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Focus Italia

Reality di Matteo Garrone disponibile su Raiplay dal 14 al 20 Giugno

Con Reality Matteo Garrone segnala in maniera drammatica ed efficace il definitivo compimento della degenerazione antropologica prodotta dalla logica dello spettacolo. Luciano, un genuino pescivendolo, viene trascinato in un lento ma inesorabile processo di de-realizzazione che ne muta in profondità la soggettività

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Reality è disponibile su Raiplay a questo link dal 14 al 20 Giugno

Un film del 2012 diretto da Matteo Garrone. Tre David di Donatello 2013, Gran Premio Giuria a Cannes 2012

Il film è ispirato alla vera storia dell’allora cognato di Garrone (il fratello della sua ex compagna), che nella realtà svolgeva la professione di pescivendolo e cercò di sfondare nel mondo dello spettacolo tramite il Grande Fratello. Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2012 il 18 Maggio, aggiudicandosi il Grand Prix Speciale della Giuria. Nelle sale italiane è uscito il 28 Settembre 2012. Sceneggiato da Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Maurizio Braucci e Ugo Chiti, con la fotografia di Marco Onorato, il montaggio di Marco Spoletini, i costumi di Maurizio Millenotti e le musiche di Alexandre Desplat, Reality è interpretato da Aniello Arena, Claudia Gerini, Loredana Simioli, Nunzia Schiano, Ciro Petrone

Trama
Per mantenere la moglie e i due figli e soddisfare i bisogni indotti dalla modernità, il napoletano Luciano (Aniello Arena) fa il pescivendolo insieme al cugino e si districa tra piccole truffe. Nel suo piccolo, ha però un grande desiderio: sogna di partecipare al reality Grande Fratello, con la speranza di avere un ritorno economico dall’avventura televisiva che gli permetterebbe di cambiare vita e futuro e di assecondare una certa dose di narcisismo insita in lui. Divenendo ossessionato dall’idea, finisce con il perdere il senso della realtà, distorcendo la percezione di ciò che lo circonda.

«Napoli è ancora l’ultima metropoli plebea, l’ultimo grande villaggio (e per di più con tradizioni culturali non strettamente italiane): questo fatto generale e storico livella fisicamente e intellettualmente le classi sociali. La vitalità è sempre fonte di affetto e ingenuità. A Napoli sono pieni di vitalità sia il ragazzo povero che il ragazzo borghese».

Questo stralcio, estratto dalle Lettere luterane (1975), testimonia l’affetto che Pier Paolo Pasolini nutriva per la metropoli partenopea, considerata l’ultimo grande argine contro quella «mutazione antropologica» degli italiani, già diffusamente denunciata negli Scritti corsari. Gennariello, l’immaginario ragazzo con cui il poeta friulano dialogava, incarnava quel residuo di innocenza e vitalità («gli occhi ridarelli») che nel suo cinema aveva assunto le fattezze di Ninetto Davoli (La sequenza del fiore di carta, 1968). Ebbene, il Luciano (Aniello Arena) di Matteo Garrone, protagonista di Reality, sembra far rivivere il candore, quella dimensione mitica del quotidiano che sempre aveva ispirato l’opera di Pasolini, laddove la mitizzazione della natura (e quindi della vita) comporta «un movimento antihegeliano e antidialettico, perché la natura non conosce “i superamenti”. Ogni cosa in essa si giustappone e coesiste».

La prima parte del film, contraddistinta da una coralità assai efficace, rievoca le atmosfere del teatro di Eduardo, con riferimento all’intreccio famigliare viscerale, plateale, magnifico e comico: Garrone, da acuto antropologo quale è, penetra nel tribalismo dei legami parentali, producendosi in virtuosismi tecnici (il planare piano sequenza sulla carrozza trainata dai cavalli bianchi) che suggeriscono il carattere fiabesco della vicenda messa in scena. Luciano/Pinocchio/Gennariello è un pescivendolo solare, sorridente, che, anche quando adotta atteggiamenti anti-sociali (la ‘truffa del robottino’, l’intolleranza per il mendicante), intrattiene con la realtà un rapporto genuino e istintivo, essendo ancora sufficientemente immune dalla cultura della celebrità e del consumo (anche se una certa quota di narcisismo preannuncia i prodromi del malessere di cui sarà vittima).

Particolarmente riuscita è la sequenza, ambientata in un centro commerciale, in cui Luciano, pregato dalle figlie, si sottopone al provino per partecipare al programma televisivo: la supplica delle bambine nei confronti del padre produce una sensazione molto sgradevole, nella misura in cui si è costretti a registrare l’impossibilità di preservare l’innocenza dell’infanzia dalla colonizzazione dello spettacolo del capitale. A questo punto inizia il delirio paranoide del protagonista, risucchiato in un processo di de-realizzazione che culmina nella sequenza finale, giusto contrappunto che chiude geometricamente il movimento ellittico (non nel senso della sintesi) della narrazione.

Da segnalare, infine, la scena in cui Luciano, in un certo senso, allucina: un grillo (chiara allusione a Collodi) penetra nella sua stanza, destando stupore. Lo sguardo dell’insetto, rivolto in soggettiva al protagonista e allo spettatore, irrompe, spezzando la catena significante, ponendosi come elemento traumatico, come un’immagine che spunta all’improvviso tra le altre, annullandole, e richiedendo imperiosamente attenzione:un lampante esempio di ricaduta idolatrica del prototipo, di immagine falsa, di deiezione maniaco depressiva, che suggella esemplarmente la triste parabola di Pinocchio/Gennariello.

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  • Anno: 2012
  • Durata: 110'
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Matteo Garrone