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In Sala

Questi giorni

Giuseppe Piccioni ha descritto un pezzetto di quella generazione italiana che deve fare i conti con la propria vita, le proprie pulsioni, le proprie aspettative. Questi giorni risulta un’opera fluida e gradevole. Merito soprattutto degli interpreti, tra cui le quattro ragazze protagonista, giovani promesse del cinema italiano

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Il festival è giunto alle ultime battute e il totoscommesse su chi vincerà il Leone d’Oro si fa sempre più pressante. Proprio al termine della kermesse è stato presentato il terzo e ultimo film italiano in concorso: Questi giorni di Giuseppe Piccioni. Il regista marchigiano ha dato respiro a un road movie femminile, composto da quattro giovanissime (e promettenti) interpreti: Maria Roveran, Marta Gastini, Laura Adriani e Caterina Le Caselle.

Liliana, Caterina, Angela e Anna sono quattro amiche che vivono in un sonnolento paesino di provincia, ognuna caratterizzata da diverse peculiarità che trovano senso, forse, nel loro legame. Angela legge il destino delle persone attraverso i lumi delle candele ed è fidanzata controvoglia con un figlio di papà snob e poco incline alla fedeltà; Anna studia violino e conduce da tre mesi una gravidanza concepita per caso col suo ragazzo; Liliana sta preparando la tesi e vive con la madre Adria (Margherita Buy), parrucchiera svaporata; Caterina, perennemente imbronciata verso la vita, si mette alla ricerca di una realizzazione lavorativa optando per Belgrado come nuova base. Giunto l’addio di quest’ultima, le altre tre decidono di accompagnarla. Ha inizio così un viaggio in macchina, di qualche giorno, che si rivelerà risolutore per le loro condizioni esistenziali. I personaggi che incontreranno (fratelli preti, ragazzi serbi, amiche ambigue) daranno modo al quartetto di poter comprendere più a fondo quello che vogliono, o meglio, vorrebbero concretizzare. Forse.

Giuseppe Piccioni ha descritto un pezzetto di quella generazione italiana che deve fare i conti con la propria vita, le proprie pulsioni, le proprie aspettative. Le quattro ragazze hanno scelto di partire per allontanarsi, per rimandare a data da destinarsi decisioni e condizioni primarie, tra cui la salute e la sessualità. Lo scheletro narrativo è improntato sul road movie classico, seppur con soluzioni narrative che si allontanano dagli schemi tradizionali. Il viaggio è sì sintomo di crescita interiore, ma lascia spazio a più possibili interpretazioni finali e senza una consapevolezza incisiva. Le tappe delle giovani sono diverse, aggiungono un tassello in più al loro scopo nella vita, nonostante debbano ancora carpirne i meccanismi. Ma è il bello della giovinezza, dei “colpi di testa”, dell’incoscienza adolescenziale, della “botta e via” e mai superficiale, grazie allo sviluppo di un buon soggetto curato dal regista con Pierpaolo Pirone, Chiara Atalanta Ridolfi e Marta Bertini (liberamente ispirato al romanzo inedito Color Betulla Giovane, della stessa Bertini).

I dialoghi, simpatici e acuti, sono caratterizzati da una maturità atipica che mette da parte scemenze e ridicolaggini per lasciare spazio a discussioni mai fini a se stesse. L’acume e il sarcasmo danno modo allo spettatore di non crogiolarsi negli aspetti melensi, tipici di molte storie “giovani”: «You’re Gorgeous!», «Che ha detto?», «Che ti si vuole fare», risponde Caterina ad Anna durante un incontro con tre giovani serbi. Non si parla di ragazzine, ma di giovani donne in attesa di ritagliarsi una spazio nel mondo.

Questi giorni risulta un’opera fluida e gradevole. Merito soprattutto degli interpreti, tra cui le quattro ragazze, giovani promesse del cinema italiano: Maria Roveran, già apprezzata in Piccola patria di Alessandro Rossetto; Marta Gastini, in un ruolo cupo ma al contempo fresco; Laura Adriani, che ha preso parte a Tutta colpa di Freud di Paolo Genovese; Caterina Le Caselle, qui al suo debutto assoluto, vera rivelazione del film e capace di dare vita a una figura legata tra favola e realtà. Gli altri comprimari “adulti” sono Filippo Timi, impacciato professore universitario; Sergio Rubini, padre-padrone caricaturale che sguazza nell’ignoranza più nera; e Margherita Buy, finalmente lontana dalle etichette nevrotiche che per tanto tempo l’hanno imprigionata. Il ruolo di Adria, obbligata ad aprire gli occhi sulla propria condizione di donna “eternamente puerile”, è uno dei pilastri che ci permettono di capire quanta differenza ci sia, o no, tra le generazioni. E quanto, a volte, ci occorra un confronto con i genitori. Oltre che con noi stessi.

Francesco Foschini

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  • Anno: 2016
  • Durata: 120'
  • Distribuzione: Bim Distribuzione
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giuseppe Piccioni
  • Data di uscita: 15-September-2016