Il film documentario Born to be Wild- The Story of Steppenwolf sarà proiettato in anteprima italiana all’undicesima edizione del SeeyouSound, Festival che coniuga cinema e musica. Dal 21 al 28 febbraio 2025 a Torino.
La sinossi
Born to Be Wild ha reso la band SteppenWolf celebre da un giorno all’altro in tutto il mondo. La canzone, sinonimo del film cult Easy Rider, fu da un lato l’inno di una generazione, ma dall’altro, con il suo suono Heavy Metal, divenne la pugnalata al cuore della Summer of Love, e pose fine alla cultura hippie.
Born to Be Wild: le origini della band
John Kay e Nick St.Nicholas, rispettivamente cantante e bassista della band, sono di origine tedesche. Il film ripercorre l’origine di questo famoso gruppo musicale proprio dalla Germania: all’indomani della caduta del nazismo, in un paese devastato dalla guerra, le famiglie dei due ragazzi decidono di emigrare in Canada. La vita nei quartieri operai di Toronto non era facile e i problemi alla vista di John, costretto a portare spessi occhiali scuri, sicuramente non aiutavano. Per adattarsi alla nuova vita i due dovettero anche cambiare i loro nomi.
Kay inizialmente militò nel gruppo blues The Sparrows, esibendosi regolarmente e ottenendo successo nella sua città. Tuttavia, le sue ambizioni lo portarono a fondare una nuova band e a trasferirsi in America, dapprima a New York, in seguito a Los Angeles.
Born to Be Wild: il singolo che definì un genere
Alla fine degli anni Sessanta il mondo della musica era in pieno fermento nella sperimentazione di nuovi generi. Il gruppo si spostò gradualmente verso l’Hard Rock, arrivando ad anticipare i suoni e i ritmi dell’Heavy Metal. Nel 1968 venne lanciato l’album Steppenwolf, che includeva il singolo Born to Be Wild. Nessuno sia aspettava l’enorme successo riscosso da questo brano, reso immortale l’anno successivo perché utilizzato come colonna sonora nel cult movie Easy Rider. Il brano e il film divennero il manifesto di una generazione che cambia.
La regia
Per ripercorrere la storia di questa band il regista Oliver Schwehm utilizza una notevole quantità di materiale di repertorio: attraverso la cinepresa gli oggetti sembrano prendere vita, raccontando la loro storia e riportando lo spettatore indietro nel tempo, facendogli vivere l’atmosfera e il mood che hanno definito una generazione. Le testimonianze dei membri della band e dei loro famigliari portano avanti la narrazione con salti temporali tra passato e presente.
Il film si sofferma anche sulla difficoltà della band, tra continui cambi di formazioni e i problemi di droga di alcuni membri del gruppo, fino alle dispute legali per il nome Steppenwolf.
Un film affascinante, che offre un punto di vista inedito su una delle band che ha fatto la storia della musica. Un viaggio nel tempo consigliato sia agli passionati, sia ai neofiti che vogliono approfondire gli eventi che hanno portato alla fondazione di questo iconico gruppo musicale.