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Approfondimento

François Ozon ha rivoluzionato il cinema d’autore (e continua a farlo)

Dal noir alla commedia musicale, Ozon sfida i generi e racconta le sfumature dell’animo umano con uno stile unico e provocatorio

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Analisi del cinema di François Ozon: dai suoi esordi fino a Sotto le foglie, tra generi, identità, ambiguità e uno stile inconfondibile

François Ozon è uno dei registi più interessanti e innovativi del panorama cinematografico contemporaneo. La sua carriera, caratterizzata da una continua ricerca stilistica e tematica, ha fatto di lui un autore apprezzato sia dalla critica che dal pubblico. Con una filmografia che abbraccia una varietà di generi e temi, Ozon si distingue per la sua capacità di esplorare le complessità emotive dei suoi personaggi, affrontando questioni esistenziali, sociali e psicologiche con uno stile visivo unico.

Le origini e l’ingresso nel cinema

Analisi del cinema di François Ozon: dai suoi esordi fino a Sotto le foglie, tra generi, identità, ambiguità e uno stile inconfondibile

‘7 donne e un mistero’ (2021) di Alessandro Genovesi, pellicola ispirata a ‘8 donne e un mistero’ (2002) di Ozu

François Ozon nasce a Parigi nel 1967. La sua passione per il cinema lo spinge a studiare all’IDHEC (Institut des Hautes Etudes Cinématographiques) a Parigi, dove entra in contatto con le avanguardie artistiche e il cinema d’autore. Fin da subito, si distingue per la sua attitudine a mescolare generi e linguaggi, sperimentando e innovando nelle sue opere. Il suo esordio avviene alla fine degli anni ’90, con cortometraggi che gli permettono di farsi notare, ma è con il suo primo lungometraggio, Sitcom (1998), che Ozon inizia a guadagnarsi una reputazione come regista audace e anticonformista.

François Ozon si distingue per la propria capacità di cambiare registro, passando dalla commedia al dramma, dall’orrore alla riflessione psicologica, sempre mantenendo un’identità forte nel suo cinema. I suoi film spesso ruotano attorno a temi come la sessualità, l’identità, il dolore, ma anche l’ironia e l’ambiguità. La sua visione del mondo è complessa, caratterizzata da una sensibilità che non teme di esplorare le zone più oscure dell’animo umano.

Uno degli aspetti che emerge con forza nella sua filmografia è la sua abilità nell’interrogare le convenzioni sociali e le dinamiche familiari. In 8 donne e un mistero (2002), una commedia gialla che mescola elementi teatrali e musicali, Ozon racconta la storia di un omicidio in una casa isolata, giocando con i generi e le convenzioni del cinema noir, ma con uno sguardo ironico e dissacrante. Questo film segna anche una tappa importante per il regista, che riesce a ottenere il consenso del grande pubblico senza compromettere la sua cifra stilistica.

La riflessione sulla sessualità e l’identità

Uno dei temi ricorrenti nel cinema di François Ozon è la sessualità, affrontata con uno sguardo audace, diretto e privo di censure. Nella casa (2012) rappresenta un esempio emblematico di come il regista sappia intrecciare il desiderio con la narrazione, esplorando i labili confini tra fantasia e realtà. Il film ruota attorno alla figura di un professore di lettere che, leggendo i compiti di un suo brillante ma enigmatico studente, si ritrova progressivamente risucchiato in un gioco perverso di osservazione e manipolazione. Attraverso lo sguardo del ragazzo — che scrive racconti ispirati (forse) alla vita reale di una famiglia borghese — Ozon riflette sul potere della scrittura, sull’ambiguità del voyeurismo e sulla sottile linea che separa l’invenzione dalla verità. Il desiderio, sia fisico che intellettuale, si trasforma in motore narrativo, aprendo interrogativi sull’etica, sull’identità e sul bisogno umano di oltrepassare i limiti imposti dalle convenzioni.

Un tema simile emerge anche in Giovane e bella (2013), in cui Ozon racconta il percorso di una ragazza apparentemente normale che sceglie di esplorare la propria sessualità attraverso esperienze clandestine e controverse. Anche in questo caso, la sessualità non viene giudicata, ma indagata con sguardo lucido e sensibile, offrendo una riflessione sul desiderio, sul corpo come territorio di scoperta e sulle molteplici identità che si celano dietro le apparenze.

Il cinema di Ozon come gioco di specchi

Analisi del cinema di François Ozon: dai suoi esordi fino a Sotto le foglie, tra generi, identità, ambiguità e uno stile inconfondibile

‘Estate ’85’ (2020)

Un’altra cifra stilistica inconfondibile del cinema di François Ozon è l’uso dei giochi di specchi, sia letterali (specchi, finestre, acqua) che metaforici (personaggi che si riflettono l’uno nell’altro, trame che si riflettono) — che influisce profondamente sulla percezione che lo spettatore ha dei suoi film. Questi dispositivi riflessivi invitano il pubblico a mettere in discussione ciò che vede, mantenendo viva la consapevolezza che la realtà, nell’universo cinematografico di Ozon, è raramente lineare e definita.

Questo elemento visivo e concettuale trova una delle sue espressioni più poetiche in Estate ’85 (2020), un’opera che segna il ritorno di Ozon ai temi dell’adolescenza, dell’amore e della perdita. Il film utilizza specchi, finestre e riflessi per costruire un linguaggio visivo che rispecchia il tumulto interiore del protagonista: il primo amore, la scoperta del desiderio, il dolore della separazione. Con una regia intima e al tempo stesso precisa, Ozon riesce a catturare la fragilità e l’intensità tipiche di quell’età, trasformando un racconto di formazione in un’elegia malinconica, sospesa tra memoria e sogno.

L’ambiguo nell’uso delle riflessioni

Giocando con le riflessioni, François Ozon destabilizza la narrazione lineare e stimola l’ambiguità. Lo spettatore non è solo un osservatore passivo della storia che si svolge, ma diventa parte attiva, costretto a decifrare ciò che sta accadendo. Le immagini riflesse spesso indicano dualità o conflitti interiori nei personaggi, spingendo il pubblico a riflettere su temi come la repressione, il desiderio e la finzione.

Ad esempio, in Swimming Pool (2003), le riflessioni diventano una metafora visiva chiave per le linee sfumate tra immaginazione e realtà. La percezione della protagonista è continuamente messa in discussione, e lo spettatore è spinto a chiedersi: cosa è reale e cosa è il prodotto del suo mondo interiore?

In sostanza, l’uso delle riflessioni da parte di Ozon trasforma lo spettatore in un partecipante — una persona che deve navigare in un mondo di illusioni, significati doppi e complessità emotive. È uno specchio cinematografico che non mostra solo i personaggi, ma riflette anche il nostro stesso bisogno di comprensione e interpretazione.

Sotto le foglie: un ritorno al mistero

Analisi del cinema di François Ozon: dai suoi esordi fino a Sotto le foglie, tra generi, identità, ambiguità e uno stile inconfondibile

‘Sotto le foglie’ (2024)

Nel 2024, Ozon presenta Sotto le foglie, un film che richiama le atmosfere dei romanzi di Agatha Christie e Georges Simenon. La trama ruota attorno a Michelle (interpretata da Hélène Vincent), una nonna che vive in un tranquillo villaggio della Borgogna. La sua routine viene sconvolta quando sua figlia Valérie (Ludivine Sagnier) e il nipote Lucas arrivano in visita. Un incidente alimentare e il ritorno inatteso di Vincent (Pierre Lottin), figlio della migliore amica di Michelle, Marie-Claude (Josiane Balasko), complicano ulteriormente la situazione familiare.

Il film ha riscosso un notevole successo in Francia, raggiungendo quasi 700.000 spettatori. Ha ottenuto il Premio della Giuria per la migliore sceneggiatura e il Premio per il miglior attore non protagonista al Festival International du Film de Saint-Sébastien. Hélène Vincent è stata candidata ai César come Migliore Attrice per la sua interpretazione.

La pellicola affronta temi come l’invisibilità delle donne anziane nel cinema, sottolineando la loro vitalità e desiderio. Ozon esplora le complessità delle relazioni familiari e le sfide dell’invecchiamento, offrendo uno sguardo profondo e sensibile su personaggi spesso trascurati nella narrativa cinematografica.

Sotto le foglie è distribuito in Italia da BiM Distribuzione. Leggi la recensione di Taxidrivers. Il film è in sala a partire dal 10 aprile 2025.

Editing Giulia Radice.