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Giornate degli Autori

‘6:06’ di Tekla Taidelli alle Giornate degli Autori

Con una cifra stilistica accattivante, la regista milanese racconta una storia di umana sofferenza e sopravvivenza

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È un piccolo gioiellino 6:06, per la regia di Tekla Taidelli, presentato nelle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori.

La regista milanese mescola bianco e nero e colore, e racconta una storia di umana emarginazione. Protagonista è Leo (Davide Valle), un tossico ventenne che si alza ogni mattina alle 6:06 per recarsi nel ristorante dove lavora come lavapiatti. Il suo unico scopo è quello di sperare che la giornata finisca al più presto, per andare a comprare la cocaina che sniffa con un inseparabile amico.

6:06– Un film giovanilista che strizza l’occhio ai videoclip

La droga gli spappola sempre più il cervello e lui vive nell’incubo di vivere i giorni sempre eguali a se stessi, fatti dei medesimi gesti e popolati dalle stesse persone che ripetono risposte che già conosce.

Sempre più immerso in questo trip, tenta il suicido e, ricoverato in ospedale, esce miracolosamente dal coma. Ad assisterlo Jo Jo (George Lì), una francesina che è lì per raccogliere le ceneri della zia appena morta.

Leo, che assomiglia al padre della ragazza, morto di overdose, ancora confuso, scappa dall’ospedale, e segue Jo Jo nel suo caravan, diretto in Portogallo. Riuscirà Leo in quel luogo magico a ritrovare se stesso o i fantasmi del passato lo divoreranno e lo trascineranno nuovamente negli Inferi?

La regista mescola colore e bianco e nero

Taidelli, co- sceneggiatrice, assieme a Edoardo Moghetti e allo stesso Davide Valle, strizza l’occhio ai videoclip, fa largo uso di soggettive e, nelle battute iniziali, sembra fare il verso ai film Ricomincio daccapo di Harold Ramis (1993) ed È già ieri di Giulio Manfredonia (2004).

Il film cambia passo e, a rendere cupa e claustrofobica la vicenda, una Civitavecchia notturna, popolata solo da losers e spacciatori e la modesta stanzetta dove Leo vive accampato, assieme al suo cane.

L’entrata in campo di Jo Jo sembra ridare linfa all’irascibile e rissoso protagonista, che, senza una ragione precisa, la segue, pur senza capire una parola di quello che dice.

La regista lascia che, di tanto in tanto, in un’atmosfera sognante, Jo Jo si rivolge a Leo in italiano, ma la  scelta di lasciare che la protagonista femminile, per tutto il film, si rivolga a lui in francese, più che incomprensibile, priva lo spettatore di un reale confronto tra i due.

Leo, infatti, un ragazzo semplice, rozzo e primitivo, comprende che lei vuole prendersi cura di lui, ma non sa come comunicare con lei e non può scaldarle il cuore quando lei sente dolorosamente l’assenza dell’amata zia.

Un finale aperto chiude una vicenda che, al di là della trama e i dialoghi serrati,  da un punto di vista stilistico, è accattivante, e, nel complesso, ben girato. Da incorniciare una delle battute finali del film:

Non devi vincere. Devi imparare a combattere.

 

Giornate degli autori: info pratiche e ospiti della 22ª edizione

6:06

  • Anno: 2025
  • Durata: 90'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia, Portogallo
  • Regia: Tekla Taidelli