Gimme Danger di Jim Jarmusch non è solo un omaggio a Iggy Pop e agli Stooges, ma un racconto che approfondisce gli aspetti musicali, culturali, politici e storici del gruppo. Presentato in anteprima al Festival di Cannes, il documentario ripercorre la storia del gruppo dal debutto alla fine degli anni 60’ in un’università del Michigan, fino all’ultima reunion del 2003. Ora disponibile su Mubi.
Rock in
Il documentario prende il titolo da un brano di Raw Power, l’ultimo album di The Stooges del 1973, e unisce spezzoni di cartoni animati d’epoca, interviste, immagini di repertorio e interviste appositamente realizzate. James Osterberg, alias Iggy Pop, protagonista assoluto del documentario, narra gli esordi alla batteria e gli anni trascorsi nella prima band The Iguanas fino al periodo con i famosi The Stooges. Con lui si alternano alcuni membri della storica band.
La prima batteria suonata nella roulotte dei genitori, le prime esperienze con un gruppo musicale: la musica per Iggy è sempre stata una valvola di sfogo, l’unico elemento con cui riusciva a dissipare le proprie energie. Martellava così tanto quella batteria che i genitori lo spostarono nella camera da letto matrimoniale pur di non sentirlo, un privilegio che il cantante ricorda ancora con affetto.
L’energia di quel bambino chiuso nella roulotte a suonare la batteria ancora pulsa nelle sue vene: seduto davanti la telecamera il suo corpo non riesce a stare fermo, si tocca i capelli, muove il viso con mille espressioni, si siede scomposto e si ancora quella particolare energia nei suoi occhi, ora contenti, ora malinconici, mentre racconta i suoi esordi con la band. Una carriera, in realtà, mai presa veramente in considerazione, ad Iggy e agli Stooges interessava fare musica e farla in un modo che rispecchiasse il loro modo di vivere. Sregolata, fuori dall’ordinario e contro ogni tipo di autoritarismo e conservatorismo. Le follie sul palcoscenico di Iggy, le improvvisazioni musicali e quel riff musicale di I Wanna Be Your Dog, scatenano ancora oggi un istinto primordiale, aggressivo e provocatorio.
I am
Insieme a numerose immagini di repertorio, il volto del cantante si alterna a quelli di Ron Asheton, Scott Asheton e Dave Alexander. Le follie giovanili, il rifiuto dell’autoritarismo, la dedizione all’alcol e soprattutto alle droghe, vivono ancora nelle voci e nei volti degli intervistati. Una vita vissuta al massimo che rifiuta ancora oggi ogni tipo di schema preimpostato. “Io non voglio essere glam, non voglio essere punk, io sono” ricorda Iggy durante il documentario. Un rifiuto per le etichette che non gli ha impedito di diventare un punto di riferimento per il punk americano.
Non solo nello stile, ma nel fisico ancora asciutto e muscoloso, raggrinzito solo dai segni dell’età, il lascito della sua band ha influenzato l’immagine stessa del rock, del cinema, della moda, e soprattutto della musica, anche grazie al confronto con Velvet Unferground, Nico, John Cale e agli incontri come quelli di Andy Warhol e David Bowie.
“Gimme Danger è la nostra lettera d’amore per quella che probabilmente è stata la più grande band della storia del rock ‘n’ roll”
confessa Jarmush. Un documentario selvaggio, disordinato, divertente, che balla sulle note psichedeliche dei The Stooges.