Mistress Dispeller – La cacciatrice di amanti di Elizabeth Lo è un pluripremiato documentario, reduce dalla Mostra del Cinema di Venezia dove ha vinto il Premio NETPAC, Camerimage e presentato anche al Jeonju International Film Festival.
Il film ci propone una riflessione sul rapporto di coppia nella Cina moderna, dove la mercificazione di queste relazioni ha spesso condotto ad una subordinazione dei sentimenti alle logiche di mercato.

‘Mistress Dispeller – La cacciatrice di amanti’ di Elizabeth Lo – immagini stampa fornite dal Jeonju International Film Festival
La storia insolita di Mistress Dispeller – La cacciatrice di amanti
Senza demonizzare la Cina come accade di frequente e facilmente, questa è una storia peculiare di questo angolo di Asia, che tuttavia riguarda un po’ chiunque nel mondo.
Protagonista è Miss Wang, un’imprenditrice a capo di un’agenzia specializzata nel “disperdere amanti”, ovvero nell’intervenire per interrompere relazioni extraconiugali su incarico delle mogli tradite. Quando la moglie del signor Li la contatta sospettosa di una relazione esterna, Miss Wang si adopera per entrare in confidenza prima con il marito e poi con la sua giovane fiamma Fei Fei, nel tentativo di “ricomporre” la coppia originaria.
L’insight nel mondo del matrimonio cinese
Il pregio di Mistress Dispeller – La cacciatrice di amanti è l’equilibrio che mantiene tra curiosità etnografica e rispetto umano. Lo non si affida a spiegazioni didascaliche, ma lascia che siano le immagini a raccontare: i mercati del dating nelle piazze delle grandi città, le agenzie di matchmaking, gli incontri di gruppo dove le persone vengono ridotte a numeri.
Ironicamente, è proprio in questo sistema di appuntamenti che la relazione sembra più minacciata da aspettative familiari, urgenze riproduttive, standard di successo.
È così che approda al minimo comune denominatore, che è la solitudine, che spinge i singoli alla disperata ricerca di un rimpiazzo, ben lontano dall’amore monogamo dai tratti poetici e leggeri tanto ambiti.

‘Mistress Dispeller – La cacciatrice di amanti’ di Elizabeth Lo – immagini stampa fornite dal Jeonju International Film Festival
La narrativa inusuale
Il documentario dichiara di non aver inserito alcun elemento di finzione tra le riprese, anche se la troupe è presente e la presenza della videocamera pesante. Talvolta ci sembra impossibile che non ci sia un intervento registico, per quanto si mostra verosimile l’alternarsi degli eventi.
Invece, si tratta di grande preparazione e di una fine abilità della regista di documentare un triangolo amoroso, messo a nudo nelle più profonde sofferenze, e senza prendere posizione. Ed è ciò che rende ammirevole questo progetto, dove dietro a ciascun personaggio ci sono gli errori, le scelte, e il bisogno di essere visti, amati e rispettati.
Ho restituito alla moglie l’amore che lui mi ha dato.