Prodotto dal Mel Ferrer la cui lunghissima carriera d’attore – con oltre cento apparizioni all’attivo – spaziò da una partecipazione non accreditata a La croce di fuoco (1947) di John Ford al doppiaggio di Geppetto nella serie televisiva Stories from my childhood (1998), possiamo quasi considerarlo in qualità di vero e proprio precursore di tutte le moderne pellicole di suspense ambientate in un unico luogo chiuso.
Perché, una volta superato il breve avvio, in maniera piuttosto teatrale è del tutto nell’abitazione della non vedente Susy magnificamente resa da Audrey Hepburn (non a caso qui candidata al premio Oscar) che si svolge la oltre ora e quaranta di visione messa in piedi dal bondiano Terence Young tramite Gli occhi della notte (1967), finalmente disponibile su supporto dvd italiano per merito dell’attivissima Sinister Film.
La Susy che, moglie del fotografo Sam alias Efrem Zimbalist Jr. e rimasta cieca in seguito ad un incidente, non sa di essere entrata casualmente in possesso – insieme al marito – di una bambola imbottita di droga indirizzata a tre delinquenti senza scrupoli.
Delinquenti manifestanti i connotati di Jack Weston, Richard”Rambo”Crenna e di un Alan Arkin con occhiali da sole (pronto, però, a ricorrere a diversi travestimenti), i quali non tardano a farsi vivi per recuperare il bottino spacciandosi alla donna come un poliziotto, un uomo alla vana ricerca della moglie ed un amico del compagno, allontanato dalla città proprio dai tre ricorrendo ad un espediente.
Man mano che, guardando in maniera evidente al maestro del brivido Alfred Hitchcock, la tensione e l’angoscia salgono efficacemente di fotogramma in fotogramma grazie al fatto che lo spettatore è al corrente di tutto ciò che la protagonista non è in grado di vedere; fino alla resa dei conti finale che, in un certo senso, sembra anticipare quella proposta da John Carpenter nel suo Halloween – La notte delle streghe (1978).
E sono trailer, galleria fotografica e la featurette di otto minuti A look in the dark – con interventi dei citati Ferrer ed Arkin – ad arricchire nella sezione extra il disco che la label distribuisce insieme ad un altro fondamentale recupero dall’infinito universo del dimenticatoio della Settima arte: Il passo dell’assassino (1971).
Proposti nell’ambito della collana riguardante l’horror d’essai e pur essendo firmati dal cineasta di origini scozzesi Sidney Hayers che si occupò, tra gli altri, de Il circo degli orrori (1960) e La notte delle streghe (1962), si pongono, in realtà, più dalle parti di un thriller costruito su un plot da rape & revenge i circa ottantasei minuti di visione.
Un thriller immerso nella Londra del Blow-Up (1966) di Michelangelo Antonioni e che prende il via dalla rimessa in libertà del viscido e miope Jacko interpretato da Artro Morris, inizialmente sospettato dalla polizia di essere il maniaco sessuale responsabile dell’uccisione di due ragazzine.
Fino al momento in cui Harry e Jim, ovvero i padri delle due vittime incarnati da Ray Barrett e James Booth, decidono di sequestrarlo per nasconderlo in una cantina e spingerlo a confessare, senza che uno dei due rinunci a percuoterlo in maniera tanto violenta da credere di averlo ammazzato.
Mentre, nei panni (pochi) della moglie del secondo, una sexy Joan Collins provvede a complicare la situazione attraverso una sottotrama da film erotico che, coinvolgendo il figliastro impotente con le fattezze di Tom Marshall e la fidanzatina di lui con quelle della Sinéad Cusack in seguito sposatasi a Jeremy Irons, contribuisce in maniera fondamentale a scatenare la serie di indispensabili conflitti tra protagonisti destinata a precedere il colpo di scena conclusivo.
In aria di forte critica sociale rivolta ad una certa cosiddetta “classe media”, con il trailer quale unico contenuto speciale.
Francesco Lomuscio