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Interviews

Pluralismo narrativo e internazionalizzazione delle idee produttive

Intervista a Fabio Abagnato Responsabile di E-R Film Commission

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Fabio Abagnato, responsabile Emilia Romagna Film Commission

 

“126 opere sostenute, di cui 32 film diretti da registe; 46 sceneggiati da donne; 22 scritti da under 35; 68 con la certificazione green film e 24 opere prime. L’Emilia-Romagna Film Commission è reduce da una stagione entusiasmante (2021-2023), con una particolare predilezione per il cinema autoriale. Lo dimostrano i recenti successi, come il pluripremiato Rapito di Marco Bellocchio, Ferrari di Michael Mann, la trilogia di Diabolik  firmata dai Manetti Bros e Fabio De Luigi con il suo 50 km all’ora e le tante collaborazioni con prodotti televisivi e i documentari d’autore. Ben 16,8 milioni di euro per il comparto audiovisivo: distribuito tra la produzione (53%) e la promozione (46%). E si annuncia per il prossimo triennio (2024/ 2026) più sostegno allo sviluppo, alla produzione cinematografica e al circuito festivaliero così da rafforzare l’intera filiera sul territorio”. A dirlo è Fabio Abagnato, responsabile di Emilia-Romagna Film Commission.

Il 2024 si è aperto con l’annuncio di una novità in merito ai bandi regionali. Cosa è cambiato?

Si tratta di bandi che attingono a fondi Po/Fesr. Quest’anno abbiamo previsto una finestra unica. L’impegno è quello di sostenere le imprese audiovisive del territorio, puntando sull’internazionalizzazione di idee e di attività, così da accrescere la competitività e la formazione di profili altamente professionali. Inoltre, è appena uscito il bando annuale per lo Sviluppo che sostiene la fase più delicata per la creazione di nuove opere.

Quanto investite sulla filiera?

Mediamente 3 milioni di euro all’anno sulle produzioni, con due bandi: uno per le imprese nazionali e uno dedicato alle imprese che hanno sede sul territorio. C’è poi, un bando più piccolo dedicato allo sviluppo delle opere.

 

E il rapporto con l’estero?

Da un anno abbiamo attivato in modo più sistematico proficue collaborazioni internazionali soprattutto con Germania e Francia.

Maggiore internazionalizzazione delle attività e più fondi per il settore. Quali sono le effettive ricadute sul territorio?

Su cento euro spesi, il 40% è investito sulle nostre maestranze. Insomma, volendo semplificare: su 46 milioni di euro investiti nelle opere, 26 milioni vanno alle maestranze. Un’ottima ricaduta sul territorio che fa crescere il nostro comparto professionale.  Per questo sarà ampliata anche la platea dei fornitori di beni e servizi presenti in banca dati per consolidare la collaborazione sui territori, così da aumentare la promozione delle professionalità del settore.

 

E per quanto riguarda il cine-turismo?

Non esistono dati certi, ma il feedback sembra essere positivo. In realtà, noi non finanziamo le opere per il loro impatto turistico ma per il loro valore autoriale. L’Emilia-Romagna Film Commission è un ufficio all’interno dell’Assessorato alla Cultura della Regione. Il nostro obiettivo è quello di aumentare il pluralismo narrativo ed è per questo che scommettiamo soprattutto su opere prime e seconde. Ma tornando al cine-turismo, valorizziamo l’eredità dei grandi autori del cinema del passato. Maestri come Fellini, Antonioni, Bertolucci, le pellicole ispirate ai racconti di Guareschi e, più vicino a noi, Pupi Avati, Marco Bellocchio hanno reso immortali i nostri luoghi.

Quali set sono attualmente aperti sul territorio?

In questo momento stiamo girando, nella bassa reggiana, una serie tv molto importante e partiranno a breve le riprese del film Le bambine delle sorelle Bertani. Siamo reduci dal set del film Adriatica dell’attrice Greta Scarano, al suo esordio da regista (prodotta da Groenlandia). Tra i titoli di quest’anno: Il treno dei bambini di Cristina Comencini, targato Netflix; Dance to the end of Love di Roberta Torre  e l’Isola degli idealisti di Elisabetta Sgarbi. Inoltre, il maestro Pupi Avati è tornato nel Ferrarese, tra le location del suo ultimo film L’orto americano.

Si è appena conclusa con successo la 42° edizione del Bellaria Film Festival: 86 i film in programmazione, di cui 27 anteprime mondiali e 14 nazionali. Rispetto alla scorsa edizione sono stati venduti circa 2mila biglietti in più su tre sale. Il circuito festivaliero è un altro tassello fondamentale della vostra filiera?

Siamo particolarmente soddisfatti. É stata una importante edizione che ha vantato grandi ospiti: come il regista francese Bruno Dumont, e gli italiani Alice Rohrwacher, Barbara Ronchi, Neri Marcorè, Goffredo Fofi. Tra i nostri impegni, come Film Commission, intendiamo essere più presenti nelle linee guida per i Festival e le Rassegne sostenute, accrescendo così il dialogo tra operatori, territori e istituzioni.

E poi, c’è il mercato Bio to B…

Sì, è l’evento che il Biografilm dedica al networking, al confronto e all’aggiornamento del mercato audiovisivo documentario europeo.  Tornerà dal 10 al 12 giugno 2024. Uno dei momenti più importanti è il Pitching Forum, la presentazione di 20 progetti di doc europei in cerca di coproduzioni, partnership e acquisizioni davanti a una platea di decision maker del settore. Una grande occasione di incontro per conoscere le novità del settore. Tra gli ospiti internazionali ci saranno anche Signe Byrge Sorensen, che riceverà il Make It Real Award, Suzanne Biermann (commissioning editor, ARTE Tv) e Shoshi Korman (Cinephil).

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