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Cinema Asiatico

‘Always’ di Chen Deming, l’intrigo magico della poesia e del documentario

Dalle montagne di una Cina remota, una lirica pacata alla solitudine e ai ritmi della natura

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Always di Chen Deming è il documentario che ha vinto il Copenhagen International Documentary Film Festival (CPH:DOX) 2025, e ha convinto anche le giurie del Jeonu International Film Festival con il suo lirismo delle piccole cose.

Il regista Chen Deming ha seguito e filmato per diversi anni il giovane Youbin, nel remoto villaggio di Sangzhi delle montagne dello Hunan, Cina; è così che ha scoperto un particolare talento del bambino per la poesia. Motivato a realizzare un film su questa magia creativa, si è trovato dopo pochi anni a dover convertire il suo progetto, dal momento che Youbin, ormai adolescente, aveva abbandonato la scrittura.

‘Always’ di Chen Deming – foto stampa fornite da Jeonju International Film Festival

Elegia della solitudine e della fatica

In questo momento, quando il suo personaggio prende un’altra strada, il regista mostra tutta la brillantezza del suo approccio: sposta il lirismo dalle parole, avvolte dalla grafica elaborata della calligrafia cinese, all’ambiente. Dal bambino solitario, al trittico generazionale, nonno padre e nipote, e non certo quella madre che non c’è più, fuggita dal marito menomato. Inoltre, si scatena il gioco dei formati, tra il bianco e nero e il colore, tra schermo più ristretto e concentrato agli spazi più aperti che inghiottono.

Il bianco e nero aspira ad una narrazione manierista, un ritmo che omaggia la Nouvelle Vague e resta affascinato dall’inquadratura, dal sottotesto incluso nell’immagine che apre ad un mondo di poesia e allegoria. Chen Deming è un utilizzatore raffinato di questo linguaggio, o forse è più uno spettatore ipnotizzato dalla perfetta naturalezza e normalità della lenta quotidianità di quella vita, i cui ritmi sono diversi, e che lui registra e onora con rispettoso ossequio narrativo.

La fatica di questi lavoratori, seppure straziante, è serena e pacifica. I volti segnati dallo sforzo e dalla mancanza di comfort, sono pittorici nei quadri definiti di Always. Il villaggio stesso del protagonista, e più ancora la sua casa riscaldata da un fuoco alimentato senza sosta, tutto il giorno, è un luogo di attesa, di lentezza e di raccolta. Lo spazio aperto è un abbraccio, come lo stesso piccolo poeta racconta, un amico necessario ma non scelto e troppo vasto per essere davvero di compagnia. E gli animali, sono il contrappunto curioso dei giochi del bambino.

Gli elementi e la lirica

È in questo modo che è scandita questa vita bucolica, dalla fatica, dagli animali, dal fuoco. E dalle poesie del protagonista, che fanno da contrappunto visivo e da cornice narrativa al procedere lento e cadenzato di quella realtà.

Nel rappresentare questa fiera miseria, torna in forma diversa la presenza del governo, della Nuova Cina che viene richiamata più è più volte. Nelle trasmissioni radiofoniche, nei comunicati, dagli ispettori che arrivano in montagna a distribuire quel benessere promesso, che però raggiunge con molto ritardo i capillari più remoti del sistema, come è il villaggio di Sangzhi. In Always la critica è velata, nascosta da un orgoglio dissimulato e comunque ovattato dal fascino per il lirismo spontaneo del bambino.

‘Always’ di Chen Deming – foto stampa fornite da Jeonju International Film Festival

Il congedo e la catarsi

Quando nel film sopraggiunge il colore, è un momento davvero speciale. Si dice addio all’età dell’innocenza e arriva anche per Youbin il tempo della fatica, che prima gli era stato risparmiato: è solo un ragazzino, ma il braccio mancante del padre lo rende un adulto precoce. È quasi commuovente vedere le tre generazioni di uomini muoversi allo stesso modo, con la stessa fatica, soffiando sui palmi callosi ed infiammati che riposano un unico istante prima di tornare al lavoro. È poesia, a suo modo, anche quella.

Chiaramente arriva il momento in cui ci viene chiesto di salutare sia il Youbin bambino che il ragazzo. Ci viene chiesto di abbandonarlo al suo destino. Eppure, la magia del cinema ci ha avvicinato così intensamente a lui e alla famiglia, che ci sembra ingiusto, irrisolto. Soffriamo al pensiero che lasciando quei pendii perderemo anche la sua poesia, inghiottita dalla fatica, quella inevitabile, che tocca a chi vive quelle montagne. È un addio molteplice e consapevole, che lui stesso ribadisce, nella peculiare solitudine di quelle giornate in natura, mentre il cinema della poesia ha segnato la sua giovinezza.

 

Scopri le altre recensioni dal Jeonju International Film Festival a questo link.

Always

  • Anno: 2025
  • Durata: 86 minuti
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Cina, Francia, Taiwan, USA
  • Regia: Chen Deming