Resistance Reels di Alejandro Alvarado Jódar e Concha Barquero Artés è un documentario d’archivio e sperimentale sulla storia e i progetti del documentarista e militante politico di sinistra Fernando Ruiz Vergara. Un progetto di varietà e struttura dense, fonte di ispirazione per chi vede nel cinema documentario la scintilla del cambiamento.
Fernando Ruiz Vergara (Andalusia, 1942 – Portogallo, 2011) è stato un regista e artista spagnolo. Esule in Portogallo durante la dittatura franchista, tornò in Spagna dopo la morte di Franco e realizzò Rocío (1980), unico documentario della sua carriera, dedicato al massacro di Almonte. L’opera suscitò grande scandalo, fu sequestrata e costò al regista una condanna per diffamazione. Tornato in Portogallo, continuò a lavorare a nuovi progetti fino alla sua morte.

Una scena del film ‘Resistance Reels’ di Alejandro Alvarado Jódar e Concha Barquero Artés – immagini ad uso stampa fornite dal Jeonju International Film Festival
Il progetto di Resistance Reels di Alejandro Alvarado Jódar e Concha Barquero Artés
I due registi, affascinati e fermi in rispettosa reverenza creativa, raccolgono i cocci della vita di un cineasta connazionale, cacciato dal Paese ma ancora molto attivo in esilio oltreconfine. E non solo: impegnato politicamente nella militanza creativa, anima e corpo, per le cause del popolo.
«Mostrare con un film può scatenare polemica»
Riprendendo non soltanto l’archivio di interviste dirette a Vergara, Jódar e Artés fanno di questo film un contrappunto sperimentale che mostra la mole di documenti, ricerche e girato dello stesso collega, defunto nel 2011, fino ad una ricostruzione dettata dai suoi appunti. Come se i due si offrissero quale braccio (armato) di quella mente a cui la storia ha impedito di finalizzare ambiziosi progetti civili, prima che artistici.
Questo era Fernando Ruiz Vergara, un cineasta di trincea, di assalto diretto e battaglia corpo a corpo con la verità. Resistance Reels pertanto omaggia un lavoro artistico impegnato, che nella transizione al digitale ha perso quella accezione marxista di battaglia infinita; nella democratizzazione del mezzo, si sono fatti più fumosi i presupposti di ricerca agguerrita e di impegno civile, di dedizione totalizzante. O quanto meno, sono stati diluiti nel calderone della sovraproduzione contemporanea.

Una scena del film ‘Resistance Reels’ di Alejandro Alvarado Jódar e Concha Barquero Artés – immagini ad uso stampa fornite dal Jeonju International Film Festival
La dittatura e il suo lascito controverso
La dittatura di Franco e la fase di transizione che ne è seguita, sono un momento per la storia di questo Paese importante e delicato. Vergara, e i due colleghi registi che tramite la sua storia tentano una rielaborazione, descrivono quel periodo di vitalità e partecipazione politica con l’amaro in bocca: Vergara stesso, con la voce roca segnata da migliaia di sigarette, punta il dito contro una democrazia che è “in mano al capitalismo e agli investitori stranieri”. E rimane questa sua passione travolgente, per nulla separata dalla visione artistica e d’avanguardia, che anche nel buio delle miniere trovava una luce di ispirazione e narrazione inusuale.

Una scena del film ‘Resistance Reels’ di Alejandro Alvarado Jódar e Concha Barquero Artés – immagini ad uso stampa fornite dal Jeonju International Film Festival
Il documentario d’impegno civile, proprio come lo voleva Vergara
Resistance Reels potrebbe essere un film d’archivio, se non fosse che i registi sono costretti ad aggiungere un taglio autoriale al materiale ritrovato, per dare forma e sostanza ai sogni spezzettati del compianto Vergara. Sottovalutato e politicamente maltrattato, era un uomo di valori che considerava il mezzo audiovisivo come uno strumento di cambiamento. I registi quindi sposano questa causa, lavorando da una parte su di un prodotto originale, e dall’altra su una creatura d’ispirazione: attualizzano i contenuti ricercati dall’autore, aggiungendo ad essi una visione dell’immagine più poetica, a tratti sperimentale.
Il materiale d’archivio spazia dal girato in pellicola, all’analogico e i primissimi digitali, affiancato alle numerosissime pagine scritte e alle fotografie. Ma ciò che più suggella il potere e l’ispirazione che induce questo lavoro collettivo, sono proprio le interviste a Vergara: finalmente dopo anni di incomprensione anche da parte dei suoi stessi connazionali, ha la possibilità di presentarsi sotto una nuova luce e sostenere con passione e fermento i propri ideali artistico-politici, senza timore di essere bandito. La sua parola, che è chiaramente un grido feroce, torna a meritarsi il rispetto per la passione con cui ha rincorso i suoi ideali.
Visionario, sognatore, cercava quel mondo utopico in cui credeva con ostinazione, anche nel rischio, che poi è diventato una condizione reale, di isolarsi dalla propria famiglia e trovarsi a dover fare l’equilibrista tra una vita di ricerca e una vita di sopravvivenza.
Editing Giulia Radice.