Un Certain Regard 2025: i film più interessanti di questa edizione
Un Certain Regard è il concorso secondario del festival di Cannes, pensato per registi la cui visione deve ancora affilarsi, ma che hanno tutte le carte in regola per affermarsi nel panorama cinematografico internazionale; scopriamo i titoli più interessanti dell’edizione 2025
Un Certain Regard è il nome con cui il festival di Cannes identifica la sua competizione secondaria, dove i film selezionati non si contendono la Palma d’Oro, bensì altri premi discussi da una giuria a parte. Programmato ogni anno all’insegna della scoperta, questo spazio è pensato per registi la cui visione deve ancora affilarsi, ma che hanno tutte le carte in regola per affermarsi come voci originali nel panorama cinematografico internazionale.
Quest’anno a capitanare la giuria troviamo Molly Manning Walker, vincitrice dell’edizione 2023 con il suo acclamato How to Have Sex.
In virtù delle poche informazioni a disposizione sulla maggior parte dei registi in questione è difficile stabilire quali siano i film più promettenti, ma alcuni indizi ci permettono di capire in anticipo i titoli da tenere d’occhio; scopriamo assieme i film di punta di Un Certain Regard 2025.
The Plague – L’avvento di un nuovo prodigio?
Il debutto in chiave horror di Charlie Polinger, regista americano definito “bambino prodigio” dal New York Times per i traguardi raggiunti nel mondo del teatro.
Recentemente laureato al prestigioso American Film Institute,Polinger ha già preso accordi per dirigere l’adattamento di un racconto di Edgar Allan Poe con protagonista una star del calibro di Sydney Sweeney, un secondo progetto che parla chiaro sulla fiducia che si è conquistato preventivamente nel settore.
The Plague racconta di un ragazzino socialmente ambiguo e della sua esperienza estiva in un campus di water polo per soli maschi. Il dodicenne verrà trascinato verso il crollo psicologico da una crudele tradizione, che prevede di prendere di mira i nuovi arrivati convincendoli di aver contratto una misteriosa malattia. Ben presto la paura inizia ad assottigliare il confine tra realtà e immaginazione; riuscirà il ragazzo a vincere le pressioni gerarchiche?
La domanda sorge spontanea: è possibile che ci troviamo in presenza del nuovo Ari Aster? La trama che si apre a territori potenzialmente ignoti, unita alla consapevolezza che si tratta di un horror, pone le basi per un percorso affine a quello del regista che abbiamo imparato a conoscere come uno dei maestri contemporanei di questo genere.
Un Certain Regard 2025: doppia quota italiana, tra western e veneto
La prima quota italiana di questa edizione è rappresentata da Matteo Zoppis e Alessio Rigo de Righi, già conosciuti per Re Granchio, debutto che ha conquistato la Directors’ Fortnight (Quinzaine des Cinéastes) del 2021.
Questo duo registico italo-americano prosegue il suo percorso artistico in modo coerente, proponendoci un western di ambientazione nostrana dalle premesse intriganti, in bilico tra leggenda e realtà.
In Testa o Croce, John C. Reilly interpreta Buffalo Bill, un famoso cowboy impegnato ad attraversare l’Italia con la sua compagnia teatrale per diffondere il mito del selvaggio west americano. Una ballata radicata nella fascinazione del nostro paese per le gesta degli eroi di frontiera, che raccoglie l’eredità dei celebri spaghetti western che ne sono la conseguenza diretta.
Nel cast anche Alessandro Borghi e Nadia Tereszkiewicz.
L’italia è rappresentata anche dal debutto di Francesco Sossai, intitolato Le città di Pianura.
La trama racconta di due cinquantenni che hanno un’ossessione particolare: andare a bere ogni sera il loro ultimo bicchiere. Una notte il loro destino incrocia quello di Giulio (interpretato da Filippo Scotti), un timido studente di architettura la cui visione del mondo (e dell’amore) verrà trasformata dai due improbabili mentori alcolici, che lo trascineranno in un bar tour in giro per il Veneto.
Francesco Sossai è laureato anche lui alla Quinzaine des Cinéastes, avendo presentato nel 2022 il suo cortometraggio di debutto Il compleanno di Enrico, menzionato nelle shortlist di European Film Awards e César Awards.
Il debutto alla regia di tre attori
Harris Dickinson, Scarlett Johansonn e Kirsten Stewart presenteranno il loro primo film a Cannes 2025, e lo faranno proprio qui in Un Certain Regard. L’invasione di Hollywood, solitamente contenuta dalle mura della sezione fuori concorso, quest’anno si estende a un contesto dove non ci si aspetterebbe di vedere il cinema americano rappresentato oltre certi limiti; che sia un segnale sull’eventuale qualità dei debutti in questione?
Scarlett Johansonn
Eleanor the Great è il debutto di Scarlett Johansonn, progetto che riporta sullo schermo June Squibb dopo il successo riscosso dall’esilarante Thelma lo scorso anno. L’attrice è ancora disposta a mettersi in gioco all’età di 95 anni, prestando la sua vivace personalità a personaggi frizzanti e intraprendenti.
Eleanor Morgenstein, coetanea dell’attrice che la interpreta, si trasferisce a New York alla ricerca di nuovi stimoli per superare la morte del suo miglior amico, lasciandosi alle spalle tutto quello che conosce.
In un panorama festivaliero ricco di storie dalle implicazioni cupe e impegnative, questa autentica storia di rivalsa potrebbe rappresentare la nota leggera di cui gli avventori di Cannes hanno bisogno.
Harris Dickinson e Kirsten Stewart
Urchin è il debutto di Harris Dickinson, attore protagonista della Palma d’Oro del 2022, Triangle of Sadness. Ambientata nei sobborghi britannici, questa storia racconta di un giovane diventato senzatetto nel tentativo di sfuggire al destino criminale della sua famiglia.
Il film è stato descritto dagli stessi addetti ai lavori come una cruda disamina dei meccanismi che ci portano a restare incagliati in situazioni problematiche.
Completa il terzetto La Cronologia dell’Acqua di Kirsten Stewart, tratto dall’omonima auto-biografia Lidia Yuknavich e interpretato da Imogen Poots.
Cresciuta in un contesto familiare dilaniato da violenza e alcool, la giovane donna a cui il film rende omaggio trova rifugio nella letteratura iscrivendosi all’università e allontanandosi da casa.
Oltre che in Un Certain Regard, i tre attori competeranno l’uno contro l’altro anche per la prestigiosa Camera d’Or, il premio che ogni anno viene assegnato al miglior lungometraggio d’esordio dell’intero festival.
Aisha can’t Fly Away: l’Egitto torna a Cannes
Aisha Can’t Fly Away è il primo film egiziano selezionato dal festival di Cannes dal 2016.
Il film racconta la storia di Aisha, una ventiseienne che lavora come badante nei bassifondi del Cairo, in un quartiere noto per la sua alta concentrazione di migranti provenienti da varie comunità africane. Approfittando del disinteresse delle autorità, le tensioni tra i diversi gruppi etnici aumentano, favorendo la proliferazione della criminalità organizzata.Aisha rimarrà coinvolta in una faida tra gang, ma le verrà offerta protezione in cambio di un favore personale; la aspettano decisioni difficili per uscire da questa situazione.
Film come questo sono l’esempio perfetto del potere che hanno i festival di portare alla luce culture e problematiche con cuinon verremmo a contatto in altro modo, una missione che Un Certain Regard porta avanti più di ogni altra divisione di Cannes.
La Nigeria approda a Cannes
Quest’anno troviamo nel programma di Un Certain Regard anche My Father’s Shadow, il primo film proveniente dalla Nigeria a venire selezionato nella storia del festival.
Questo è un dato da non sottovalutare quando si è alla ricerca di possibili sorprese. Nonostante Cannes si proponga come la principale vetrina del cinema internazionale, la sua commissione non è infatti solita a scegliere un film solamente perché proviene da un paese poco rappresentato.
Un esempio ci viene fornito dal recente All We Imagine as Light (Amore a Mumbai), primo film indiano selezionato per la competizione principale, che ha poi vinto il Grand Premio della Giuria.
“È il primo film di un giovane regista nigeriano ed è anche la prima volta che la Nigeria, un grande paese noto nel mondo del cinema per l’industria di Nollywood (equivalente nigeriano di Hollywood), viene inclusa nella nostra selezione ufficiale.” ha spiegato il direttore artistico Thierry Frémaux.
Anche la trama di My Father’s Shadow è politicamente rilevante. Due fratelli passano finalmente una giornata con il padre assente. La loro esplorazione di Lagos, una città che risulta imponente ai loro giovani occhi dal facile stupore, viene però ostacolata dalle conseguenze dell’elezione presidenziale del 1993.
The Mysterious Gaze of the Flamingo
Al di là del titolo accattivante, questo debutto cileno prodotto in collaborazione con il Torino FilmLAB si propone di trattare la tematica dell’AIDS da una prospettiva innovativa.
1984, Lidia vive in un isolato villaggio di minatori, messo in ginocchio da una misteriosa epidemia. Si vocifera che la malattia si trasmetta quando due uomini si innamorano incrociando lo sguardo. Quando suo fratello Alexo viene processato dopo essere stato contagiato, Lidia si confronterà con l’ignoranza di questo mito.
Una premessa che pone questo debutto in conversazione con Alpha, il film di Julia Ducornau in competizione per la Palma d’Oro, che ruota anch’esso intorno a una metafora della stessa problematica. Entrambi i film sono ambientati negli anni 80, così come entrambi hanno come protagonista una ragazzina.