Con sette minuti di backstage quale contenuto extra, CG Entertainment rende disponibile in dvd Non sono quello che sono di Edoardo Leo. Il lungometraggio che, concepito soltanto nel 2024, l’attore e regista romano aveva in realtà desiderato fosse stato il suo esordio dietro alla macchina da presa. Un lungometraggio che, dunque, lo riporta a gestire da solo il tutto dopo due co-regie condivise con Massimiliano Bruno. Co-regie rappresentate dalle commedie ad episodi I miglior giorni e I peggiori giorni.
Ed è lo stesso Leo in versione invecchiata ad aprire le danze di un racconto per immagini che torna immediatamente a due decenni prima.
Precisamente nel 2001, man mano che prende forma una moderna rilettura dell’Otello, tragedia scritta all’inizio del XVII secolo dal drammaturgo e poeta inglese William Shakespeare. Rilettura che cala il buon Leo nei panni di Iago, facente parte di un’organizzazione di poco di buono dediti al traffico di droga. Lo Iago che, vistosi negare una promozione da Otello alias Jawad Moraquib, il quale gli ha preferito il giovane Michele di Matteo Olivetti, escogita un piano diabolico.

Un piano in cui si fa aiutare dal Roderigo dal volto di Michael Schermi arrivando ad ingannare perfino la moglie Emilia interpretata da Antonia Truppo. In modo che il boss creda che Desdemona, ovvero Ambrosia Caldarelli, che ha appena sposato, lo abbia tradito proprio con Michele. Quindi, rispetto alle precedenti fatiche registiche di Leo, non siamo più nell’ambito di storie a base di buoni sentimenti e risate. In quanto Non sono quello che sono s’immerge in un’ambientazione tutt’altro che estiva sul litorale romano di Nettuno.
Lasciando intravedere una probabile, più o meno vaga influenza proveniente da Non essere cattivo di Claudio Caligari.
Titolo, quest’ultimo, da cui proviene anche l’Alessandro Bernardini incluso nel cast insieme a Stefano Ambrogi. Tutti al servizio di una lenta evoluzione narrativa i cui protagonisti recitano i versi originali dell’opera letteraria in un contesto da Romanzo criminale. Testimoniando come la matrice originale shakespeariana rispecchi non poco tanti attuali fatti di cronaca tempestati di razzismo, violenza, invidia sociale, maschilismo e femminicidio. Sono poi i toni decisamente cupi forniti dalla fotografia di Marco Bassano a fare il resto in Non sono quello che sono.