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Trento Film Festival

‘Il Codice Del Bosco’: le contraddizioni della natura

Una valle ferita e un codice da decifrare

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Presentato in anteprima internazionale al 73. Trento Film Festival– il più antico festival internazionale di cinema dedicato alla montagna – Il Codice del Bosco, diretto da Alessandro Bernard e Paolo Ceretto, sarà proiettato in prima visione il 1° maggio nella sezione Proiezioni Speciali, per poi intraprendere un tour nelle sale italiane a partire dal 5 maggio, distribuito da OpenDDB.

“Il Trento Film Festival non è solo una rassegna cinematografica: non lo è mai stato e mai lo sarà. È un inno alla libertà, al pensiero critico e all’autodeterminazione” – ha dichiarato Mauro Leveghi, Presidente del Festival.

Così Il Codice del Bosco si inserisce con naturalezza in un programma che da sempre promuove il dialogo tra uomo e natura, tra scienza e cultura.

Il Codice del Bosco, la trama:

Nel cuore delle Dolomiti, in Val di Fiemme (Paneveggio, TN), dove l’uragano Vaia ha abbattuto oltre 14.000 alberi nel 2018, una nuova minaccia si sta facendo strada: il bostrico, un insetto silenzioso che si nutre della linfa degli abeti indeboliti, lasciando dietro di sé distruzione e segni che sembrano geroglifici impressi nelle cortecce degli alberi ormai morti. In quella che appare come un’epidemia naturale, due scienziati non convenzionali, Alessandro Chiolerio e Monica Gagliano, si addentrano in un bosco ferito, con l’obiettivo di entrare in contatto con una natura sofferente. Alessandro ha installato nel bosco dispositivi all’avanguardia, i Cybertree da lui inventati, per captare i segnali elettrici delle piante, cercando di decifrarne un linguaggio e avviare un dialogo con essa.

Il ”codice” è lo strumento che permette ai parlanti di comunicare, esprimendo emozioni e informazioni in modo organizzato e coerente. È proprio questo linguaggio che Alessandro e Monica desiderano interpretare e “insegnare” alla natura, per difendersi dall’attacco del bostrico. Quello che doveva essere un esperimento scientifico, però, si trasformerà in un’esperienza che dimostrerà come la natura non possa essere dominata. Il loro viaggio sarà un percorso di ipotesi, errori e continue rivalutazioni.

I protagonisti:

Alessandro Chiolerio è un fisico e coordinatore di un progetto europeo presso l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, dove si dedica allo sviluppo di robot liquidi intelligenti. Specializzato in un approccio interdisciplinare che unisce fisica, nanotecnologie, elettronica e biologia, ha collaborato con la NASA, il Max Planck Institute in Germania e altre istituzioni di prestigio. La sua formazione è di natura rigorosamente razionale.

Monica Gagliano, ecologa di fama internazionale, nominata da Biohabitats come una delle 24 donne più ispiratrici dell’ecologia, è pioniera nel campo della bioacustica vegetale: ha dimostrato sperimentalmente che le piante non solo emettono suoni, ma sono in grado di rispondere a quelli dell’ambiente circostante. Le sue ricerche sfidano il paradigma classico della scienza, aprendo le porte a una forma di intelligenza vegetale che include percezione, memoria e apprendimento.

Il Codice del Bosco, la recensione:

Il film si inserisce in un solco antichissimo, dove il bosco non è mai solo sfondo: è protagonista. Da sempre, nelle fiabe e nella letteratura – dai fratelli Grimm, a Tieck e a Poe – il bosco è un luogo ambiguo: affascinante e terribile, sacro e oscuro, simbolo del sublime.

Nel cinema, il bosco è spesso teatro dell’inquietudine (The Witch, Blair Witch Project), ma anche della meraviglia (Principessa Mononoke, Into the Wild). Il Codice del Bosco si muove con equilibrio tra questi due estremi, dove la foresta non è solo un ambiente naturale o un oggetto di studio, ma una protagonista silenziosa, viva e stratificata. Il codice che Chiolerio e Gagliano cercano di decifrare è quello di una natura che resiste, si trasforma e si difende, ma che non sempre si lascia comprendere.

Il bosco rappresenta un punto di incontro tra Hybris e ascolto: l’intervento dell’uomo, che cerca di forzare il ciclo naturale per salvaguardare la natura, passando oltre a fenomeni come l’uragano e il bostrico, che pur essendo percepiti come catastrofi, fanno parte di un processo più ampio. L’uomo tenta di dominarla, spesso con la monocoltura o cercando di “salvare” l’ambiente con interventi diretti. Ma l’albero non si ferma: cresce intorno agli ostacoli, si adatta, continua, o muore. Allo stesso modo, la foresta del film, ferita da Vaia e dal bostrico, risponde, dimostrando che la natura non può essere controllata, ma piuttosto ascoltata e rispettata nel suo continuo divenire.

Conclusioni: un film necessario

Il Codice del Bosco è un film necessario, perché ci spinge a guardare e ascoltare in modo nuovo ciò che ci circonda. È un invito a riconsiderare il nostro rapporto con la natura, non come padroni ma come veri spettatori. Come traduttori imperfetti di un linguaggio che ci sovrasta. ”Cosi quando ci si voleva stabilire in un posto, per coltivare un terreno, per costruire un tempio, si doveva interrogare il ”genius loci”, e mettersi in ascolto”.

È un’opera che unisce la scienza al dubbio, e forse è proprio questo il suo grande merito.

IL CODICE DEL BOSCO

  • Anno: 2025
  • Durata: 93'
  • Distribuzione: OpenDDB - Distribuzioni Dal Basso
  • Genere: film documentario
  • Nazionalita: Italiana
  • Regia: Alessandro Bernard e Paolo Ceretto
  • Data di uscita: 05-May-2025