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‘The Dark NightMare’: un incubo visivamente raffinato

L’opera prima di Rasmussen promette abissi psichici, ma si perde in una messa in scena fredda e prevedibile. Tra trauma, maternità e folklore nordico, "The Dark Nightmare" non trova mai un’identità davvero disturbante.

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Cosa è reale e cosa no? É questa la domanda di fondo del film The Dark NightMare, esordio alla regia della norvegese Kjersti Helen Rasmussen. Un horror psicologico, immerso nel mondo dei sogni e della maternità con protagonista Eili Harboe, star dell’acclamato horror “Thelma”.  Il film sarà nelle sale cinematografiche italiane a partire dall’11 giugno 2025 grazie a BIM Distribuzione.

Temi complessi e paralisi del sonno

Mona (Eili Harboe) e il compagno Robby (Herman Tømmeraas) sono una giovane coppia innamorata. Robby ha appena ottenuto il lavoro dei suoi sogni e ha fatto un affare incredibile comprando un appartamento spazioso, seppur da ristrutturare. Ma la bella favola d’amore sembra presto trasformarsi in un incubo. La ristrutturazione diventa sempre più difficile e Mona inizia ad essere tormentata da incubi e sonnambulismo. E a questa si aggiungono le costanti urla dei vicini accompagnate dal pianto del loro bambino. Mona viene improvvisamente tormentata da terrori notturni che si intensificano ogni volta che si addormenta. E memtre Robby è impaziente di mettere su famiglia, nonostante l’esitazione della giovane compagna, i problemi di Mona degenerano pericolosamente quando si convince di essere attaccata da un antico demone mitologico – la Mare – intenzionato a impossessarsi del bambino che porta in grembo.

Il grosso della trama ruota attorno alle notti in cui Mona si aggira per l’appartamento come una sonnambula, sognando una versione del compagno più sicura e sessualmente aggressiva. La si vede bloccata in uno stato di paralisi del sonno, attaccata da una figura demoniaca. Mona ha questi incubi, che sappiamo chiaramente non essere reali, ed è sempre colta di sorpresa da qualcosa di spaventoso o semplicemente molto forte, prima di svegliarsi immediatamente da sola o con accanto un Robby molto preoccupato. Questo schema si ripete all’infinito, come se Rasmussen fosse certa che portare in scena uno spavento improvviso dopo l’altro, seguendo una lunga sequenza che poi non si verifica nella realtà, funzionerà ogni volta. Ma questa scelta si rivela controproducente e toglie dinamicità, suspence e interesse al film. The dark NightMare affronta temi complessi come la maternità, la paura del soprannaturale e la fragilità mentale, ma lo fa in modo superficiale e prevedibile, senza mai approfondire veramente quelle che sono le sue potenzialità narrative e psicologiche.

Atmosfere crepuscolari e regia

La regia di Rasmussen si distingue per l’approccio estetico pulito, ma manca di quella tensione viscerale che caratterizza gli horror psicologici. La scelta di ambientare la storia in spazi chiusi e claustrofobici, come l’appartamento e l’ospedale, prediligendo inquadrature statiche, è efficace perché permette di creare quel senso di oppressione, ma la mancanza di dinamismo nella narrazione e nella messa in scena rende l’esperienza visiva piatta. L’uso freddo della fotografia rafforza il senso di isolamento ma manca di anima. E anche se The dark NightMare mantiene un’espressione crepuscolare per tutto il tempo, la suddivisione tra scene di veglia e sogni ha un effetto disorientante. E i vari intrecci narrativi (alcuni piuttosto forzati) – come la scena finale in cui il vicino si polverizza il cranio da solo – rischiano di trascinare il film alla deriva. Ci sono cliché e situazioni già viste che non offrono mai spunti originali o sorprendenti.

Performance discrete e una narrazione spenta

Più che horror è un thriller teso e disorientante con una leggera vena di terrore. Eili Harboe offre una performance discreta nel ruolo di Mona, ma il suo personaggio manca soprattutto di profondità emotiva, rendendo difficile allo spettatore empatizzare con le sue paure. Herman Tømmeraas, nel ruolo di Robby, appare più come una figura di supporto che come un protagonista. The Dark Nightmare si propone come un horror psicologico ambizioso, ma fallisce nel realizzare appieno le sue potenzialità risultando ripetitivo, prolisso e inconcludente.

Il trailer del film The Dark NightMare

The Dark NightMare

  • Anno: 2025
  • Distribuzione: MIB Distribuzione
  • Genere: Horror
  • Regia: Kjersti Helen Rasmussen