Con Doctor Strange nel Multiverso della follia (Doctor Strange in the Multiverse of Madness, 2022) di Sam Raimi, tessera numero ventotto della già vasta saga Marvel, l’MCU (Marvel Cinematic Universe) si espande ulteriormente. Il Multiverso, accennato flebilmente in Thor: The Dark World(2013) di Alan Taylor, illustrato a parole in Doctor Strange (2016) di Scott Derrick, e poi apparso in Spider-Man: No Way Home (2021) di John Watts, con questo secondo Doctor Strange si manifesta in tutta la sua complessità temporale.
Pertanto, dopo le battaglie sulla terra (Terra-616, che rimane la base per la continuity della saga), l’entrata in scena degli altri pianeti (Thor e Guardiani della galassia), i viaggi nel tempo (Eternals), il Multiverso permette di esplorare mondi equivalenti, che scorrono in parallelo tra loro, e in cui gli stessi personaggi hanno caratteristiche differenti.
Doctor Strange nel Multiverso della follia, che diviene un ulteriore snodo dell’MCU, rispetta perfettamente le regole che hanno forgiato sin dall’inizio la saga: divertire ed emozionare i conoscitori dell’universo Marvel, che possono ricollegare gli avvenimenti, ma al contempo servire a uno spettatore improvvisato un sostanzioso intrattenimento. Spettacolo e humour anche in questo episodio; però meno saldo rispetto al primo Doctor Strange.
Doctor Strange nel Multiverso della follia, la trama
Collegato agli eventi del serial WandaVision (2021) e a Spider-Man: No Way Home, il film è una tonitruante corsa attraverso il Multiverso con il Doctor Strange (Benedict Cumberbatch), il suo amico Wong (Benedict Wong) e Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen). Al centro della vicenda, la new entry America Chavez (Xochtil Gomez).
Il desiderio di una vita normale
Nel film si accentua il desiderio dei supereroi di vivere una vita normale, quotidiana. In Eternals (2021) di Chloé Zhao, l’Eterno Phastos (Brian Tyree Henry) si è ricostruito una vita tranquilla, adottando un bambino; la piccola Eterna Sprite (Lia McHugh) desidera anch’essa una vita comune, che le consenta di crescere, innamorarsi e fare le prime esperienze sessuali. Purtroppo, per la sua condizione di immortale, che le farà crescere un odio interno, rimarrà sempre ferma all’età pre-puberale.
In Dottor Strange nel Multiverso della follia, Scarlett Witch sogna ardentemente di poter vivere la vita di Wanda Maximoff insieme ai i suoi due figli. Stephen Strange, benché la vita gli abbia riservato altra sorte, è ancora rammaricato di aver perso Christine (Rachel McAdams), che si è sposata con un altro.
Il Multiverso, dunque, permetterebbe l’entrata a quella vita parallela tanto desiderata. Lo scontro nasce proprio da questa ambizione personale di Scarlett Witch di poter abbracciare quel sogno. E anche Strange, nel passaggio in un’altra dimensione, vacilla sentimentalmente nel vedere come è differente – e rimasta comune – la vita del suo parallelo.
I mondi paralleli sono sinonimo di vite parallele, e quindi di sosia, però differenti nei modi.
Come già accennato in precedenza, il Multiverso era apparso visivamente in Spider-Man: No Way Home. Nel film, gli Spider-Men di ogni mondo parallelo erano interpretati da tre attori differenti, in uno sfizioso citazionismo meta-cinematografico: Tom Holland (reggente dell’Uomo Ragno dell’MCU), Andrew Garfield (del breve reboot prodotto tra il 2012 e il 2014) e Tobey Maguire (protagonista della trilogia di Raimi)
In Doctor Strange 2, ogni Stephen Strange presente in un mondo parallelo è interpretato dallo stesso Benedict Cumberbatch. Una scelta per evidenziare come le differenze non stanno nella fisicità (al massimo capelli o pizzetto più lunghi), ma nel carattere e nel modo di agire. È la stessa America Chavez, che ha conosciuto uno dei tanti Strange, a farglielo notare.
Doctor Strange 2 e le venature horror
L’entrata in scena di Sam Raimi, subentrato a Scott Derrickson che ha abbandonato per divergenze creative con la Marvel (ma è rimasto uno dei produttori esecutivi), era stata accolta favorevolmente dai fans, della saga e del regista. Il suo tocco, in una (super)produzione in cui bisogna rispettare una linea già tracciata, appare spesso vistosamente.
Il taglio ardimentoso di molte inquadrature, che seguono quel suo vezzo visibile già dal primo La casa (Evil Dead, 1981); il porre molta attenzione ai momenti ironici, quasi per renderli epici (Biancaneve e i sette nani in Tv, che fa da sberleffo a uno degli scontri finali); l’accentuare l’elemento horror mantenendo però un tocco grottesco, come ben evidenzia lo scontro finale.
La pseudo-piovra gigante con un solo grosso occhio che distrugge New York, sembra uscita da uno Sci-Fi degli anni Cinquanta; Scarlet Witch, che lotta per riavere una vita negata, è un alter ego di Maleficent. Ma è proprio nello scontro finale che appare lo stile di Raimi; in particolare sembra di assistere una ghiotta citazione de L’armata delle tenebre (Army of Darkness, 1992). Il Make-Up horror di Strange rievoca quello di Bruce Campbell nel succitato film.
Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers