Si conclude il 2021 (un anno di grande cinema) e ci siamo chiesti quali sono i film migliori visti tra festival, sale e piattaforme cinematografiche.
Il 2021 é stato ancora un anno segnato dalla pandemia, ma anche dal ritorno in presenza dei grandi Festival e dalla tanto attesa riapertura delle sale che ci ha fatto ritrovare una magia mai dimenticata.
Quali sono i film da vedere nel 2021? Quali sono i film piú belli del momento?
Tra cinema e streaming di qualità, tra grandi produzioni Internazionali, ottime pellicole d’autore e intensi film di un cinema italiano in evoluzione, ecco dunque i film del 2021 da vedere e selezionati da 9 redattori della redazione di Taxidrivers.
Ecco la classifica dei migliori film visti nel 2021
Scompartimento n6. é tra i film migliori 2021
I FILM del 2021 da cercare se non li avete visti al cinema
di FRÉDÉRIC PASCALI
La stagione cinematografica 2021 ha vissuto una consistente età rinascimentale sfornando un numero cospicuo di pellicole di indubbio interesse e pregio.
Come sempre in questi casi tracciare un bilancio e, ancor più, una classifica appare un compito arduo se non addirittura improbo.
Premettendo l’accantonamento delle pellicole premiate con l’Oscar e poi distribuite nell’anno solare ormai al crepuscolo, le mie preferenze si riassumono nel fil rouge determinato dalla messa in scena della capacità della condizione umana di relazionarsi con la società del suo tempo, qualsiasi essa sia.
La scelta di Anne-L’Événement, il leone d’oro veneziano della regista Audrey Diwan, è forse non il miglior film dell’anno in assoluto, ma sicuramente uno dei più coraggiosi e capaci di raccontare efficacemente una stagione sociale, come quella della Francia antiabortista dei primi anni ’60, con i colori tenui della sincerità e i primi piani della disperazione incarnati dalla bravissima Annamaria Vartolomei, la protagonista. Il gradino più alto del podio è suo.
Nella stessa ottica il secondo posto è occupato da un altro film molto personale come È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino. A parte la grande carica emotiva del racconto autobiografico, colpisce la consueta capacità dell’autore di costruire storie fortemente coinvolgenti su impalcature sociali portanti della realtà contestuale. Il ruolo del protagonista è affidato al talento di sicuro avvenire di Filippo Scotti. Lo sfondo con l’epica napoletana di Diego Armando Maradona impreziosisce un prodotto destinato alla gloria.
Una profondità introspettiva mai doma, quella di Sorrentino, che non fa di certo difetto al finlandese Juho Kuosmanen che con il suo Scompartimento n.6, oltre a essere uno dei più accreditati rivali del regista campano nella corsa all’Oscar per il miglior film straniero, occupa la terza posizione della classifica. Il suo road movie, all’interno di una Russia anni ‘90 da poco spogliatasi dei panni dell’Unione Sovietica, punta sui sentimenti e sulla capacità della condizione umana di filtrare il disagio sociale di una nuova generazione avulsa dal contesto generale e alla ricerca di una propria dimensione. Bravi tutti gli interpreti capitanati dalla solare Seidi Haarla.
Il ritorno di Jane Campion sigla la quarta posizione con una una storia rude ambientata nelle praterie western della Nuova Zelanda degli anni ’20. Il suo Il potere del cane pone al centro il difficile riconoscimento dei rapporti umani tra i protagonisti, con il prevalere di una dimensione cameratesca che sembra quasi voler negare possibili ulteriori stadi di profondità. Si manifestano maschere di uomini e donne in bilico con il loro carico di storie personali indicibili che adombra la nascita di una nazione. Benedict Cumberbatch e Kodi Smit-McPhee risultano come interpreti assolutamente perfetti.
Qui rido io, il racconto dedicato da Mario Martone al grande Eduardo Scarpetta, egregiamente interpretato da Toni Servillo, presidia la quinta posizione dispensando tratti aulici di storia del teatro, ingaggiando un corpo a corpo notevole tra la fisiognomica degli interpreti e i dialoghi brillanti che traghettano scaltri il poderoso impianto scenico. Un’opera, quella di Martone, che puntella la capacità del cinema italiano di raccontare la storia delle nostre arti.
Anche il sesto posto è riservato al tema biografico con una discesa a ritroso nel tempo per sviscerare gli elementi di un dolore ormai sopito ma mai dimenticato. Marx può attendere di Marco Bellocchio è un’opera di documentario che dona un calore inusitato al cinema della memoria, restituendoci i primi piani degli animi e delle coscienze quando il declivio della vita è ormai da tempo in corso. Il sonoro delle voci è l’elemento determinante di un lavoro estremamente sentito e voluto.
Ancora un collegamento diretto con il teatro occupa la settima posizione. Have you ever seen fireflyes? del turco Andaç Haznedaroglu è un dramedy complesso. La sua capacità di riassumere 50 anni di storia del suo paese attraverso lo sguardo disincantato della protagonista, una donna geniale e a lungo incompresa interpretata da un’eccezionale Ecem Erkek, è una favola contemporanea che, come le lucciole, è in grado di accendere ogni sguardo possibile sul futuro.
E di un futuro possibile, nel senso letterale del termine, si parla anche nel recentissimo Don’t Look Up di Adam McKay distribuito in questi giorni su Netflix. Guadagna l’ottava posizione grazie alla sua capacità di trattare un tema fin troppo abusato con una geniale carica ironica densa di simboli e metafore. Una corsa a perdifiato, corroborata dagli ottimi Leonardo Di Caprio e Jennifer Lawrence, che agile spazia dal dramedy al grottesco trasformando un film di genere catastrofico in un’occasione per un’attenta riflessione sulla nostra società contemporanea.
Chiudono la classifica due titoli avulsi dal trait d’union dei precedenti che, tuttavia, volente o nolente, hanno caratterizzato questo 2021.
Il nono posto è di Dune, l’ennesimo tentativo di rendere cinematograficamente appetibile la più grande storia di fantascienza che sia mai stata scritta. L’ingrato compito tocca stavolta a Dennis Villeneuve che fa del suo meglio e avvalendosi di un cast notevole, con il giovane Timothée Chalamet come protagonista assoluto, ma, soprattutto, della colonna sonora di Hans Zimmer, consegna ai posteri un buon prodotto di lancio per un ciclo ancora imberbe dal poter scrivere la parola fine.
La decima posizione è infine occupata da No time to die, l’ultimo episodio di quello che una volta era l’immarcescibile James Bond. Il venticinquesimo capitolo della saga, diretto molto bene da Cary Fukunaga, registra la morte del personaggio incarnato da Daniel Craig. Non era mai successo e chissà se mai succederà. Nell’attesa del nuovo 007 resta la sensazione di aver assistito a una complessità di relazioni poco consona al cliché consueto del personaggio ma fondante per il consolidamento del suo mito.
- La scelta di Anne-L’Événement
- È stata la mano di Dio
- Scompartimento n.6
- Il potere del cane
- Qui rido io
- Marx può attendere
- Have You ever seen fireflies?
- Don’t Look Up
- Dune
- No time to die
10 FILM DA NON DIMENTICARE Cosa guardare Film 2021
di SABRINA COLANGELI
In un anno costellato di dubbi, incertezze e paure, il ritorno in sala per molti ha rappresentato una piccola luce in fondo al tunnel. Un barlume di speranza capace di riaccendere gli animi, le fantasie, il piacere della condivisione. Il buio del grande schermo, l’odore di popcorn, la magia dei trailer sono rientrati nella quotidianità, portando con sé un nuovo importante tipo di emozione.
Se l’incredibile offerta delle piattaforme streaming per un po’ ha preso il posto del classico film al cinema, oggi la convivenza delle due realtà permette di spaziare, scoprire e sorprendersi con opere di ogni genere. Ecco perché nel mio personale elenco dei migliori film del 2021 non ho fatto differenza tra l’una e l’altra. In fondo la Settima Arte non ha (e non deve avere!) confini che tengano…
Freaks Out
L’opera seconda di Gabriele Mainetti è un compendio di amore, passione per il cinema, e di abilità registiche. Dopo l’acclamato Lo chiamavano Jeeg Robot, il cineasta romano mette tutto ciò che gli appartiene in Freaks Out. Il risultato ha dello strabiliante. A livello visivo è qualcosa di molto raro nel panorama italiano; narrativamente la forza del progetto è nella costruzione dei personaggi.
Dune
L’attesissima pellicola firmata da Denis Villeneuve è uno di quegli esempi nei quali la fantascienza si mescola alla filosofia (di vita). Il giovane protagonista, interpretato da Timothée Chalamet, intraprende il viaggio più difficile e importante della sua esistenza. Un viaggio di formazione sullo sfondo di una guerra che miete vittime e devasta i pianeti.
The Suicide Squad – Missione suicida
Il secondo capitolo di Suicide Squad, incentrato sulle vicende di un gruppo di criminali al servizio del governo statunitense, somiglia a un lungo giro sulle montagne russe. James Gunn confeziona un cinecomic esplosivo, pieno zeppo di colori, ironia (spesso politicamente scorretta), colpi di scena e violenza. La DC Comics aggiunge così un importante tassello alla sua gallery.
Luca
Diretto dal genovese Enrico Casarosa, Luca ha il sapore dei grandi film d’animazione, arricchito dalle numerose suggestioni offerte dalla regione ligure. I temi dell’identità, della diversità, dell’accettazione e dell’amicizia trovano un loro particolare spazio, regalando emozioni genuine e indelebili. Un piccolo gioiello ispirato alla Leggenda di Colapesce.
Eternals
L’enorme successo al botteghino è stato accompagnato da critiche discordi, ma il valore di Eternals è indiscutibile. A partire dal trovare un’autrice come Chloé Zhao in cabina di regia, sino alla presentazione di una serie di personaggi tanto affascinanti, quanto fondamentali nell’universo Marvel. Lungo ma illuminante (letteralmente e simbolicamente).
Maschile singolare
Vincitore di tantissimi premi ed esportato già in buona parte del mondo, Maschile singolare di Alessandro Guida e Matteo Pilati è senza alcun dubbio (e a ragione!) la rivelazione del 2021. Con una sensibilità particolare, una delicatezza e un’ironia a tratti pungente, la pellicola parla di vita nelle sue sfumature e presenta un trio di personaggi memorabili – interpretati da Giancarlo Commare, Eduardo Valdarnini e Gianmarco Saurino.
Ghostbusters: Legacy
Sequel del franchise originale, diretto da Jason Reitman (figlio del regista dei film degli anni Novanta), Ghostbusters: Legacy fa vibrare le corde dei nostalgici, riempiendo al tempo stesso gli occhi e il cuore dei nuovi appassionati. Orchestrato alla perfezione, con un bel gioco di omaggi, rimandi e citazioni, e un cast a dir poco eccezionale.
Malcolm & Marie
Zendaya e John David Washington danno vita a una vera e propria perla d’autore. Sam Levinson (figlio del più celebre Barry) scrive e dirige un film in bianco e nero di un’eleganza e di un’intensità sopraffine. Rari i cambi di location – essendo ambientato all’interno di un appartamento – ma numerosi e interessanti gli spunti di riflessione.
I Nostri Fantasmi
La seconda prova dietro la macchina da presa per Alessandro Capitani è un’opera semplice, eppure d’effetto. Sfruttando le performance di Michele Riondino e del piccolo Orlando Forte, giocando con le suggestioni horror e delegando le emozioni a una colonna sonora ad hoc, racconta perfettamente uno spaccato di vita vera. Con uno sguardo all’happy end da fiaba.
The Harder They Fall
Quest’opera targata Netflix, diretta da Jeymes Samuel, è quasi un unicuum nel panorama del genere. Il western all black, capitanato da Idris Elba e Jonathan Majors (Lovecraft Country), è energia allo stato puro. Ritmo sostenuto e figure emblematiche ne costituiscono la base, su cui viene elaborata una classica parabola sul passato, la vendetta e l’amore.
I 10 FILM migliori del 2021
di ANTONIO MAIORINO
Annata cinematografica densa, con una concentrazione di uscite di buona qualità, dovuta in parte anche a precedenti rinvii. Drive My Car di Ryūsuke Hamaguchi, adattamento da un racconto di Murakami, è un film che pretende, nei silenzi quanto nei dialoghi, di comunicare con lo spettatore e modificarne qualcosa nel profondo. E se non fosse una classifica auto-disciplinata, di Hamaguchi inserirei anche il bellissimo Il gioco del destino e della fantasia: ho però inteso indicare un solo film a regista. Curioso che al secondo posto ci sia il film di Céline Sciamma, che dura meno della metà di quello del regista giapponese. Una levigatezza che paga, e appaga: al piccolo gioiello di Petit Maman bastano 72 minuti per commuovere con l’implosione commovente del suo realismo magico.
Con Titane, vincitore a Cannes, Julia Ducornau voleva stupire e interrogare. Ci è riuscita, ma le preferisco i modi altrettanto spiazzanti, ma meno sensazionali, di Leos Carax e del suo musical impossibile, Annette (altro che la minestra, sì saporita, di West Side Story di Spielberg). Quo Vadis, Aida?, vincitore degli EFA col crudo e decentrato racconto del massacro di Srebenica dagli occhi di una traduttrice dell’ONU, squaderna gli ultimi 20 minuti migliori del 2021. Scompartimento n. 6 i migliori ultimi 20 secondi. Vale un plauso la sua irresistibile Bridget Jones dei ghiacci, regina delle amanti outsiders.
Quo vadis, Aida?, una scena dal sogno del concorso di acconciature con foto di gruppo
Con È stata la mano di Dio, Paolo Sorrentino trova tra i suoi freaks gli accenti più intimi e l’ispirazione di luoghi natii. Di sciabola, in attesa che il bel Belfast di Kenneth Branagh lo mostri persino meglio, ma di fioretto, nelle sale italiane (marzo 2022). Delicato e riflessivo anche Bergman Island di Mia Hansen-Løve, passato un po’ in sordina. Come il ricercato tono minore, da anticlimax, de Il buco di Michelangelo Frammartino. Poesia documentaria, dentro le cose, che funziona meglio dei fuori tempo di The French Dispatch di Wes Anderson, tutto design, o della crudele patinatura de Il potere del cane di Jane Campion. Documentario anch’esso, ma chiassoso e vibrante, Summer of Soul riporta alla luce con toni schiantanti il taciuto festival di Harlem, contemporaneo al più celebrato Woodstock. Avete capito che amo gli outsiders. Ma escludo Nomadland, uscito nell’anno solare, ma che mi sembra appartenere già a un’altra stagione cinematografica.
- Drive My Car
- Petite Maman
- Annette
- Titane
- Quo Vadis, Aida?
- Scompartimento n. 6
- È stata la mano di Dio
- Bergman Island
- Il buco
- Summer of Soul
I FILM imperdibili del 2021
di GIANLORENZO FRANZÌ
…nonostante la pandemia, o magari forse proprio per questo, il 2021 è stata una delle migliori annate dal punto di vista della produzione cinematografica, italiana ancorché straniera: non è per campanilismo se cinque sui dieci migliori film parlano italiano. Bellocchio è solo la punta dell’iceberg di un nutrito gruppo di leggende del cinema che continuano a mostrare una vitalità stupefacente e incredibile, senza prestare minimamente il fianco a stanchezza o blocchi autoriali.
Il suo Marx puó attendere, evento in sala, è un’opera dolorosa come poche ed è un ritorno al cinema familiare dei pugni in tasca che riporta a galla quel gorgo emotivo soffocante e necessario, con immagini che portano avanti e raccontano una rivoluzione sempre più intima; Il Cattivo Poeta è invece un esordio folgorante, di Gianluca Jodice, che, mentre mette in luce un lato meno conosciuto di D’Annunzio, rivela un grande regista ed è un biopic insolito, con un punto di vista laterale che si pone ad osservare un mondo, un sentimento e un’epoca.
Anche Qui Rido Io, di Mario Martone, è un biopic, ma trasfigurato dal punto di vista del regista: la (con)fusione tra capofamiglia e capocomico in una specie di recita continua ma che mostra una frattura, un’incrinatura nell’uomo Scarpetta, dal quale erutta il mistero doloroso della paternità.
Diabolik, dei fratelli Manetti, è un film bellissimo che corre come un diesel: all’inizio sembra arrancare, ma è una mossa di scacchi preparatoria per posizionare tutti gli elementi del racconto al proprio posto, per poi avvinghiare lo spettatore nella sua trappola squisitamente retrò. Risposta al fracassone e pleonastico Freaks Out di Mainetti (che ha avuto il sostegno solo di una parte di critica schierata e posizionata per un risultato invece molto insoddisfacente e di certo deludente dal punto di vista degli incassi), la storia di Eva Kant deve essere portabandiera di un genere -i cinecomics- che sta lentamente fagocitando il mercato e le sale ma che contemporaneamente si sta mostrando capace di saper amalgamare diverse anime, da quella più mainstream alle necessità più autoriali.
Ariaferma, il bellissimo film di Leonardo Di Costanzo, triangola le anime rinchiuse in un carcere dismesso e ridisegna le geometrie emotive: mostrando, insieme ai cinque film di sopra, un cinema italiano che sa guardare al passato per illuminare di luce diversa il presente e il futuro.
Passando oltreoceano, La Casa In Fondo Al Lago è una riflessione sui meccanismi della paura che Baustillo e Maury sanno trasformare in horror insolito e inquietante.
Lasciali Parlare è forse il capolavoro (o sicuramente uno dei film migliori) di Soderbergh, una ronda emotiva basata sul non detto, sul rimorso e sul rimosso.
Titane di Julia Ducornau è lo sdoganamento definitivo dell’horror, con il suo trionfo a Cannes, un misto di genio e follia che provoca uno shock esteriore per poi rivelarsi una provocazione cronenberghiana di classe in bilico fra stordimento formale ed emozione purissima.
Chiude il cerchio e la parata Madri Parallele, l’ultimo sfrontato capolavoro di Pedro Almodovar, che come il Bellocchio citato in apertura prosegue senza sosta nel suo scavo intimo, e tira fuori un film a duplici dimensioni, sovrapponendo il canone del melò a lui sempre caro un discorso sulla Storia con una forza mai vista così sfrontata e lucida nel suo cinema
- Marx può aspettare
- Il cattivo poeta
- Qui rido io
- Lasciali parlare
- Diabolik
- La casa in fondo al lago
- Ariaferma
- Titane
- Madri Parallele
I 10 FILM DEL 2021 da vedere assolutamente
di VERONICA RANOCCHI
Il 2021 è stato sicuramente un anno che, cinematograficamente parlando, ha cercato di risollevarsi parlando in maniera universale di tutto e a tutti. Proprio per questo, sono vari ed eterogenei sia i titoli che hanno caratterizzato in generale l’anno che sta per chiudersi sia quelli che ho deciso di selezionare in una sorta di classifica.
Da mettere in risalto sicuramente il cinema italiano che ha regalato, in più occasioni, alcune vere e proprie perle. Una su tutte è l’ultimo film di Paolo Sorrentino, È stata la mano di Dio, premiato a Venezia con il Leone d’argento, che è il film più intimo e personale del regista. Immancabile. Per un cinefilo soprattutto. Ma anche Freaks Out di Gabriele Mainetti, osteggiato da molti, è forse uno dei pochi prodotti di questo 2021 in grado di far evadere completamente anche con un pizzico di magia e tanti incredibili effetti speciali. E come non citare Qui rido io con un Mario Martone che riporta il teatro al cinema, come sempre, in maniera straordinaria grazie anche a un incredibile Toni Servillo. E poi un pizzico di Italia oltreoceano con Luca, che, seppur Pixar, ha la firma di Enrico Casarosa.
Tanto spazio anche all’universo femminile, davanti e dietro la macchina da presa con tre titoli imponenti: Passing, esordio alla regia di Rebecca Hall, arrivato in anteprima alla Festa del cinema di Roma e, poi, su Netflix con un’attenzione degna dei più grandi veterani. Si potrebbe quasi definirla Una donna promettente come quella raccontata da Emerald Fennell, e interpretata da Carey Mulligan con una storia pungente e profonda, capace di divertire e destabilizzare. E, infine, come non citare L’événement, Leone d’oro a Venezia. Crudeltà e coraggio sono i due sostantivi che meglio descrivono il film, un pugno nello stomaco che metterà a dura prova, fisicamente ed emotivamente, qualsiasi spettatore.
One Second
Un cinema che vuole tornare a essere protagonista delle nostre vite, come ci indica Zhang Yimou nel suo One Second che strizza l’occhio un po’ a Nuovo Cinema Paradiso e un po’ a Ladri di biciclette. Immancabili, poi, The Father – Nulla è come sembra con un Anthony Hopkins formidabile al centro di una storia efficace in tutto. E Il collezionista di carte dove un altro grande protagonista, Oscar Isaac, interpreta un uomo solo e solitario tratteggiato dalla regia di Paul Schrader.
- È stata la mano di Dio
- Freaks Out
- Luca
- Passing
- Una donna promettente
- L’événement
- Qui rido io
- One second
- The Father – Nulla è come sembra
- The Card Counter
I 10 FILM del 2021 da vedere ora
di MARCELLO PERRUCCA
Il 2021 è stato l’anno della riapertura delle sale cinematografiche dopo la quasi totale chiusura dell’anno precedente, causa pandemia. Fra distribuzione in sala e uscite direttamente in streaming, l’annata appena trascorsa è stata contraddistinta da numerosi interessanti film, a partire da First Cow di Kelly Reichardt, atipico e suggestivo western: celebra un’amicizia che nasce e si rafforza nei momenti difficili, raccontata con estrema sensibilità.
A seguire due registi che hanno, in maniera diversa, fatto parlare di sé per il modo anticonvenzionale di trattare i rispettivi temi. Da un lato Radu Jude che, confermando la grande vitalità del cinema rumeno, con Sesso sfortunato o follie porno mette in scena l’ipocrisia di una società resa per nulla migliore dalla pandemia. Dall’altro la francese Julia Ducournau che, con il suo sconcertante Titane, mix di fantascienza e horror, filma la progressiva scomparsa dei confini fra l’umano e la macchina e quella fra le differenze di genere. In una metamorfosi dei corpi che preannuncia la nascita dell’essere nuovo.
A quattro anni da Blade Runner 2049, torna il canadese Denis Villeneuve. Lo fa utilizzando ancora il genere di fantascienza con Dune, un’opera ambiziosa che porta sullo schermo la colossale opera letteraria di Frank Herbert, impresa già affrontata nel passato da David Lynch. Film ancora incompiuto in attesa della seconda parte prevista per il 2023, con il quale Villeneuve tratta i temi a lui più cari in un’opera caratterizzata da una messinscena imponente, con una grande colonna sonora e una splendida fotografia.
Fra certezze e conferme, l’elenco si arricchisce dell’ultimo Pedro Almodovar: con Madres paralelas realizza un intenso e intimo dramma che unisce due donne e il dolore per la perdita di un figlio e quello per le morti che riaffiorano dal passato della Storia. Del nuovo film di Céline Sciamma Petite Maman, un’immersione nel complesso mondo dell’infanzia e, allo stesso tempo, un viaggio nella memoria e del ritorno dietro alla macchina da presa di Jane Campion che, con Il potere del cane, realizza un film intenso, intriso di dolore, finzioni e vendetta. Un film dal sapore tardo-western che mette in scena il difficile rapporto fra due fratelli dagli opposti caratteri, analizzandone le complesse personalità.
Concludiamo la decina con France di Bruno Dumont, dura critica a un sistema mediatico giunto ormai a un punto di non ritorno; Cry macho – Ritorno a casa, con cui Clint Eastwood stupisce ancora una volta realizzando un film delicato e ironico sul rapporto fra un vecchio e un giovane e tra un padre e un figlio, anche se non biologici (così come già fece in Un mondo perfetto, Million Dollar Baby, Gran Torino); e, Diabolik con cui i Manetti Bros riportano sullo schermo il ladro capace di assumere mille identità e la sua splendida compagna Eva Kant, riuscendo a mantenere intatte le atmosfere delle storie create dalle Sorelle Giussani, calandole in un contesto noir avvincente e azzeccato.
Menzione d’onore, infine, per Tre piani di Nanni Moretti; Un altro giro di Thomas Vinterberg; Ariaferma di Leonardo Di Costanzo; Il silenzio grande di Alessandro Gassmann e Sir Gawain e il cavaliere verde di David Lowery.
- First Cow
- Sesso sfortunato o follie porno
- Titane
- Dune
- Madres Paralelas
- Petite Maman
- Il potere del cane
- France
- Cry macho
- Diabolik
I 10 FILM DEL 2021 da vedere
di ANTONIO PETTIERRE
Il cinema resiste, nonostante tutto. E prospera. Almeno dal punto di vista artistico. Ormai, la sala cinematografica non è l’unico luogo deputato alla fruizione dei film, ma sempre più si dovrà fare i conti con l’offerta delle piattaforme streaming che permettono la loro visione attraverso differenti apparati e in diversi spazi e luoghi. Quindi, nella mia classifica personale ci sono film prodotti e distribuiti (in modalità esclusiva o in sinergia con i cinema) da Netflix e Amazon che sono diventate delle realtà con cui confrontarsi produttivamente.
Il miglior film resta comunque Dau.Natasha che fa parte di un progetto monstre del giovane regista russo Ilya Khrzhanovskiy e che apre una prospettiva nuova su cosa è il cinema portando lo spettatore in una realtà alternativa. C’è poi il giapponese Ryūsuke Hamaguchi, un altro giovane, che ormai si è fatto conoscere a livello internazionale ed è presente con due film, Drive My Car e Il gioco del destino e della fantasia, capaci di parlare a un pubblico universale. Ma grandi storie dal punto di vista visivo per solennità di messa in scena e profondità di sguardo li abbiamo da pellicole provenienti da esperienze le più disparate: Il buco dell’italiano Michelangelo Frammartino, Dune del canadese Denis Villeneuve, Sir Gawain e il Cavaliere Verde dell’americano David Lowery e Il potere del cane della neozelandese Jane Campion. Abbiamo anche lo sguardo spietato del francese Bruno Dumont sulla società contemporanea della comunicazione donato attraverso la protagonista del suo France. Infine, la discussa e divisiva Palma d’oro del 74° Festival di Cannes data a Titane della giovane francese Julia Ducournau che si lancia in un esperimento visivo di cinema mutante e mutageno e Un altro giro del danese Thomas Vinterberg, elegia sulla giovinezza presente e perduta.
- DAU.Natasha
- Drive My Car
- France
- Il buco
- Dune
- Sir Gawain e il Cavaliere Verde
- Il potere del cane
- Titane
- Il gioco del destino e della fantasia
- Un altro giro
DAU – Natasha
I 10 FILM di successo del 2021 da non perdere
di ANDREA VASSALLE
Le ben note difficoltà che il 2021 cinematografico si è portato con sé fino alla fine, hanno trovato fortunatamente una controparte nel gran numero di ottimi film usciti sia in sala che sulle piattaforme. È stata un’ottima annata anche e soprattutto per il cinema italiano, lasciando da parte ovviamente le riflessioni legate agli incassi, che meriterebbe più spazio in questa classifica e che si è disimpegnato tra cinema d’autore e di genere, documentario e film biografico. Proprio per questo non è semplice citare solo 10 titoli e altrettanti potrebbero meritatamente fargli compagnia, ma la speranza è che questa vitalità possa portare a un 2022 più positivo per la sala cinematografica.
La classifica si apre con Drive My Car di Ryūsuke Hamaguchi, un film tratto da un racconto breve di Haruki Murakami che coniuga al suo interno i temi del teatro, dell’amicizia, del tempo, riflettendo sul linguaggio. Segue il primo dei due film italiani, Marx può aspettare di Bellocchio, l’Alfa e l’Omega del cinema del più grande regista italiano in attività. Il secondo è Qui rido io di Mario Martone, con al centro la figura di Eduardo Scarpetta, tra comicità e maschera. Quello di Bellocchio non è l’unico documentario, un genere sempre più centrale e capace di vette di grande cinema, come testimonia Frederick Wiseman (anche) con City Hall.
Trova posto anche l’irriverente Bruno Dumont con France, feroce osservazione sulla società dell’immagine occidentale, mentre Céline Sciamma conferma il proprio talento dopo il bellissimo Ritratto della giovane in fiamme, realizzando Petite Maman. Se abbiamo giustamente considerato l’ottima annata del cinema italiano, non va dimenticato quello romeno, che sta vivendo da ormai alcuni anni un periodo di grande forma e Malmkrog di Cristi Puiu e Sesso sfortunato o follie porno (vincitore al Festival di Berlino) di Radu Jude ne sono un’ulteriore prova. Completano la classifica Lasciali parlare di Steven Soderbergh e Days di Tsai Ming-liang, un’opera ammantata di silenzi, solitudine e rarefazione.
- Drive My Car
- Marx può aspettare
- City Hall
- France
- Lasciali parlare
- Malmkrog
- Days
- Petite Maman
- Qui rido io
- Sesso sfortunato o follie porno
Sesso sfortunato o follie porno migliori film per Taxi drivers
I 10 FILM DEL 2021 da non perdere assolutamente
di MARIA CRISTINA LOCURATOLO
Cosa resterà di questo 2021, cinematograficamente parlando? Sicuramente tanti bei titoli, sia sulle piattaforme streaming che in sala. Tante prove attoriali degne di nota, emozioni festivaliere indimenticabili e, soprattutto, la gioia ritrovata di quel sogno condiviso che è il cinema in sala.
La mia personale classifica si apre con un piccolo gioiello, una storia a cui ci si abbandona dolcemente, come a una favola della buonanotte: Petite Maman di Céline Sciamma. Un film che è una carezza sul cuore, leggiadro e profondo, delicato e profondo, essenziale e pregnante. Un’opera di rara sensibilità e poesia, assolutamente un must see.
Per il secondo posto, scelgo il pluripremiato Minari di Lee Isaac Chung, uno stile classico per raccontare il multiculturalismo in America, un cast eccezionale su cui svetta l’attrice Premio Oscar Yoon Yeo-jeong. La sensibilità, i tempi della narrazione e la caratterizzazione dei personaggi sono profondamente coreani. Il sogno americano viene filtrato attraverso gli occhi innocenti di un bambino, quelli disincantati dei suoi genitori e quelli ironici di una nonna che rappresenta, al contempo, le radici da cui non ci può mai staccare e il futuro su cui seminare speranze.
In terza posizione, The Father – Nulla è come sembra di Florian Zeller, un dramma da camera raffinato, talmente intenso da essere difficile da metabolizzare, un viaggio nei territori sconosciuti e impenetrabili della mente di un uomo affetto da Alzheimer. Interpretazione da pelle d’oca di Anthony Hopkins che, non a caso, si è portato a casa un Oscar per il suo ruolo in questo film.
This image released by Sony Pictures Classics shows Anthony Hopkins in a scene from “The Father.” (Adam Hinton/Sony Pictures Classics via AP)
Una donna promettente di Emerald Fennel, revenge movie al femminile, si guadagna la quarta posizione. Il simil Joker in gonnella di Carey Mulligan, in un mondo dominato da maschi sporchi e cattivi (anche i più insospettabili) convince e intrattiene.
Quinto posto per il film targato Disney, diretto da Craig Gillespie, Crudelia: una rivisitazione pop del celebre personaggio de La carica dei 101 con una colonna sonora imperdibile e una spumeggiante Emma Stone che impersona una villain già diventata iconica.
Complice il mio amore incondizionato per i felini, piazzo sesto in classifica, Il visionario mondo di Louis Wain di Will Sharpe, disponibile su Amazon Video. Una storia singolare e immaginifica su un artista geniale che ha inventato uno stile del tutto personale, dominato da gatti. Benedict Cumberbatch nei panni dell’estroso illustratore è assolutamente perfetto.
Settimo Estate 85, un tuffo nostalgico negli anni Ottanta, una storia d’amore dal sapore vintage, magistralmente orchestrata da Ozon e interpretata da due giovani promesse del cinema francese, Benjamin Voisin e Félix Lefebvre.
Visto in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia e, in uscita a chiusura di quest’anno, il 30 dicembre, Illusioni Perdute di Xavier Giannoli, ottavo nella top ten, traspone sullo schermo un’opera dall’impianto classico, ma dall0 spirito vibrante e contemporaneo. Cambiano le epoche e i personaggi, ma sostanzialmente la commedia umana è sempre la stessa.
Nono in classifica Madres Paralelas, film in pieno stile Almodovar, pur essendo lontano dal capolavoro Dolor y Gloria, è un melodramma carico di emotività che trova in Pénelope Cruz, attrice feticcio del regista spagnolo, la sua giusta interprete. Un’opera che celebra la vita, nella sua massima espressione, la nascita, ma anche attraverso il lutto e la perdita.
The last but not least…The Unforgivable di Nora Fingscheidt, disponibile su Netflix. Il dramma di una donna, destinata a portare il peso di una colpa inammissibile merita attenzione soprattutto per la superba performance di Sandra Bullock. La scena face to face con Viola Davis è davvero memorabile.
- Pétite Maman
- Minari
- The Father – Nulla è come sembra
- Una donna promettente
- Crudelia
- Il visionario mondo di Louis Wain
- Eté 85
- Illusioni Perdute
- Madres Paralelas
- The Unforgivable
Carey Mulligan stars as “Cassandra” in director Emerald Fennell’s PROMISING YOUNG WOMAN, a Focus Features release.
Credit: Courtesy of Focus Features