In un futuro distopico, dove i sentimenti sono diventati merce di scambio, saremmo davvero disposti a vendere l’amore che proviamo verso le persone più care pur di non dover più soffrire? È questa la domanda che suscita Padre, il primo cortometraggio scritto e diretto da Michele Gallone, presentato al South Italy International Film Festival nella sezione Fantasy e Sci-fi short film.
Una riflessione sull’umanità
Prodotto da Sayonara Film, Padre ci conduce in un mondo in cui non esistono più limiti a ciò che un essere umano può fare pur di provare — o non provare — emozioni che appaiono sempre più distanti da ciò che desideriamo. Il corto offre una riflessione intensa e toccante sul legame indissolubile tra un genitore e una figlia, interrogando lo spettatore su una questione fondamentale: fino a che punto si è disposti spingersi pur di non soffrire, arrivando persino ad abbandonare ciò che ci rende più profondamente umani, ovvero la capacità di provare emozioni.

Girato in bianco e nero, ispirato alle grandi narrazioni futuristiche come Metropolis(1927) di Fritz Lang, e alle atmosfere descritte in 1984 da George Orwell. Con una sceneggiatura essenziale, il cortometraggio si distingue anche per le singolari scelte registiche di Gallone, motivate dalla volontà di creare un senso di atemporalità e sospensione:
“La scelta del bianco e nero è stata quasi immediata e ci ha permesso di accentuare un senso di atemporalità. Ci interessava il contrasto che poteva generare la sovrapposizione di due diversi immaginari visivi: da una parte elementi digitali di ultima generazione, dall’altra elementi quasi mistici. Lavorare l’immagine annullandone la componente cromatica ci ha aiutato a far dialogare questi elementi senza creare confusione, rumore o sbavature”
Omaggio alla fantascienza
Nonostante si tratti della sua opera prima come regista, Michele Gallone — diplomato in montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e già montatore per serie tv, documentari e cortometraggi prodotti da realtà come Groenlandia e Netflix — riesce a costruire un’atmosfera tesa e carica di inquietudine.

La scelta del cast contribuisce in maniera determinante alla riuscita del film. Filippo Timi, capace come sempre di donare ai suoi personaggi una profondità misteriosa, e Alberto Paradossi, nel ruolo di un padre incapace di accettare il dolore della figlia ma determinato a lasciare comunque un segno nella sua vita, rendono la narrazione viva e vibrante.
In definitiva, Padre è un cortometraggio di forte impatto, è l’esempio di come in Italia ci sia la possibilità di confrontarsi con un cinema di genere di qualità, capace di affrontare temi universali come l’amore incondizionato e il dolore della perdita con un linguaggio visivo ricercato e un cast di talento, offrendo una riflessione potente su ciò che siamo disposti a sacrificare pur di non provare più dolore.