‘Maria e l’amore’: l’arte e la bellezza cambiano la vita

Maria e l’amore, opera prima di Lauriane Escaffre e Yvonnick Muller, è una delicata e leggera storia di rinascita nell’incontro con un mondo, quello dell’arte, scoperto per la prima volta. Il film è disponibile su Amazon Prime Video.

Maria (l’empatica Karin Viard) è una cinquantenne timida e riservata, che conduce una esistenza semplice, lavorando come addetta alle pulizie. Le viene assegnato un nuovo lavoro presso la Scuola di Belle Arti a Parigi: la donna entra così in contatto con un universo a lei completamente estraneo e sconosciuto: pervaso da bellezza, libertà, creatività.

Hubert (il bravo Grégory Gadebois) è lo ‘strano’ custode dell’istituto, che aiuta Maria a destreggiarsi tra le aule didattiche e le opere d’arte nelle quali lei va a sbattere più volte mentre pulisce. L’immersione giorno dopo giorno in questa bizzarra, colorata e sorprendente realtà, rende sempre più saldo e complice il legame tra Maria e Hubert. La donna si guarda finalmente dentro, provando emozioni dimenticate.

L’insolita scoperta dell’arte

L’elemento chiave e riuscito di Maria e l’amore è la scoperta del senso e significato dell’arte come esperienza individuale, capace di incidere significativamente nella presa di coscienza. Prima, materiale: Maria è invasa dalle opere d’arte. Le urta, le tocca, le sente prendere vita mentre si aggira attorno a loro con l’aspirapolvere e lo spazzolone. Iniziale diffidenza, poi la curiosità che diventa attrazione nel momento in cui si riesce a comunicare, a leggere l’arte attraverso le percezioni e gli stimoli che è capace di trasmettere. Si giunge allo spirito, al confronto con ciò che di più profondo si scopre su se stessi.

L’interazione con una giovane allieva e lo specchio che la sua libertà suscita in Maria e nella vita condotta fino a quel momento, scardina tutte le costrizioni emotive, fisiche, liberandola pian piano da invisibili zavorre a cui si è sempre, docilmente, sottomessa.

Una condizione, la sua, mai messa in discussione, accettata con dignità e semplicità, come immutabile.

Delicatezza: il leitmotiv del film

Simboleggiato dalla bella e ‘pura’ colonna sonora di René Aubry che, come un filo, avvolge e distende la vicenda, Maria e l’amore accoglie una trama decisamente lineare. Non mancano momenti di frizione, gestiti con la stessa aura che addensa visivamente il racconto: quella fiabesca, nella quale i contorni si sfumano, gli approfondimenti sono stilizzati, incluse certe caratterizzazioni che avvicinano il film a una dolce commedia romantica.

N.B. è sempre, purtroppo, necessario, rimarcare una traduzione italiana del titolo originale del film Maria rêve – Maria into a life, che non centra per nulla l’essenza della pellicola.