Algo viejo, algo nuevo, algo prestado è un film argentino di Hernán Rosselli, presentato in anteprima nella selezione della Quinzaine des Cinéastes al Festival di Cannes 2024 e vincitore del premio per il Miglior Film al Festival Internazionale del Cinema di Gijón.
Algo viejo, algo nuevo, algo prestado – Trama e recensione
Rosselli, montatore esperto, al suo terzo lungometraggio da regista, utilizza materiali eterogenei per ricostruire un frammento della storia della famiglia Felpeto, attiva nel circuito delle scommesse clandestine a Buenos Aires. La narrazione si sviluppa attraverso lo sguardo di Maribel (interpretata da Maribel Felpeto), figlia di Hugo Felpeto, storico leader dell’attività. Alla misteriosa morte del padre, Maribel e la madre Alejandra prendono in mano le redini di questa struttura familiare e commerciale complessa, spostando l’asse del potere da una figura maschile a una gestione tutta al femminile.
Una riflessione sul passato e sul futuro
Attraverso le immagini recuperate dalla videocamera di Hugo, uno dei primi a possederne una a Buenos Aires negli anni ’80, e filmati presi in prestito da telecamere di sicurezza e dispositivi amatoriali, Rosselli mostra appieno le sue doti di montatore, dando vita a un racconto frammentario ma coerente, personale e politico.
Il titolo fa riferimento a una tradizione matrimoniale di origine vittoriana, poi diffusa anche in Argentina, secondo la quale la sposa, nel giorno delle nozze, dovrebbe indossare qualcosa di vecchio (algo viejo), qualcosa di nuovo (algo nuevo) e qualcosa di prestato (algo prestado). Il “vecchio” rappresenta la continuità con il passato e il legame con le radici familiari; il “nuovo” è simbolo di speranza e miglioramento; il “prestato” un augurio di felicità, ricevuto da qualcun altro.
Questa simbologia viene qui riletta in chiave narrativa: il vecchio sono i video amatoriali girati da Hugo negli anni ’80, commentati con il voice over di Maribel: immagini di un’Argentina che cercava di ricostruirsi dopo gli anni bui della dittatura, ma ancora segnata da ansie economiche e morali, in cui la sopravvivenza spesso si ricercava ai margini della legalità.Il nuovo è rappresentato dalle scene girate oggi, che raccontano la presa di potere delle donne nella famiglia Felpeto, un ribaltamento delle gerarchie che riflette anche trasformazioni più ampie nella società argentina contemporanea. Il prestato, infine, è costituito dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso, materiali esterni e impersonali, che Rosselli rielabora per completare un mosaico visivo che è al tempo stesso memoria personale e ritratto collettivo.
Algo viejo, algo nuevo, algo prestado è un’opera ibrida e potente, che intreccia una storia familiare e la cronaca sociale con grande delicatezza e rigore formale.
L’eredità dei gangster movie
Come affermato dallo stesso Rosselli in un’intervista, il film guarda ai grandi classici della cinematografia di genere gangster come Il Padrino (1972) e C’era una volta in America (1984), in una chiave più intima, lontana dai fasti hollywoodiani. Legame familiari che si intrecciano con attività illecite, come nel capolavoro di Coppola, mentre del film di Sergio Leone si ritrova lo stesso senso del tempo e della memoria che ritorna a tratti, frammentata.
Algo viejo, algo nuevo, algo prestado è, in conclusione, un’opera sul legame tra il vecchio e il nuovo, sul passato e sulla sua eredità che diventa bagaglio da portarci nel futuro.