Presentato nella sezione In Concorso alla 82 edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, No Other Choice affronta il tema della disoccupazione da un punto di vista drammatico e ilare al tempo stesso. Park Chan-wook firma un remake eccezionale del film Le Couperet di Costa-Gravas, anch’esso tratto dal romanzo The ax di Donald E. Westlake. Prodotto da Moho Film e KG Productions, No Other Choice sarà distribuito in Italia da Lucky Red.
Sinossi
Man-su, specialista nella produzione di carta con venticinque anni di esperienza, è così soddisfatto della sua vita da poter dire sinceramente: “Ho tutto”. Trascorre felicemente le sue giornate in compagnia della moglie Miri, i suoi due figli e i loro due cani, finché un giorno, di punto in bianco, viene informato dalla sua azienda di essere stato licenziato.
“Ci dispiace. Non abbiamo altra scelta.”
Sentendosi come se gli avessero reciso la testa con un’ascia, Man-su promette di trovare un nuovo lavoro entro i successivi tre mesi per il bene della famiglia. Nonostante la sua ferma determinazione di rimettere in sesto la sua vita, passa oltre un anno sballottato tra un colloquio e un altro, finendo per lavorare in un negozio al dettaglio con il rischio di perdere quella stessa casa che aveva faticato così tanto per comprare.
Disperato, si presenta senza preavviso alla Moon Paper con l’intento di consegnare il curriculum, vedendosi però umiliato dal responsabile di linea Sun-chul. Forte della consapevolezza di essere più qualificato di chiunque altro per lavorare lì, Man-su si convince fermamente di poter sopperire alla mancanza di un posto per sé, creandoselo appositamente di suo pugno.

La disoccupazione
Man-su, interpretato da Lee Byung-hun, è uno scarto della società, tagliato fuori dal mondo del lavoro nonostante le ottime qualifiche e la sua efficacia. No Other Choice si affida ai toni della dark comedy per trattare un tema attuale e sentito soprattutto in un paese come la Corea. Il lavoro nobilita l’uomo e senza di esso il protagonista vive la sua vita come se non gli appartenesse. Non è più in grado di convivere in armonia con la moglie ed è costretto a rinunciare ai privilegi a cui era abituato, (corsi di ballo, tennis e via dicendo). La povertà improvvisa, unita al senso di disonore per non essere in grado di provvedere economicamente al benessere della famiglia, lo porteranno ad escogitare un piano estremo: eliminare la concorrenza.
La famiglia
Il film offre uno spaccato interessante anche sul disagio famigliare dovuto alla disoccupazione: come si affronta? Da una parte c’è chi si mette in gioco per aiutare, come sua moglie Miri, disposta anche a praticare lavori umili pur di alleviare il peso che grava sul marito. Dall’altra invece si scoprono dinamiche famigliari più degradanti che cedono all’autodistruzione dei vizi e alle accuse reciproche che leniscono i rapporti di coppia. In questa panoramica, che non risparmia nessuno, Man-su deve lottare con tutto se stesso per salvare la sua relazione, mentendo e accettando compromessi pur di portare a termine il suo piano. È peculiare notare come i potenziali colleghi del protagonista stiano vivendo situazioni analoghe alle sue ed è oltremodo interessante che venga mostrato un plausibile scenario dove il settore della carta sia uno dei primi a soffrire a causa dell’impiego dell’intelligenza artificiale.
No Other Choice diverte e inquieta allo stesso tempo puntando i riflettori sulle condizioni di vita della società attuale intimandoci a porci domande sulla deriva che sta prendendo l’umanità sia dal punto di vista lavorativo sia da quello “umano”, mostrando cosa si è disposti a fare per trovare un impiego.