Con “commedia all’italiana” si fa riferimento a quel filone cinematografico sviluppatosi tra la fine degli anni ’50 e la metà degli anni’70, con qualche escursione successiva. Grandi autori come Monicelli, Risi, Scola e Comencini diressero storie dolceamare, capaci di far sorridere sulle disgrazie del popolo italiano. Attori come Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi divennero i volti dell’Italia che si lecca le ferite del dopoguerra e che riparte negli anni del Boom. Ecco otto film, non in ordine di qualità, per (ri)scoprire la bellezza di questo filone.
I soliti ignoti (M. Monicelli, 1958)
Uno degli heist movie più singolari di sempre, datato 1958. Una mal assortita banda di scassinatori improvvisati organizza un piano per impossessarsi del contenuto della cassaforte di un banco di pegni ma, ovviamente, qualcosa andrà storto. I soliti ignoti è un film di all-star del cinema italiano: la regia di Mario Monicelli, la sceneggiatura scritta da Age & Scarpelli e Suso Cecchi D’Amico e il cast stellare composto, tra gli altri, da Vittorio Gassman, Totò, Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale rendono questo film una pietra miliare del nostro cinema, e non solo. Per saperne di più, anche su dove vederlo, potete guardare qui.
Ancora Monicelli alla regia per questo film del 1959 ambientato tra le trincee della Prima Guerra Mondiale. Nel 1916 due soldati vigliacchi e scansafatiche si ritrovano al fronte per combattere gli austriaci, ma fino a che punto potranno ignorare le responsabilità della guerra? Alberto Sordi e Vittorio Gassman sono gli eroi tragici di questa amara commedia che racconta, prima ancora del dramma della guerra, la gioia di vivere. La grande guerra è una delle più grandi espressioni del cinema italiano, capace come pochi altri film di coniugare dramma e risate, tragedia e farsa.
Uscito nel 1960, lo stesso anno de La dolce vita e Rocco e i suoi fratelli, Tutti a casa è uno dei film più noti e amati di Luigi Comencini, che per l’occasione dirige un monumentale (tanto per cambiare) Alberto Sordi. L’intreccio vede uno sventurato ufficiale dell’esercito italiano costretto alla fuga insieme a quel che resta della sua compagnia a seguito dell’Armistizio. Il nostro protagonista dovrà attraversare mezza Italia per tornare a casa, passando attraverso le rovine e le miserie di un paese distrutto dalla Guerra. Un grande affresco della vita post 1943, tra anarchia, confusione, unioni e fedeltà messe alla prova.
Una vita difficile (D. Risi, 1961)
Parliamo ancora una volta di Alberto Sordi ma stavolta diretto dal più duro dei registi di questo filone, Dino Risi. Uscito nel 1961, Una vita difficilenarra le vicende di un partigiano diventato giornalista nel dopoguerra, e del turbolento rapporto con la sua amata, interpretata da una eccezionale Lea Massari. È una storia d’ampio respiro storico che ripercorre, con gli occhi idealisti del suo protagonista, alcuni dei momenti più importanti dell’Italia postbellica, con la crudele ironia tipica di Risi.
Il sorpasso (D. Risi, 1962)
Altro film di Dino Risi, ma stavolta la storia non è quella di una vita ma di una giornata, Ferragosto. Uscito nel 1962 e ambientato nello stesso periodo, Il sorpasso ha per protagonisti un timido e solitario studente, interpretato dal leggendario Jean-Louis Trintignant, e un quarantenne esaltato e cafone, interpretato da Vittorio Gassman, che, dopo essersi fortuitamente conosciuti, intraprendono un road trip a bordo della Lancia di Gassman. Costumi e cultura italiana del periodo fanno da sfondo a uno scontro generazionale anticipatore dei grandi moti giovanili di fine anni ’60. Vero cult del nostro cinema, il film di Risi ci regala forse la più nota interpretazione di Gassman che, a bordo della Lancia Aurelia B24, è diventato un mito mondiale.
Nell’anno del Signore (L. Magni, 1969)
Luigi Magni è un nome che viene spesso trascurato quando si passano a rassegna i grandi registi italiani, ma ha regalato al nostro cinema dei film imperdibili. Uno di questi è senza dubbio Nell’anno del Signore, uscito nel 1969, e che presenta nel proprio cast nomi del calibro di Nino Manfredi, Claudia Cardinale, Enrico Maria Salerno, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi. Primo film di una trilogia sulla Roma papalina, narra le vicende di due carbonari arrestati dalla gendarmeria della Chiesa e del tentativo di un gruppo di popolani di liberarli. Film in costume divertente e commovente, che parla dell’influenza della Chiesa, del potere temporale del Papa e, soprattutto, della forza delle parole. Per saperne di più potete leggere un approfondimento qui.
Amici miei (M. Monicelli, 1975)
Uscito nel 1975, Amici miei è entrato nell’immaginario collettivo come poche altre pellicole. La supercazzola, la scena degli schiaffi ai passeggeri del treno e il personaggio del conte Mascetti sono tra gli elementi più riconoscibili di questo film, primo di una fortunata saga. La trama ruota attorno a cinque amici dalle vite insoddisfacenti che si ritrovano, di tanto in tanto, per fare delle “zingarate”, delle gite piene di scherzi più o meno crudeli. Mario Monicelli dirige Ugo Tognazzi (nel suo ruolo più famoso), Adolfo Celi, Gastone Moschin e Philippe Noiret in questo film dove le risate sono l’unica cura al grigiore delle vite dei protagonisti. Il grandioso finale è probabilmente il miglior manifesto di cosa sia la commedia all’italiana. Per approfondire potete consultare questo articolo uscito in occasione dei 40 anni del film.
C’eravamo tanto amati (E. Scola, 1974)
Nel 1974 Ettore Scola mette insieme Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli e Aldo Fabrizi in questo film generazionale. La storia narra di tre amici, ex partigiani, che s’innamorano della stessa donna, ma i conflitti riguarderanno anche le loro scelte compiute alla fine della guerra. C’eravamo tanto amati è un film che racconta la fine di un sogno, il tradimento di un ideale, che narra quello che volevamo essere e che non siamo mai diventati. Ettore Scola ci regala uno dei film più toccanti e sinceri della nostra storia, dando vita a un opera unica.
Ovviamente, questa breve lista andrebbe ampliata con tanti altri titoli. Ci si potrebbe chiedere dove sono le avventure di Vittorio Gassman e della sua Armata Brancaleone? Dov’è il delitto d’onore bramato da Monica Vitti ne La ragazza con la pistola? O ancora, dove sono Giancarlo Giannini e Mariangela Melato e i loro rapporti turbolenti nei film di Lina Wertmuller? Servirebbe un intero manuale per delineare l’arco della commedia all’italiana all’interno della storia del cinema, ma magari questa piccola guida può dare una mano a chi vuole un approccio a questo filone straordinario.
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