamentale per il cineme con uno straordinario ed indimenticato Nino Manfredi. il film narra le disavventure di un emigrato italiano in Svizzera: l’uomo, benché lavori, perde il permesso di soggiorno; un compatriota lo assume ma poco dopo, entrata in crisi l’azienda e perde il lavoro. il protagonista, dopo essersi abbassato ad un lavoro umiliante, decide di farsi passare per svizzero, ma l’idea non è risolutiva. Nonostante tutto, sul treno che lo riporta in Italia è deciso a non arrendersi.
Anno: 1973
Regia: Franco Busiati
Cast: Nino Manfredi, Anna Karina, Johnny Dorelli
Nazionalità: ITALIA
1°Maggio e le morti “bianche”
Quotidianamente migliaia di persone in tutto il mondo perdono la vita sui luoghi di lavoro, spesso a causa di condizioni ed attrezzature inadeguate. L’Italia ha in questo campo un triste primato: due morti ogni ora, un invalido ogni venti minuti. Il settore più colpito è l’edilizia, ma anche nei complessi chimici e metalmeccanici, nei servizi, nell’industria estrattiva e tessile, l’indiscriminato sfruttamento della manodopera e la mancata applicazione di tutte le indispensabili misure protettive, determinano spesso incidenti sul lavoro. Diversi cineasti si sono approcciati al tema. Di seguito due titoli significativi.
“Ride” di Valerio Mastandrea: un film sulla solitudine e il percorso di redenzione
L’esordio alla regia di Valerio Mastrandea nell’affrontare il tema dell’elaborazione del lutto parte proprio dalla morte sul lavoro di Mauro Secondari. Mauro ha 35 anni e una moglie, un figlio, un padre, un fratello. Mauro esce una sera per il suo solito turno di notte, per non tornare più. Nessuno di loro può rassegnarsi al dolore di una perdita improvvisa. Oltre al dolore, al lutto che non si accetta, i personaggi più anziani ricordano le lotte e l’impegno sindacale di un tempo che putroppo non c’è più.
Anno: 2018
Regia: Valerio Mastandrea
Cast: Chiara Martegiani, Milena Vukotic, Stefano Dionisi, Renato Carpentieri
Nazionalità: ITALIA
“Morire di lavoro”: il film di Segre che fa riflettere
Nel film-documentario del 2008, Morire di lavoro, il regista Daniele Segre , lascia ai posteri una coraggiosa pellicola che indaga sulla dura realtà lavorativa italiana nel settore delle costruzioni. Protagonisti sono i colleghi e i familiari dei lavoratori morti in incidenti nei cantieri edili. Una tematica delicata che allarga la cinepresa su tematiche scottanti come il lavoro nero e il caporalato, la sicurezza e la sua mancanza ma che esprime, nel contempo, l’orgoglio dei lavoratori.
Anno: 2008
Regia: Daniele Segre
Cast: Seck Bamba, Ciro Giustiniani, Luca Rubagotti
Nazionalità: Italia
1°Maggio e il Mobbing: i film sulla violenza psicologica nel lavoro
Con il termine mobbing si intende il comportamento del datore di lavoro o dei suoi dipendenti, caratterizzato da una serie di atti che hanno lo scopo di perseguitare un dipendente per emarginarlo e, attraverso la lesione della sua dignità umana e professionale, spingerlo a presentare le dimissioni.
“Palazzina LAF”: il film tra marginalità e speranza nelle storie di vita delle periferie
Il pluripremiato esordio alla regia di Michele Riondino tratta di gravi fatti di mobbing realmente accaduti negli anni ’90 all’ILVA di Taranto dove un numero consistente di lavoratori, soprattutto impiegati, vennero demansionati e ghettizzati all’interno dell’edificio denominato Palazzina Laf. Una delle pagine più degradanti e lesive della dignità dei lavoratori della storia italiana. Il film mette in luce le pratiche vessatorie utilizzate dai vertici dell’acciaieria tarantina e da diversi altri colossi dell’epoca. le vicende narrate diedero vita al primo processo per mobbing in Italia che si concluse non solo con il riconoscimento giuridico delle condotte illegali poste in essere dai datori di lavoro, ma anche con la condanna al risarcimento dei dipendenti coinvolti.
Anno 2023
Regia: Michele Riondino
Interpreti: Michele Riondino, Elio Geramno, Vanessa Scalera, Eva Cela
Nazionalità: Italia
“Mi piace lavorare”: il potente film della Comencini da vedere
Mi piace lavorare di Francesca Comencini è un film intimista, che affronta apertamente il fenomeno detto “mobbing”, ovvero la vessazione psicologica sul lavoro.</p>
Anna lavora presso un’azienda come segretaria di terzo livello. L’impresa viene acquisita da una multinazionale. Il giorno aziendale dei festeggiamenti per la fusione, Anna è l’unica fra tutti gli impiegati a non essere salutata dal nuovo direttore del personale. Un incidente banale, o forse solo una dimenticanza. Questo piccolo avvenimento è il primo segno di un processo che diventerà per lei un vero calvario. Lentamente, ma inesorabilmente, il “gruppo” si scatena contro di lei. Le vessazioni iniziano, piccole, invisibili, ma ripetute. Nessuno si siede con Anna al tavolo della mensa aziendale, nessuno la invita più a prendere il caffè la mattina, il suo posto di lavoro viene “inavvertitamente” occupato. Anna è una donna sola, divorziata, con una figlia con cui ha un bellissimo rapporto, ma ora un senso diffuso di precarietà pervade la loro vita. Intanto l’azienda le cambia continuamente mansioni, obbligandola a percorrere a ritroso tutte le tappe sulle quali lei aveva fondato la sua autostima. Anna viene applicata ore e ore ad una fotocopiatrice, senza far niente. I suoi tentativi di recuperare un ruolo utile vengono umiliati e viene mandata a sorvegliare il lavoro degli operai nei magazzini, secondo la logica aziendale del mettere gli uni contro gli altri. La protagonista viene, giorno per giorno, annientata psicologicamente tanto da finire in depressione. Non si occupa quasi più della figlia che, in realtà, la salverà aiutando la madre a ritrovare coraggio e ad affermare i propri diri
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Anno: 2003
Regia: Francesca Comencini
Cast: Nicoletta Braschi
Nazionalità: Italia
“Due giorni una notte”: tra Cotillard e Mobbing

Due giorni una notte
Sandra, operaia di una piccola ditta, rischia il posto di lavoro. La crisi reclama il taglio di una “unità lavorativa” e la protagonista viene individuata in tal senso in quanto ritenuta poco produttiva poiché soggetta a crisi depressive. Il suo licenziamento viene messo ai voti e avallato dai colleghi, allettati dalla proposta di un bonus da mille euro. Ma il “capo” offre a Sandra la possibilità di rimettere ai voti la decisione. Viene indetta una nuova votazione, stavolta segreta e quindi libera. Per salvare il posto di lavoro, Sandra deve convincere la maggioranza dei colleghi. Nonostante la sua ritrosia a parlar loro apertamente, incoraggiata da un’amica e dal marito (e sostenuta dall’amore per i due figli) decide di provarci.
Anno: 2014
Regia: Jean Pierre e Luc Dardenne
Cast: Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Groyne, Catherine Saléè
Nazionalità: Belgio, Francia, Italia
1° Maggio e la commedia cinematografica
In contesti politici e sociali avvilenti in cui appare impossibile trovare stabilità lavorativa, talvolta, si è costretti all’assoluta versatilità. Il cinema è riuscito a dipingere tale scenario anche mediante un approccio ironico, producendo commedie esilaranti e di successo, senza perdere di vista il concetto di fondo, quello dello svilimento delle professionalità.
“Full Monty” : la comedy made in UK
Gaz e Dave, due disoccupati di Sheffield, si ingegnano per trovare degli espedienti per tirare avanti, provando tra l’altro a rubare delle travi da una acciaieria ormai chiusa. Quando Gaz, che rischia di perdere la custodia del figlio, poiché in arretrato con le spese di mantenimento della ex moglie, pensa a una soluzione un po’ drastica: ispirato da un gruppo di spogliarellisti professionisti che si esibiscono in città, l’uomo decide di dar vita ad uno spettacolo di spogliarello di nudo integrale, coinvolgendo altri disoccupati, di diverse età, ciascuno alle prese con la sopravvivenza. Lo spettacolo avrà luogo e sarà un successo.
Anno: 1997
Regia: Peter Cattaneo
Cast: Robert Carlyle, Mark Addy, William Snape, Steve Huison, Tom Wilkinson Hugo Speer
Nazionalità: UK
Leggi la recensione di Smetto quando voglio
“Smetto quando voglio”e l’ironia nostrana
Si tratta di una commedia che dipinge un affresco grottesco della condizione di persone molto qualificate, ma perennemente precarie che, un po’ per esasperazione e un po’ per senso di riscatto, decidono di sovvertire il corso delle proprie vite sfruttando la loro intelligenza in ambito criminale. Pietro Zinni ha trentasette anni, fa il ricercatore ed è un genio. Ma questo non è sufficiente. Arrivano i tagli all’università e viene licenziato. Incapace di comunicarlo alla compagna, lo studioso matura l’idea di costituire una banda criminale di menti elevate. Recluta i migliori tra i suoi ex colleghi, che nonostante le competenze non riescono a trovare una collocazione lavorativa degna. Le specializzazioni in macroeconomia, neurobiologia, antropologia, lettere classiche e archeologia si riveleranno una vera e propria marcia in più nella scalata al potere nel mondo della malavita.
Anno:2014
Regia: Sydney Sibilia
Cast: Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Libero De Rienzo, Sergio Solli, Neri Marcorè
1° Maggio e la Donna: il cinema che racconta condizione femminile nel mondo del lavoro.
Le lotte delle lavoratrici, nel perseguimento del sogno di una trasformazione sociale, così come le condizioni inique e degradanti in cui spesso le donne sono costrette a lavorare, sono al centro di diversi film.
“7 minuti”: il film che racconta la lotta delle operaie contro le condizioni di lavoro
Un’azienda tessile viene acquisita da una multinazionale estera. La nuova proprietà sembra intenzionata a non effettuare licenziamenti, ma chiede alle operaie di firmare una particolare clausola che prevede la riduzione di 7 minuti dell’orario di pranzo. Lo sviluppo del dibattito fra le operaie porterà ognuna di essa a una fase di profonda riflessione.
Le vite delle protagoniste, con le proprie travagliate vicende personali, simboleggiano le difficoltà verosimili e riscontrabili nell’ambiente lavorativo contemporaneo: la mancata denuncia di molestie sessuali (ad opera del datore di lavoro), la disabilità, la maternità, il mantenimento della famiglia con uno stipendio troppo basso, la difficoltà di rifiutare restrizioni a quelle libertà che spettano di diritto per paura del licenziamento.
Il film racconta un’intera giornata, dalla routine mattutina delle protagoniste alla sera, quando finalmente le operaie arrivano a una decisione non senza difficoltà.
E’ ispirato a una storia realmente accaduta in Francia ed è tratto dall’omonimo testo teatrale di Stefano Massini.
Anno: 2016
Regia: Michele Placido
Cast: Cristiana Capotondi, Ambra Angiolini, Michele Placido, Violante Placido, Ottavia Piccolo, Fiorella Mannoia
Nazionalità: Italia
“Nome di donna”: il film che parla delle difficoltà dell’essere donna sul lavoro
Nina Martini si trasferisce in Brianza con sua figlia ed è in cerca di lavoro. Dopo un periodo di prova, viene assunta presso una casa di cura per anziani, ma la stabilità ritrovata ben presto viene messa a dura prova dal direttore della struttura, che comincia a farle delle avance. Nina vuole denunciarlo, ma si trova a combattere con l’omertà delle colleghe e la prepotenza di un sistema amministrativo conservatore e dispotico. Nina però non si dà per vinta e combatte in nome della giustizia e dei diritti delle donne.
Anno: 2018
Regia: Marco Tullio Giordana
Cast: Cristiana Capotondi, Valerio Binasco, Stefano Scandaletti, Adriana Asti, Bebo Storti
TRAILER
We Want Sex: un film che racconta la donna e la sua protesta
Nella fabbrica della Ford di un paesino del Sussex, lavora un ristretto numero di operaie che sono pagate molto meno degli uomini, seppur costrette a lavorare in condizioni precarie per molte ore, a discapito delle loro vite familiari. Una di loro diventa guida delle altre nella lotta per ottenere equità retributiva e migliori condizioni di lavoro. Nonostante sia una commedia, We want sex racconta con precisione i fatti realmente accaduti alle operaie della Ford, che riuscirono grazie alle loro proteste a farsi riconoscere come lavoratrici alla pari degli uomini.
Anno: 2010
Regia: Nigel Cole
Cast: Sally Hawkins, Bob Hoskins, Miranda Richardson, Rosamund Pike
Nazionalità: UK
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Il lavoro nel cinema – Film significativi sul tema
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