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Alice nella città

Alice nella Città: i film imperdibili dell’edizione 2025

Il programma di Alice nella Città, realtà indipendente che affianca la Festa del Cinema di Roma, arricchisce la proposta dell’evento con alcuni dei titoli più interessanti che il panorama festivaliero del 2025 ha avuto da offrire; con questo approfondimento scopriamo cosa non lasciarsi assolutamente scappare.

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Alice nella Città, manifestazione autonoma e indipendente all’interno della Festa del Cinema di Roma, è a tutti gli effetti un festival cinematografico che si svolgerà parallelamente all’evento principale dal 15 al 26 Ottobre. La missione di Alice è quella di inseguire i migliori esordi del panorama cinematografico internazionale per proporli al pubblico di Roma, con una particolare attenzione alle necessità dei giovani spettatori.

Nonostante la selezione sia contenuta, proprio in virtù del desiderio del comitato di selezione di valorizzare ognuno di questi film, può essere difficile orientarsi in presenza di progetti unicamente indipendenti. I registi in questione devono ancora affermarsi a livello internazionale, ed è necessaria una profonda consapevolezza delle maree che plasmano gli entusiasmi del panorama festivaliero per sapere come muoversi al meglio. Con questo approfondimento ci addentriamo quindi nei meandri della selezione di Alice nella Città, evidenziando i titoli di successo che hanno già dimostrato di avere il potenziale per emozionare con le loro storie.

La Torta del Presidente

Da Cannes arriva La Torta del Presidente, il primo titolo iracheno a venire premiato nella storia di quello che è a tutti gli effetti il più prestigioso evento cinematografico dell’anno. Prima è arrivato il People’s Choice Award della Directors’ Fortnight, assegnato dal pubblico al miglior film della loro selezione, e successivamente la Camera d’Or, destinata al miglior debutto di tutto il festival. 

Cresciuto nel sud dell’Iraq durante gli anni ‘90, il regista Hasan Hadi ha sperimentato sulla sua pelle la carenza di cibo che ha messo in ginocchio il paese. Il film nasce dalla necessità di raccontare quel periodo della sua vita, introducendo il pubblico alla tragicomica contraddizione alla base della trama: in Iraq era obbligatorio festeggiare il compleanno di Saddam Hussein, non badando a spese per imbastire i banchetti.

Tutto ha inizio con una temibile lotteria scolastica. Il maestro sta per estrarre i nomi degli alunni che dovranno contribuire ai preparativi per il compleanno di Saddam Hussein. Laima, una bambina di 9 anni, viene incaricata del compito più ‘prestigioso’: dovrà preparare la torta di compleanno. Inizia così l’odissea di Laima, che accompagnata dal suo gallo domestico unirà le forze a un compagno di classe per reperire tutti gli ingredienti necessari alla ricetta. Zucchero, farina, uova e lievito; ognuno contribuirà a costellare di ostacoli la strada dei due bambini, che nel corso della giornata più impegnativa della loro vita vedranno messa alla prova la loro visione del mondo. 

La Torta del Presidente è stato selezionato per rappresentare il proprio paese agli Oscar nella categoria internazionale, e ci sono ottime probabilità che otterrà una candidatura grazie al supporto di Sony Pictures Classic, distributore che si è aggiudicato i diritti nord americani del film.

My Father’s Shadow

Restiamo nei territori di Cannes, ma spostiamo la nostra attenzione sul concorso Un Certain Regard, dedicato ad autori emergenti che devono ancora affermarsi nel panorama internazionale. La lista di titoli che ogni anno genera entusiasmo nella comunità cinefila a partire da questo palcoscenico è lunga, ma se esistesse un premio per il passaparola più dirompente, My Father’s Shadow ne sarebbe sicuramente il vincitore. 

My Father’s Shadow è un racconto semi-autobiografico ambientato nel corso di una sola giornata nella metropoli nigeriana di Lagos, durante la crisi elettorale del 1993. È l’atteso giorno del risultato delle elezioni, con cui la maggioranza della popolazione è ansiosa di mandare via il Presidente Ibrahim Babangida. La cinepresa di Akinola Davies Jr e Wale Davies, fratelli nella vita reale, segue un padre e i suoi due giovani figli in quella che dovrebbe essere una tranquilla gita fuori porta, ma che minaccia di venire ostacolata dalle tensioni politiche che fermentano dietro le quinte. 

Nonostante il differente contesto culturale, il film è stato accostato ad Aftersun per la spiccata sensibilità registica con cui ragiona su una figura paterna distante, affidando ad una prospettiva infantile la responsabilità di guidare una storia personale che si apre a un linguaggio cinematografico evocativo.

Grazie alla giuria della Camera d’Or, che ha appuntato a My Father’s Shadow una menzione d’onore, possiamo tracciare una connessione tra questo film e La Torta del Presidente. Entrambi sono debutti incredibili che hanno consegnato al proprio paese, rispettivamente Iraq e Nigeria, il loro primo successo nella storia del festival di Cannes, ricordandoci che l’obiettivo di queste manifestazioni è puntare i riflettori sul cinema internazionale più audace.

Amoeba

‘AMOEBA’ di Tan Siyou – immagini stampa fornite dal Busan International Film Festival

Amoeba ha avuto la sua anteprima mondiale al Toronto International Film Festival nella sezione Discovery, dove la direzione artistica colloca i registi da tenere d’occhio in futuro. Il comitato di selezione di Alice nella Città sembra concordare, poiché, come vedremo più avanti, Amoeba non è l’unico film proveniente da questo rigoglioso angolo di festival a comparire nel loro concorso.

In Amoeba, la sedicenne disadattata Choo Xin Yu si iscrive a una scuola femminile altamente competitiva a Singapore, dove fa presto amicizia con altre tre ragazze che condividono la sua natura ribelle. La necessità di lottare per integrarsi porta le amiche a giurarsi fedeltà a vicenda, istituendo ufficialmente una gang che rappresenta il loro ideale di resistenza. Quando però i loro atti sovversivi vengono scoperti dal corpo docenti, le loro vite vengono sconvolte.

Al suo debutto, la regista Siyou Tan ragiona sul miscuglio di culture occidentali e orientali che caratterizzano Singapore, la cui multiculturalità potrebbe essere solo un’ingannevole facciata. Un luogo fondato su regole rigide in cui azioni apparentemente innocente, come ad esempio masticare una gomma o dar da mangiare ai piccioni, diventano atto di ribellione. L’unico modo in cui le ragazze di Amoeba riescono a sentirsi libere è entro i confini dello schermo della videocamera con cui registrano le loro “malefatte”, rappresentante la loro valvola di sfogo da un sistema distopico che rema contro la costruzione di un’identità personale e l’affermazione dei propri ideali all’interno di una comunità che ancora non è pienamente consapevole.

Forastera

Il debutto di Lucía Aleñar Iglesias, Forastera, è il secondo film in concorso ad Alice nella Città proveniente dalla sezione Discovery di Toronto. Forastera è riuscito nella notevole impresa di vincere il premio FIPRESCI, riconoscimento assegnato da una giuria di critici cinematografici appartenenti alla Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica (la cui sigla è appunto FIPRESCI) al miglior film di ogni principale festival internazionale; a Toronto, la decisione è ricaduta proprio su Forastera.

La trama ruota attorno alle vacanze estive di Cata, che vengono sconvolte dall’assurda e improvvisa morte della nonna, di cui è la ragazza è l’unica testimone. Il lutto prende una piega insolita quando, quasi per gioco, Cata decide di impersonare la defunta nonna. Quello che inizia come un semplice travestimento finisce per confondere i confini tra realtà e recitazione, e i ruoli familiari vacillano.

Rebuilding

Dopo quattro debutti, passiamo al secondo film di Max Walker-Silverman, regista che si era già fatto conoscere a Sundance con il suo debutto, ma che quest’anno ha fatto ritorno al festival affiancato da Josh O’Connor nel ruolo di protagonista per affermare la sua presenza nel panorama del cinema indipendente.

Dopo che un incendio boschivo distrugge la sua proprietà, Dusty, un riservato allevatore divorziato, viene trasferito in un parco roulotte temporaneo insieme ad altri sfollati del posto. Grazie al tenace ottimismo della figlia e ad un ritrovato senso di comunità, imparerà a chiedere aiuto e a trovare la forza di ricominciare da capo.

Rebuilding verrà distribuito nelle sale italiane all’inizio del 2026 da Minerva Pictures, che descrive così questa pellicola:

“Rebuilding è un delicato ritratto dell’America occidentale – un viaggio emozionante e stimolante su come ritrovare un senso di casa, ristabilire le connessioni umane e abbracciare la generosità che può emergere dalla perdita.”

Los Domingos (Sundays)

San Sebastian Film Festival Alauda Ruiz de Azúa

Los Domingos ha vinto la Conchiglia d’Oro per il miglior film al festival San Sebastian, la principale manifestazione cinematografica spagnola. La regista Alauda Ruiz de Azua, già acclamata per il precedente Cinco Lobitos, tenta per la seconda volta di ricoprire anche il ruolo della sceeneggiatrice; il risultato sembra essere niente meno che sensazionale, essendole questo sforzo valso tra le migliori recensioni dei festival della stagione autunnale.

La storia racconta di Ainara, diciassettenne idealista e brillante che deve decidere quale laurea conseguire. O meglio, questa è l’impressione che i genitori hanno di lei, e che coincide con la loro speranza per il suo futuro. Tuttavia, la giovane dice di sentirsi sempre più vicina a Dio, e sta pensando di intraprendere la vita di suora di clausura. La notizia coglie di sorpresa l’intera famiglia, creando un divario profondo e mettendo tutti alla prova.

Vi ricordate il premio FIPRESCI? Los Domingos si è aggiudicato anche questo prestigioso riconoscimento nel contesto del festival di San Sebastian, elevando ulteriormente il livello di questa edizione del concorso di Alice nella Città.