Mostra del cinema di Venezia 2025: che film ci aspettano?
A solo un mese dall’annuncio della selezione ufficiale di Venezia82, analizziamo i titoli più attesi tra quelli che è probabile facciano tappa al Lido quest’anno
Nella consueta intervista all’emittente locale veneta Antenna Tre, che Alberto Barbera è solito rilasciare successivamente alla sua partecipazione al festival di Cannes, il direttore artistico della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia si è aperto a qualche commento sul processo di selezione di questa edizione.
“Quest’anno il tappeto rosso sarà affollatissimo. Aspettatevi tanti film americani, più dello scorso anno, perché Hollywood è stata funestata prima dal Covid, poi dagli scioperi e infine dagli incendi che hanno rallentato la produzione. Adesso che è ripartita, sulla carta i film sono tanti e molto promettenti.”
Per quanto il contingente hollywoodiano sembri effettivamente sostanzioso, la promessa di qualità si estende a tutto il panorama internazionale.Luca Guadagnino, Park Chan-Wook, Paul Thomas Anderson, Guillermo del Toro e Yorgos Lanthimos; questi sono solo alcuni dei grandi nomi attualmente schierati in prima linea per un’anteprima veneziana.
In attesa della conferenza stampa che il prossimo 22 Luglio ci rivelerà la selezione ufficiale del festival, andiamo quindi a sviscerare i potenziali titoli di punta, tra certezze e voci di corridoio, per quella che la comunità cinefila pregusta già come una delle edizioni più ricche degli ultimi anni.
After the Hunt di Luca Guadagnino
Se c’è un progetto che è predestinato ad avere la sua anteprima a Venezia, è sicuramente il nuovo film di Luca Guadagnino, che anno dopo anno non manca di rinnovare il suo affetto per il Lido. Il regista, già vincitore del Leone d’Argento alla miglior regia per Bones and All nel 2022, avrebbe presentato qui anche Challengers, annunciato con orgoglio da Alberto Barbera come film di apertura dell’edizione 2023, non fosse stato per lo sciopero del comitato SAG-AFTRA che ha indotto i produttori a ritardarne l’uscita.
In After the Hunt, una decorata professoressa universitaria, interpretata da Julia Roberts, vede implodere la sua vita privata e professionale quando una studentessa accusa un collega di molestie sessuali. La vicenda minaccia di portare alla luce un oscuro segreto del suo passato.
Il film ha raccolto riscontri positivi dalle proiezioni di prova, ma gli addetti ai lavori si sono sbilanciati soprattutto relativamente all’interpretazione di Julia Roberts; di seguito le parole dello stesso Guadagnino, che nel podcast WTF with Marc Maron l’ha definita la migliore della sua carriera.
“Il film parla di ciò che accade nell’ambiente accademico tra le persone più anziane e quelle più giovani. È un film provocatorio che affronta l’idea del consenso. Io amo Julia Roberts, sono un suo fan da sempre, e ritengo che come stella del cinema abbia qualcosa che non tutti possiedono. È stata una gioia lavorare con lei, non voglio essere presuntuoso ma penso che sia la sua migliore interpretazione».
Nel cast anche Andrew Garfield, Ayo Edebiri e Chloe Sevigny, per un tappeto rosso che già promette emozioni.
Ann Lee di Mona Fastvold
È passato a malapena un anno da quando The Brutalist ha conquistato il pubblico di Venezia. Eppure il prossimo progetto di Brady Corbet, rigorosamente concepito in collaborazione con la compagna Mona Fastvold, è già pronto per mettere nuovamente a soqquadro il Lido. Questa volta è Mona a prendere le redini della regia, alla sua terza esperienza con un lungometraggio (la seconda al fianco di Brady); il loro è un rapporto professionale simbiotico e fluido, dove i ruoli si alternano in base alla necessità del flusso creativo.
Amanda Seyfried è il prestigioso volto di questo peculiare musical dalle proporzioni epiche, incentrato sull’omonima immigrata inglese che fondò in America il movimento Shaker, un culto religioso che crede nella seconda apparizione del Cristo. La necessità di raccontare questa storia su fede e rito, che coincide con la nascita della più grande società utopica americana, attraverso un musical, è dettata dall’abitudine degli adepti di venerare “madre” Ann Lee per mezzo di danze e canti sopra le righe.
Considerato che ogni singolo film di Brady è stato presentato a Venezia, così come anche l’ultimo film di Mona, Ann Lee ha praticamente assicurato un posto nella competizione principale.
Difficile calibrare le aspettative data la peculiarità del soggetto, ma d’altra parte è altrettanto facile non vedere l’ora di mettere gli occhi su un film che si confermerà senza dubbio tra i più ambiziosi dell’intera edizione.
The Ballad of a Small Player di Edward Berger
Restando in tema grandi ritorni, quest’anno assisteremo anche all’avvento del nuovo film di Edward Berger, reduce da due progetti pluri-premiati agli Oscar.
In questo caso è più complesso tracciare le tendenze festivaliere del regista.All Quiet on the WesternFront è stato presentato a Toronto, mentre Conclave ha avuto la sua anteprima mondiale a Telluride. Non possiamo escludere che la migrazione prosegua, portando The Ballad of a Small Player ad approdare a Venezia. A supporto di questa possibilità, l’acquisizione da parte di Netflix del film; il colosso dello streaming è infatti in buoni rapporti con la Mostra, organizzando spesso una prima tappa veneziana per i suoi film di punta. Questo rappresenterebbe un grande colpo per Barbera, che finora non è mai riuscito a soffiare Berger alla concorrenza.
In The Ballad of a Small Player, Colin Farrell e Tilda Swinton sono i protagonisti di una storia ambientata nell’accattivante mondo notturno dei casinò di Macao, governato dalle luci al neon e dal desiderio di rischiare tutto. È qui che si rifugia uno scommettitore incallito nel tentativo sfuggire a vecchi creditori, inconsapevole del fatto che un incontro gli cambierà la vita per sempre.
Il film ha già ricevuto una classificazione da parte della Motion Picture Association (MPA), possiamo essere quindi certi della sua uscita nel corso del 2025, nonostante al momento manchi una data precisa.
Bugonia di Yorgos Lanthimos
Meno dubbi sorgono sul fatto che Focus Features porterà a Venezia il nuovo lavoro di Yorgos Lanthimos. Bugonia è il remake in lingua inglese di Save the Green Planet, film coreano del 2003 in cui due dipendenti complottisti rapiscono la CEO di un’azienda, convinti che si tratti in realtà di un’aliena intenzionata a distruggere il pianeta terra.
La sceneggiatura è curata da Will Tracy (The Menu), suggerendo la possibilità che i toni risulteranno più simili ai recenti film in lingua inglese scritti da Tony MacNamara (Poor Things!, The Favourite), rispetto alle distopie alienanti di Euthymis Filippou che facevano da scheletro ai primi film di Lanthimos. Nel cast Emma Stone, alla sua quarta collaborazione con il regista, e Jesse Plemons, che aveva vinto miglior attore al festival di Cannes per l’ultimo di Lanthimos, Kinds of Kindness.
La data di uscita è prevista per il 6 Novembre in Italia, ma gli avventori del Lido possono stare certi che avranno la fortuna di vederlo in anticipo.
Father, Mother, Sister, Brother di Jim Jarmusch
L’ultima fatica di Jim Jarmusch avrebbe dovuto essere presentato in anteprima mondiale a Cannes, ma per la sorpresa di molti non è stato incluso nel programma. Ma niente panico! Di recente si è infatti iniziata a concretizzare la voce che il film sia stato già confermato per Venezia, rassicurando i fan del regista che erano ansiosi di assistere al suo ritorno.
Cate Blanchett, Charlotte Rampling, Vicky Krieps e Adam Driver sono tutti nomi altisonanti facenti parte del cast di questa antologia dedicata alle relazioni interpersonali, composta di tre storie ambientate rispettivamente a Dublino, Parigi e nel Nord America.
Jay Kelly di Noah Baumbach
Jay Kelly segna il ritorno su territori familiari di Noah Baumbach dopo l’ambizioso esperimento con White Noise, arenatosi tre anni fa tra i canali di Venezia assieme al suo ingente budget di 100 milioni a seguito delle recensioni poco convincenti.
Non ci sono motivi per cui Barbera, o qualunque altro direttore artistico in circolazione, non dovrebbe voler proiettare Jay Kelly al proprio festival, destinato com’è a diventare uno dei film più di rilievo della stagione autunnale. In ogni caso, dati i trascorsi della Mostra con Storia di un Matrimonio, scommettere su un’anteprima a Venezia resta comunque la decisione migliore.
In Jay Kelly, due amici di vecchia data riscoprono lo spirito sopito della loro giovinezza nel corso di un rocambolesco weekend, che li porterà a maturare a seguito di esperienze emotivamente formative. Si rumoreggia già di interpretazioni degne di statuetta agli Oscar da parte di Adam Sandler, un attore che scalpitiamo da tempo per vedere nuovamente in un ruolo impegnato, e George Clooney, che qui veste i panni dell’omonimo protagonista.
Il film verrà distribuito da Netflix nel corso del 2025.
Frankenstein di Guillermo del Toro
Dopo essersi aggiudicato il Leone d’Oro con La Forma dell’Acqua, Guillermo Del Toro ha saltato i festival autunnali con i suoi due film successivi. Se nel caso di Nightmare Alley la spiegazione di questa scelta è da ricercare nella necessità di ritagliarsi più tempo per completare il film, con la sua versione animata di Pinocchio ha invece fatto tappa solamente a Londra.
Tuttavia, Frankenstein è un altro paio di maniche; non solo abbiamo la certezza che il film sia stato completato, ma è anche il tipo di progetto che Netflix necessita assolutamente di portare a Venezia per lanciare al meglio la campagna pubblicitaria mirata a ottenere più premi possibili nei mesi successivi.
La fonte di adattamento in questo caso è il romanzo originale di Mary Shelley, dobbiamo quindi pensare al risultato finale come a una tragedia gotica più che a un horror. Il mostro interpretato da Jacob Elordi non verrà dipinto come una figura spaventosa e assetata di sangue, ma come un personaggio complesso che si fa veicolo di ricche implicazioni filosofiche. Questa premessa, unita al traino del nome di Del Toro, potrebbe spianare al film la strada per il successo, senza contare che il regista stesso ha definito il progetto come “il sogno di una vita”. Nel cast anche Oscar Isaac, Mia Goth e Christoph Waltz.
Nell’attesa, potere regalarvi un’anticipazione dando un’occhiata al trailer del film.
Hamnet di Chloe Zhao
Realisticamente ben riposta è anche la fiducia di chi spera di vedere il nuovo film di Chloe Zhao, vincitrice del Leone d’Oro nel 2020 con Nomadland.
Hamnet è l’adattamento di uno dei maggiori successi letterari degli ultimi anni. La storia scava nella vita privata di William Shakespeare con l’aiuto di Jessie Buckley e Paul Mescal, e in particolare analizza come il lutto per il figlio abbia segnato la vita della moglie Agnes.
Is This Thing On? di Bradley Cooper
Non ci è ancora giunta conferma definitiva sull’effettiva uscita del nuovo film di Bradley Cooper nel corso del 2025, ma più il tempo passa più questa possibilità sembra concretizzarsi. Le riprese del film si sono infatti concluse da poco, ma trattandosi di un progetto su scala ridotta a livello tecnico, Cooper potrebbe cavarsela agilmente in fase di post-produzione.
A Searchlight Pictures sono consci del potenziale che i loro film possono sprigionare successivamente a un’anteprima a Venezia (basta ricordare Poor Things!), ed è quindi giusto aspettarsi che concretizzino questo scenario, dovessero avere in programma di puntare su Is This Thing On? per la prossima stagione dei premi.
Stando alle notizie, ci aspetta una commedia radicata nel mondo delle arti in cui per la prima volta Bradley Cooper non interpreterà lui stesso il protagonista maschile (non ha però rinunciato a ricoprire un ruolo secondario). La trama propone la disamina di un matrimonio in bilico tra carriera e responsabilità familiari.
Una Battaglia dopo l’Altra di Paul Thomas Anderson
Non sono ancora pervenute indiscrezioni relativamente al percorso deciso per il nuovo film di Paul Thomas Anderson (per gli amici PTA), l’imponente adattamento del romanzo di Thomas Pynchon costato a Warner Bros ben 130 milioni di dollari.
In virtù del fatto che la sua data di uscita, inizialmente programmata per agosto, sia stata rimandata a fine settembre, possiamo però dedurre che c’è l’intenzione di portare il film a Venezia, Telluride o Toronto. Resta da capire su quale manifestazione ricadrà la scelta per l’anteprima mondiale, dibattito che con ogni probabilità sta portando avanti un braccio di ferro tra i rispettivi direttori artistici, proprio mentre voi state leggendo queste righe.
A favore di Venezia in questa sfida, subentra il prestigio dei suoi riflettori, la migliore scommessa per Warner Bros di costruire un passaparola positivo e assicurarsi una buona partenza al botteghino.
Marty Supreme e The Smashing Machine: l’anno dei fratelli Safdie
I fratelli Safdie hanno due film in uscita quest’autunno, entrambi in procinto di essere distribuiti da A24, ma la vera notizia è che li dirigeranno separatamente.
Partiamo da Josh Safdie, che ha in cantiere Marty Supreme con Timothée Chalamet e Gwyneth Paltrow. Il film è la storia di un giocatore professionista di Ping-Pong con l’ambizione di diventare il migliore di tutti i tempi, ed è stato definito un viaggio folle dai toni simili a quelli di The Wolf of Wall Street. A24 ha investito 75 milioni di dollari nel progetto, rendendolo a tutti gli effetti il più dispendioso a cui abbiano mai contribuito. Su questa base è difficile credere che rinunceranno a lanciare il film a Venezia, per lo stesso discorso sul prestigio condotto poco fa per Paul Thomas Anderson. Il tappeto rosso del Lido non conosce rivali, soprattutto quando a percorrerlo sono star di prima categoria.
Dall’altra parte abbiamo The Smashing Machine di Benny Safdie, in cui Dwayne Johnson interpreta il due volte campione UFC dei pesi massimi Mark Kerr, con Emily Blunt nel ruolo della moglie Dawn. Tuttavia, il film ha accumulato opinioni poco incoraggianti dalle prime proiezioni di prova, ed è forse più probabile che avrà la sua anteprima mondiale a Toronto.
No Other Choice di Park Chan-wook
Similmente al caso Jim Jarmusch, la mancanza del nuovo film di Park Chan-wook a Cannes ha fatto dubitare molti dell’eventuale uscita nel 2025 di No Other Choice. Il regista coreano è noto per puntare sempre a un’anteprima in Croisette, pure quando significa essere costretti ad attendere l’anno successivo. Così era stato pure per Decision to Leave, che in ritardo sulla sua produzione, aveva optato per la successiva edizione di Cannes, invece di lasciarsi sedurre da Barbera.
Ora che però è stata programmata una data di uscita nei cinema sud coreani per novembre, ci sono pochi dubbi sulla necessità del film di appoggiarsi a Venezia. Il magnitudo di questa prospettiva è tale da aver alimentato i primi confronti tra i due festival, da sempre in competizione per il loro prestigio; successivamente a un’edizione di Cannes considerata sottotono, Venezia è sulla strada giusta per reclamare il trono.
La trama racconta di un uomo disoccupato da anni, che per trovare finalmente un lavoro ha escogitato un piano geniale: eliminare la concorrenza a suon di omicidi!