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Sofia di Meryem Benm’Barek: sotto il conflitto di genere cova quello di classe

Sofia, opera prima della giovane e talentuosa regista marocchina Meryem Benm'Barek, già premiato allo scorso Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard per la miglior sceneggiatura e designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, arriverà nelle nostre sale a partire dal 14 Marzo

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L’esordio nel lungometraggio della regista marocchina Meryem Benm’Barek convince, poiché la giovane cineasta (1984) dimostra di avere non solo capacità di messa in scena – il suo stile si sviluppa su un’estetica che sembra nascere dalla fusione degli sguardi del cinema dei fratelli Dardenne e di Asghar Farhadi -, ma, soprattutto, riesce a inquadrare in profondità la situazione che descrive, senza incagliarsi nella trappola della “contraddizione secondaria”: il dramma vissuto dalla protagonista, Sofia (la non attrice ma calzantissima Maha Alemi) è, di primo acchito, senz’altro ascrivibile alla questione di genere, laddove le donne nel paese nordafricano sono ancora, almeno sul piano giuridico, prive degli stessi diritti degli uomini, e l’ignobile articolo 490 del codice penale marocchino, che prevede la reclusione fino a un anno per chi intrattiene relazioni sessuali al di fuori del matrimonio, rende la loro posizione ancor più angusta.

Ma, come dicevamo, Benm’Barek prima dà corpo al vissuto psicologico dei protagonisti – Sofia scopre di essere incinta e vive tutto il tragico peso di trovarsi “fuorilegge” -, successivamente allarga la prospettiva di osservazione facendo emergere le differenze economico-sociali che danno corpo al conflitto reale che cova sotto traccia e che, davvero, fa la differenza (non quella di genere, per l’appunto, che è la più superficiale, ma quella di classe, ben più significativa). Le famiglie dei due giovani coinvolti nel “fattaccio” cercano in tutti i modi di evitare lo scandalo allestendo un matrimonio fittizio, ma un colpo di scena finale – che non sveliamo per non rovinare la fruizione del film – rovescia le carte in tavola, rivelando quanto il dato economico sia decisivo e influisca sulle azioni che si succedono nel corso degli ottantacinque minuti di visione.

Come giustamente ha sottolineato la stessa Benm’Barek, a proposito della sua opera prima: “È un ritratto del Marocco di oggi. Non volevo fare un film che parlasse solo della condizione della donna, soprattutto perché questa è spesso raccontata come una vittima della società patriarcale, ma non penso sia possibile parlare della situazione femminile senza raccontare la società in sé. Sono convinta che il ruolo della donna si definisca all’interno del contesto socio-economico generale, ed è questo che Sofia racconta”.

Ed è per ciò – lo scrivente si permette di aggiungere – che Sofia assume connotati universali, laddove richiama questioni che, sebbene scandite dalle dovute differenze, sono operative anche negli stati occidentali, e non solo circoscrivibili alla storia e alla cultura di un paese specifico come il Marocco.

Sofia, già premiato allo scorso Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard per la miglior sceneggiatura e designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, arriverà nelle nostre sale a partire dal 14 Marzo grazie a Cine Club Distribuzione di Paolo Minuto che, ancora una volta, ha dimostrato di possedere una linea editoriale illuminata, proponendo coraggiosamente un cinema di valore che risolleva non poco il tenore piuttosto basso della programmazione del nostro circuito. Inoltre, è stata davvero azzeccata la decisione di non doppiare il film in italiano, poiché il contrasto tra il francese e l’arabo (le due lingue parlate dai protagonisti) risulta decisivo per connotare lo scontro e le differenze messe in campo. Se ne consiglia, dunque, caldamente la visione.

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  • Anno: 2019
  • Durata: 85'
  • Distribuzione: Cineclub Internazionale Distribuzione
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia, Qatar, Belgio
  • Regia: Meryem Benm'Barek
  • Data di uscita: 14-March-2019