Destinazione è la sezione del Trento Film Festival che ci consente di esplorare altri Paesi, rispetto alle loro morfologie geografiche, aspetti culturali ed attraverso le loro cinematografie. Dopo averci portati in Irlanda, quest’anno Destinazione approda in Argentina, per riscoprire una terra legata al Trentino, e per rivitalizzare una cinematografia che rischia un notevole ridimensionamento, a causa della flessione dei contributi pubblici.
Perchè l’Argentina?
Da molto tempo, vi è un duplice filo rosso che collega l’Argentina al Trentino: da una parte, è importante ricordare la grande ondata migratoria nel XIX e XX secolo, partita dal nostro territorio verso lo stato sudamericano. Dall’altra gli occhi del festival, essendo specializzato in cinema di montagna e alpinismo, sono da tempo posati su questi territori, ospitanti una delle catene montuose più suggestive del mondo: le Ande e soprattutto le cime della Patagonia, destinazione ideale di avventurieri, spesso provenienti dal Trentino, e registi bramosi di catturare storie e anime infiammate.
Infine, un aspetto determinante che ha incentivato Mauro Gervasini, responsabile della programmazione, e tutto il team del Trento Film Festival a scegliere l’Argentina è la sua potenza cinematografica, insieme alla sua forte influenza, riconosciute in tutto il mondo. L’Argentina, infatti, vanta un primato decennale di principale cinematografia di lingua spagnola nella storia del cinema del sud America.
Cosa vedremo?
Il Trento Film Festival si destreggerà tra anteprime internazionali ed italiane. Si assisterà alla proiezione di Soberanos di Agustín Ortiz Byrne (Argentina, 2024), tratto da fatti storici realmente accaduti: settembre 1966, un gruppo di giovani idealisti dirottò un aereo di linea, per andare a “riconquistare” le Malvinas, contese tra Argentina e Regno Unito. Nel film, brillano stelle promettenti quali Maria Abadi e Nicolas Mateo.
Islandia di Leandro Horatio Cerro (Argentina/Islanda, 2024) è invece un documentario fortemente introspettivo. Il regista, dopo la morte del padre, decide di intraprendere un viaggio in Islanda, alla scoperta di un Paese e di sè stesso.
Infine, Entre siete di Valentina Lorenzo (Argentina, 2024): avete mai seppellito un cane investito per strada? Beh i protagonisti di questo corto decidono di farlo.

Tra le altre anteprime: Cuando todo arde di Maria Belen Poncio(Argentina, 2024) racconta la vicenda di Isabel, volontaria in un corpo locale di vigili del fuoco incaricato di domare gli incendi boschivi, che per qualche motivo verrà allontanata dal suo gruppo di colleghi.
El aroma del pasto recién cortado di Celina Murga (Argentina, 2024), con Martin Scorsese come produttore esecutivo, esplora le clandestine relazioni parallele con due studenti, di due docenti universitari, entrambi sposati.
Infine, Halgo viejo, algo nuevo, algo prestado di Hernan Rosselli (Argentina, 2024) è un lungometraggio sperimentale, sospeso tra fiction e documentario per raccontare le avversità di una ragazza che, insieme alla madre, eredita dopo la morte del padre la gestione di una rete di scommesse clandestine. Il titolo allude ad una tradizione argentina secondo la quale le spose, il giorno del matrimonio, devono indossare qualcosa di vecchio (algo viejo), qualcosa di nuovo (algo nuevo) e qualcosa di prestato (algo prestado).
Viaggio nel tempo tutto “hecho en Argentina”

Ad arricchire il programma un restauro, Silencio Branco di Gerardo Junqueira De Oliveira e Angelo Sciarra(Brasile, 1960), documentario che fu presentato nel 1960, proprio al Trento Film Festival. Poi ancora una riedizione in 4K, Nueve Reinas – Nove Regine di Fabian Bielinsky(Argentina, 2000), un thriller politico con Ricardo Darin come protagonista.
Ed infine, 4 omaggi volti a spandere il verbo di maestri contemporanei del cinema argentino: Los delincuentes di Rodrigo Moreno (Argentina, 2023), La cordillera di Santiago Mitre (Argentina, 2017), La quietud di Pablo Trapero (Argentina, 2018) e Zama di Lucrecia Martel (Argentina, 2020).
Tra divertimento e riflessione
Ad animare le serate vi saranno anche molti eventi, che metteranno in rilievo una terra fatta di millenarie tradizioni e contaminazioni culturali.
Per quanto riguarda la musica, il 25 aprile l’Istituto Italiano di Cumbia inaugurerà il Festival con un concerto. Due producer, una tromba, un percussionista e cinque cantanti ci condurranno alla scoperta della cumbia, un genere tipico della Colombia, che ha percorso tutta l’America latina per poi volare anche oltre. Alla cumbia sarà anche dedicata una masterclass, condotta dal dj e produttore Nahuel Martinez, mentre un’esibizione di tango e milonga sfoggeranno, più propriamente, le sonorità argentine.
Altri due appuntamenti “musicali”, in collaborazione con il METS – Museo etnografico trentino San Michele – sono Concerto AstorGato, pensato come omaggio a due intramontabili icone della musica argentina: Astor Piazzolla e Gato Barbieri. Ed infine, un workshop dal titolo “Bandoneon vs Armonium trentino”, che metterà a confronto questi due strumenti tradizionali.
Alcuni appuntamenti metteranno al centro storie di migrazioni, incontri e scontri avvenute in Argentina. Vi sarà presentazione del podcast “Figlie”: memoria dei desaparecidos, un progetto di Sofia Borri e Sara Poma, diviso in sei puntate, che narra una pagina tragica della storia dell’Argentina. Sofia aveva infatti due anni quando, nel febbraio del 1978, lei e la madre, militante del Partito comunista, vennero sequestrate a Mar del Plata. E mentre la madre diventava una dei trentamila desaparecidos, Sofia venne liberata dopo una settimana, riuscendo a fuggire in Italia insieme a suo padre.

Un interessantissimo evento, Cesarino Fava ed altre storie di migranti, invece, intratterrà il pubblico con storie di migrazioni dall’Italia all’Argentina. Un racconto dal basso che fonde frammenti personali, video e interventi di esperti. Due appuntamenti, poi, ci portano a conoscere il rapporto tra Trentino e Argentina nella contemporaneità.
Elio Orlandi, curerà una mostra ad hoc per il Trento Film Festival, sulle sue avventure in Argentina. Al tema delle vette patagoniche sarà, poi, dedicata anche una serata con protagonista Matteo Della Bordella ed il racconto delle sue grandi spedizioni.
Un altro grande amico del Festival, Hervè Barmasse, saprà condurci alla scoperta della ricchezza culturale, geografica, naturale, artistica e alpinistica dell’Argentina.
Un’Argentina tutta da sfogliare
Tra i libri che saranno presentati quest’anno al Festival, Canoe in Patagonia di Valentina Scaglia: è il racconto di un affascinante viaggio sull’acqua da parte di un gruppo di canoisti italiani, attraverso una delle regioni più disabitate del pianeta.
Il segno del vento di Eduardo Varela è un “diario di bordo”: un viaggio straordinario alla scoperta di un paesaggio sconfinato, attraverso le strade più inospitali e sorprendenti del Sud del mondo. Infine vi sarà spazio anche per deliziosi momenti enogastronomici.