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In Sala

Tommaso

«Tommaso incarna nella mie intenzioni la difficoltà suprema degli esseri umani, perennemente occupati e indaffarati a gestire quel disagio relazionale, derivante dal bisogno assolutamente totalizzante di stringere legami sessuali e amorosi soddisfacenti». Kim Rossi Stuart ha descritto così l’indole del personaggio che ha presentato sullo schermo, prima a Venezia, nella sezione Fuori Concorso, e da oggi nelle sale di tutta Italia.

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Con Tommaso il regista romano ha continuato il percorso di vita del piccolo Tommaso Benetti, iniziato con Anche libero va bene (2005), dove qui lo troviamo in età adulta alla prese con le nevrosi accumulate dai fantasmi del passato.

Affermato attore quarantenne, irascibile e assiduo frequentatore dello psicologo (Renato Scarpa), Tommaso è ossessionato dei difetti fisici di Chiara (Jasmine Trinca), sua compagna da diverso tempo, ormai esasperata dai comportamenti maniacali del partner. Lasciato dalla ragazza, Tommaso sfoglia la sua agenda telefonica e si mette in contatto con Federica (Cristiana Capotondi), semplice, generosa e senza pretese. I due si fidanzano, ma dopo l’inizio della convivenza, lui lascia lei appena si accenna al discorso “figli” (oltre alla continua ossessione per i più piccoli difetti fisici).

Lo psicologo sostiene che l’uomo assuma continuamente un’ambivalenza freudiana per mantenere distanza affettiva tra lui e l’altro sesso, pur tradendo spesso e volentieri una propensione alla fantasia erotica non indifferente. In più la figura della madre Stefania (Dagmar Lassander), donna di spessore con una punta di egoismo, non fa altro che immergere il figlio in un pozzo di cliché ogni volta che si affronta il discorso delle fidanzate. Ci penserà la giovanissima Sonia (Camilla Diana), verace e spigliata cameriera, a fargli l’effetto di un potente e intenso psicofarmaco.

«Tommaso incarna nella mie intenzioni la difficoltà suprema degli esseri umani, perennemente occupati e indaffarati a gestire quel disagio relazionale, derivante dal bisogno assolutamente totalizzante di stringere legami sessuali e amorosi soddisfacenti». Kim Rossi Stuart ha descritto così l’indole del personaggio che ha presentato sullo schermo, prima a Venezia, nella sezione Fuori Concorso, e da oggi nelle sale di tutta Italia.

Tommaso è un film che gioca sui nervi, sul problema dell’autocontrollo, sulla difficoltà del crearsi stabilità affettiva. Il registro degli interpreti rimane continuamente sopra le righe: le urla e le litigate sono molteplici, come le “visioni” oniriche dal gusto camp: la farmacista stile Edwige FenechNadia Cassini, i vermi/insetti che escono da tutte le parti o masticati e ingeriti…; o più improntate verso l’autorialità: Woody Allen, Nanni Moretti e le sequenze girate sulla spiaggia accostate al sibilo del vento sembrano una dedica a Giulietta degli spiriti di Federico Fellini. E come Giulietta Masina nell’opera felliniana, anche Tommaso deve fare i conti con la propria infanzia e la propria condizione esistenziale, cominciando dal rapporto con i genitori.

Nel complesso, i personaggi non sembrano essere molto incisivi. Fatta eccezione per la simpatica Sonia, interpretata dalla brava Camilla Diana, portatrice di sana romanità e capace di tener testa al protagonista.

Interessante, infine, ritrovare dopo tanto tempo di assenza, Dagmar Lassander, volto iconico del cinema di genere italiano (Mario Bava, Sergio Martino, Lucio Fulci, Bruno Corbucci…) in un ruolo ben costruito.

Francesco Foschini

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  • Anno: 2016
  • Durata: 97'
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Kim Rossi Stuart
  • Data di uscita: 08-September-2016