Io non ti lascio solo è stato presentato al Festival di Locarno, dal 6 al 16 agosto 2025, nella sezione Locarno Kids Screenings. Il film del regista Fabrizio Cattani, basato sull’omonimo romanzo di Gianluca Antoni, segue la storia di Filo e Rullo, due amici inseparabili uniti dalla ricerca del cane Birillo. Riuscirà la loro amicizia a sopravvivere a quest’avventura?
Io non ti lascio solo: amicizia e lealtà
Immersi in paesaggi mozzafiato, esaltati ulteriormente dalla fotografia e dalle riprese aeree, Filo e Rullo intraprendono la ricerca del cane Birillo, scappato nel bosco. Tuttavia, ben presto la missione passa in secondo piano per lasciare spazio al viaggio interiore del protagonista. Filo non sarebbe in grado di compiere quest’impresa senza un valido compagno: Rullo, infatti, incarna i valori di amicizia e lealtà tipici delle “spalle”; a livello caratteriale però, non potrebbe essere più differente. Il bambino infatti appare goffo e pigro, fattori che si riflettono sul rendimento scolastico e sulla sua avversione per la matematica. A differenza del protagonista, è molto più scanzonato e fifone; tuttavia, la lealtà verso l’amico fa sì che trovi il coraggio necessario anche ad affrontare il “pericoloso” Guelfo, il cui ruolo sarà centrale nella seconda parte del film.
Paride, il padre di Filo, incarna invece i valori del genitore distante, che vorrebbe aiutare il figlio a superare i suoi problemi ma sembra incapace di comprenderli fino in fondo.

L’elaborazione del lutto
Il viaggio di Filo alla disperata ricerca del cane Birillo diviene presto la metafora dell’evoluzione del personaggio nell’affrontare la tematica del lutto. Il film tratta in maniera intelligente questo tema, costellando l’incedere della trama di dialoghi che, man mano, fanno luce sul passato del protagonista portando alla ribalta segreti e non detti che ribaltano la narrazione. L’ingenua fuga di Filo lo spinge ad abbandonare le sicure mura domestiche per addentrarsi nel mondo degli adulti, molto più complicato e “oscuro” di quanto il bambino possa immaginare. Nella zona grigia in cui si muove il film, il cane Birillo assume il valore di salvatore, che traina il protagonista dal buio alla luce con quel senso di accettazione che segna il passaggio all’età adulta.
Fabrizio Cattani, regista di Io non ti lascio solo, riesce a confezionare un film semplice e profondo. Grazie a un linguaggio universale, vengono affrontati temi complessi come la morte, la rabbia derivata dalla perdita o la violenza, in una produzione pensata per i bambini ma capace di far riflettere anche gli adulti.