Connect with us

Documentari

‘Trainwreck: The Astroworld Tragedy’: musica, caos e responsabilità

Il 5 novembre 2021, durante l’Astroworld Festival a Houston, dieci persone muoiono schiacciate nella calca. Un evento nato per celebrare la musica di Travis Scott si trasforma in una tragedia.

Pubblicato

il

Netflix ha pubblicato un episodio della sua serie documentaristica dedicata a eventi finiti in modo inaspettato. Trainwreck: The Astroworld Tragedy racconta la tragedia avvenuta nel 2021 durante il concerto del rapper americano Travis Scott a Houston, in Texas, quando dieci persone, di età compresa tra i 9 e i 27 anni, sono morte schiacciate dalla folla. L’episodio, della durata di 80 minuti, alterna immagini e video del concerto a interviste con le vittime, le loro famiglie, alcuni membri dell’organizzazione e analisti della sicurezza. «Non si muore a un festival. Che diavolo è successo?», si chiede il giornalista Mark Elibert. Il film cerca di fare luce sull’accaduto e di individuare le responsabilità.
A seguito di una news, pubblichiamo anche la recensione del film.
I concerti sono momenti centrali nell’industria dell’intrattenimento. Da una parte c’è l’artista, che ha l’occasione di incontrare il suo pubblico e dimostrare di meritare l’affetto che riceve; dall’altra, i fan, che vivono l’esperienza di ascoltare la propria musica preferita dal vivo, conoscere persone e divertirsi. In mezzo, c’è una terza figura fondamentale: gli organizzatori. Nel caso di Travis Scott, si tratta di Live Nation, un colosso mondiale del settore, responsabile di grandi eventi in tutto il mondo. Verrebbe da pensare che, quando una macchina organizzativa di questa portata è coinvolta, la qualità sia garantita. Ma il 5 novembre del 2021, quando almeno 50.000 persone si sono radunate all’NRG Park di Houston, qualcosa è andato terribilmente storto.

Un sogno diventato incubo

Quella del 2021 era la terza edizione dell’Astroworld Festival, la prima dopo la pandemia. L’evento era molto atteso: Travis Scott, originario proprio di Houston, non è solo un idolo musicale, ma per molti un vero “messia della musica” che è riuscito a unire persone di ogni provenienza. Con l’album Astroworld (2018), diventato un fenomeno culturale tanto sul piano musicale quanto su quello visivo, Scott ha contribuito a ridefinire l’estetica del rap, puntando non solo sul ritmo ma anche sulle atmosfere. Sul fronte organizzativo, invece, emergono problemi gravi. Scott è noto per la sua tendenza a incitare il pubblico all’azione, al punto da trasformare l’euforia in aggressività. In passato, durante i suoi concerti si sono già verificati episodi di spintoni e tensioni, che però erano rimasti sotto controllo. Ma la tragedia dell’Astroworld ha segnato un punto di non ritorno, compromettendo la sua reputazione e portando accuse di negligenza.
È però giusto attribuire tutta la colpa all’artista? Come mostra Trainwreck, i problemi sono iniziati già nella fase di vendita dei biglietti. L’area del festival poteva accogliere 35.000 persone, ma i biglietti venduti sono stati 50.000. A causa dell’incapacità degli organizzatori di gestire la situazione, all’evento si sono presentate ancora più persone: molti hanno sfondato le barriere metalliche, mentre il personale di sicurezza non è riuscito a contenere la folla. La distribuzione disomogenea degli spettatori ha causato un effetto domino: le persone nelle retrovie hanno cominciato a spingere in avanti, schiacciando quelle davanti. Solo quando la folla ha cominciato a sollevare i corpi svenuti si è compresa la gravità della situazione. «Qualsiasi responsabile della polizia, dei vigili del fuoco, dei soccorsi o di Live Nation avrebbe dovuto poter fermare subito lo spettacolo», dice Scott Davidson, esperto in sicurezza della folla. Eppure il concerto è continuato, fino alla fine.

Da inchiesta a lutto condiviso

Il documentario si presenta come un’inchiesta giornalistica. I creatori ricostruiscono la cronologia di quel giorno con l’aiuto di filmati realizzati dagli spettatori e testimonianze di chi era dietro le quinte: un fotografo, un paramedico, alcune guardie di sicurezza. Tutti raccontano con sincerità ciò che hanno visto, accusando l’organizzazione di aver ignorato i segnali d’allarme e di non aver interrotto l’evento per ragioni incomprensibili. Tuttavia, Trainwreck: The Astroworld Tragedy non può essere considerata un’indagine completa: i creatori non sono riusciti a intervistare né Travis Scott, che si è limitato a un video di scuse su Instagram e a un’intervista concordata, né rappresentanti di Live Nation, che continuano a dichiararsi estranei alle responsabilità.
In assenza delle voci principali, il documentario assume i toni di un diario emotivo. I parenti e gli amici delle vittime raccontano le loro storie, ma trovano anche spazio episodi di eroismo e speranza. Come quello di una giovane dottoressa, venuta al concerto come spettatrice, che ha rischiato di morire schiacciata ma, una volta uscita dalla calca, ha iniziato a prestare soccorso ad altri, rianimando ad esempio un uomo che oggi è suo amico.
Il messaggio iniziale del film – cercare di comprendere cosa sia successo – si trasforma così in una riflessione sulla delusione: verso l’idolo, verso l’organizzazione, verso il sistema giudiziario. Eppure, Trainwreck: The Astroworld Tragedy mostra con onestà come, nella perdita di un eroe, molti abbiano saputo riconoscerne di nuovi nei volti di coloro che hanno fatto il possibile per salvare gli altri.

Trainwreck: The Astroworld Tragedy

  • Anno: 2025
  • Durata: 80 min
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Stati Uniti
  • Data di uscita: 10-June-2025