Connect with us

Alice nella città

‘Gioia mia’: il debutto poetico e maturo di Margherita Spampinato

Un racconto intimo sull’infanzia, le tradizioni e il potere trasformativo delle relazioni umane

Pubblicato

il

Dopo il Festival di Locarno, dove ha conquistato il Premio Speciale della Giuria e il Pardo per la Migliore Attrice ad Aurora Quattrocchi, Gioia mia arriva ad Alice nella città e, dal prossimo dicembre, anche nelle sale italiane distribuito da Fandango. Promettente esordio alla regia di Margherita Spampinato, il film rivela fin da subito un’impronta autentica e sensibile, capace di restituire la complessità delle relazioni umane con uno sguardo insieme delicato e profondo.

Prodotto da Yagi Media, in associazione con Gianluca Arcopinto, Claudio Cofrancesco, Paolo Butini, Ivan Caso e Filippo Barracco, il film è stato scritto e diretto dalla stessa Spampinato. 

Due mondi diversi a confronto 

Nico (Marco Fiore), un bambino cresciuto in città, viene affidato dai genitori alla zia Gela (Aurora Quattrocchi) per trascorrere l’estate in un piccolo paese della Sicilia, dopo che la sua amata tata non può più occuparsi di lui. Ad accoglierlo è un ambiente distante anni luce dalla sua quotidianità: un contesto scandito da rituali religiosi, partite a carte e gesti radicati nella tradizione.

Un ambiente in netto contrasto con la quotidianità iperconnessa a cui Nico è abituato, sempre con lo smartphone in mano e piuttosto distante da qualsiasi reale contatto con il mondo fisico. Tra Gela e Nico nascerà lentamente un rapporto sincero e bellissimo, che spinge a far riflettere sul confronto tra generazioni diverse e sull’importanza delle relazioni umane, al di là delle barriere generazionali e culturali.

Un racconto di formazione sincero e potente

Pur affrontando un tema già ampiamente esplorato dal cinema contemporaneo – il contrasto tra modernità e tradizione – Spampinato riesce a offrirne una rilettura intima e personale, lontana dai cliché e sorretta da una empatia narrativa. Le dinamiche familiari e affettive si sviluppano in modo naturale, senza forzature né intenti didascalici, ma attraverso piccoli gesti, sguardi e momenti della quotidianità. Ogni scena – che si tratti di una passeggiata o di un semplice gioco per strada – contribuisce in modo essenziale alla crescita interiore dei personaggi, grazie anche a una rara sensibilità nel rappresentare il mondo emotivo dell’infanzia. 

Una coppia che funziona alla perfezione

La costruzione del rapporto tra Nico e Gela è l’elemento centrale del film, sviluppato con straordinaria naturalezza.

Inizialmente distante e rigida, immersa nelle sue credenze religiose e spirituali, Gela si lascia progressivamente scalfire dalla presenza del nipote, fino ad aprirsi in una relazione che diventa quasi amicale tra i due.  

È proprio questo rapporto, sviluppato con sincerità e misura, a rappresentare l’aspetto più riuscito e toccante del film.

Allo stesso modo, Nico, inizialmente chiuso in sé stesso e sempre incollato allo smartphone, si apre gradualmente alla vita e alle piccole gioie quotidiane: insieme giocano a briscola, cucinano, trascorrono del tempo al mare. Spampinato segue questo sviluppo con uno sguardo comprensivo e attento, costruendo una narrazione delicata ma solida, che si nutre di dettagli e sfumature.

Dettagli che illuminano il racconto

La regia di Spampinato si distingue per l’uso attento delle inquadrature strette, che valorizzano l’espressività dei volti e intensificano il coinvolgimento emotivo. Particolarmente efficace e interessante è l’utilizzo dello spazio domestico: la casa di Gela non è solo un ambiente, ma un vero e proprio personaggio, attraversato dalla vita e dai ricordi, che accompagna tutte le fasi della trasformazione del rapporto tra zia e nipote.

Una riflessione accurata sull’impatto della tecnologia sui giovani

Uno degli aspetti più rilevanti del film è la riflessione, tanto delicata quanto penetrante, sull’impatto della tecnologia nell’infanzia contemporanea. Nico giunge in Sicilia immerso nella sua solitudine, incapace di comunicare senza l’intermediazione dello smartphone, che diventa una sorta di rifugio emotivo e barriera relazionale. In netto contrasto, Rosa – una coetanea che vive nello stesso palazzo e a cui i genitori non hanno permesso di avere un telefono – incarna un’idea di infanzia più fisica e autentica, fatta di gioco all’aperto e contatto diretto con gli altri. Attraverso il confronto tra questi due mondi, il film apre un discorso attuale e sfaccettato sul ruolo della tecnologia nei processi di crescita, suggerendo che, senza equilibrio e consapevolezza, essa rischia di isolare anziché connettere.

Un debutto convincente

Gioia Mia segna un debutto convincente per finezza e consapevolezza espressiva. Margherita Spampinato racconta con grazia e profondità un universo intessuto di legami famigliari, solitudini infantili e riconnessioni emotive. È un film che si affida ai gesti minimi, ai silenzi eloquenti, alla costruzione lenta ma autentica delle relazioni. Un’opera prima intensa e misurata, che rivela una regista già matura e una voce autoriale da seguire con attenzione.

Le parole del produttore

A proposito del film, il produttore Gianluca Arcopinto ha condiviso alcune riflessioni sul motivo che lo ha spinto a sostenere questo progetto.

«Tutto ha funzionato alla perfezione – racconta Arcopinto – ed è la dimostrazione di quella che definisco la quintessenza della casualità, che a mio avviso rappresenta la quintessenza stessa del cinema. I film si realizzano e si costruiscono insieme, e questo è un film riuscito grazie all’impegno di tutta la troupe e del cast. Non credo di meritare alcun credito se non quello di aver messo insieme le persone giuste, che hanno reso possibile il progetto. Questo è il ruolo, secondo me, vero del produttore. Io non penso che il produttore debba necessariamente essere una persona che incide sul film, ma deve accompagnare tutte le persone che fanno il film, ognuno estremamente fondamentale per la buona riuscita del progetto.

Ho avuto la fortuna di percepire questa dinamica sin dall’inizio, anche grazie alla mia esperienza di insegnante di cinema, che mi permette di capire la visione dei giovani ragazzi e quello che possono portare al film.

Da un punto di vista umano, questo è senza dubbio il miglior film che ho prodotto.»

Gioia Mia

  • Anno: 2025
  • Durata: 90'
  • Distribuzione: Fandango
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Margherita Spampinato
  • Data di uscita: 11-December-2025