In uscita al cinema come evento speciale, dal 10 al 12 giugno 2024, grazie ad Anime Factory, The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes porta il marchio dello studio CLAP e la firma di Tomohisa Taguchi, che lo ha scritto e diretto, aggiudicandosi importanti riconoscimenti al Festival di Annecy e agli Anime Trending Awards.
La poesia e la magia del cinema d’animazione attraversano questa storia di perdita e desideri, di doni e amore, accompagnando lo spettatore ad avvicinarsi a qualcosa di mistico, che ha però a che fare con la vita terrena. Quando l’arte riesce in un simile intento, crollano i confini tra schermo e sala, ed è un (raro) piacere per gli occhi e l’anima.
The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes | La trama
Kaoru e Anzu sono due adolescenti come tanti, almeno all’apparenza. In realtà, entrambi hanno alle spalle delle storie difficili. Il primo vive con un padre alcolizzato e aggressivo, poco presente per il figlio e incapace di dargli l’amore che merita. La seconda ha deciso di allontanarsi dai suoi, sentendosi incompresa e non voluta, dopo la scomparsa del suo caro “nonnino”. Se i ragazzi sono agli antipodi in quanto all’atteggiamento – timido e riservato lui, aggressiva e sicura di sè lei – l’incontro, fortuito e fortunato, porterà nelle loro vite un pizzico di speranza.

Dopo un inizio timido e diffidente, Kaoru e Anzu diventano amici. Tra confidenze, confessioni e consigli, i due riflettono, forse per la prima volta, su ciò che sono e che vogliono. Incuriositi dalla leggenda del tunnel di Urashima, decidono di andare in esplorazione, per capire se e come attraversarlo. Si tramanda, infatti, che esso possa far avverare i desideri delle persone, ma c’è un prezzo da pagare.
La magia del cinema al servizio di una grande sensibilità
Partendo dal light novel di Mei Hachimoku e Kukka, The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes affronta temi complessi ma comuni, quali il lutto, il senso di colpa, lo spirito di sacrificio. Anzu e Kaoru lottano per rimanere a galla, fino a quando non capiscono di meritarlo davvero e iniziano a credere in loro stessi. Con una sensibilità superiore alla media e un punto di vista profondamente ancorato alla cultura dalla quale proviene, Taguchi realizza un piccolo gioiello. E, come tale, non è possibile staccare gli occhi dalla meraviglia che si svela pian piano.
Sono i dettagli a fare la differenza: sguardi sognanti, curiosi, accesi, dai colori iperrealistici, ipnotizzano in un istante; capelli setosi, morbidi, mossi dal vento o bagnati dalla pioggia, danno il senso della realtà. Il modo in cui i personaggi si muovono, agiscono, appesantiti da uno zaino pieno o dallo stress di una giornata no, avvicina ancora di più il nostro al loro mondo.

A ciò si aggiunge un utilizzo del sonoro impressionante, con i rumori circostanti che immergono e avvolgono totalmente, senza possibilità di replica. Ogni senso viene stimolato, nel corso del racconto, mentre la magia del cinema e dell’animazione si palesa, conquistandoci.
*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.