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Ischia Film Festival

‘L’ultimo giorno dell’orso’ – Come si può essere felici per un addio?

Paure e incertezze di un bambino che si prepara a dire addio alla casa della sua infanzia - nel cortometraggio di Antonio Donato, in concorso all'Ischia Film Festival.

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In concorso all’Ischia Film Festival, il cortometraggioL’ultimo giorno dell’orso di Antonio Donato, prodotto da Occhi Di Giove e Castello Errante e distribuito da Sayonara Film, è una straordinaria poesia visiva sui sentimenti di un bambino che sta per andare a vivere con i suoi nuovi tutori dopo un periodo vissuto in comunità. Ed è nella natura che la sua mente riesce a trovare pace e coraggio di voltare pagina.

Dennis è un ragazzino di dodici anni cresciuto in una comunità per minori. I suoi nuovi tutori stanno per portarlo a casa e lui si ritrova, così, a fare i conti con le proprie emozioni. Il regista Antonio Donato immortala nel cortometraggio il suo ultimo giorno nella casa-famiglia. È un momento delicato per il bambino che deve affrontare un addio e partire verso un futuro ignoto.

Un grido di aiuto

Dennis ha appena saputo del suo richiamo a casa, i suoi amici festeggiano la sua partenza verso la famiglia, ma lui non è felice. E non riesce a esserlo, perché stava bene con i compagni, divenuti ormai per lui fratelli. Come può essere felice di abbandonarli per tornare a vivere in una casa estranea, sconosciuta, e che gli fa paura?

L’ultimo giorno dell’orso affronta l’addio, la paura e la confusione visti attraverso lo sguardo infantile di Dennis, di fronte a un cambiamento importante che affronta con un’immaginazione ricca di fantasia attraverso cui filtra la realtà. I nuovi genitori sono due estranei per lui e i loro volti, nella sua mente, sono nascosti dietro a maschere animalesche, davanti a un bosco buio e spaventoso, mentre lo aspettano fuori dalla casa. Un’immagine emblematica che descrive perfettamente i sentimenti di un dodicenne terrorizzato da ciò che lo attende: un futuro di cui tutti, attorno, sembrano felici mentre cantano e giocano alla sua festa d’addio. Ed è lì che quel finto ringhio da orso di Dennis riporta tutti alla realtà, con uno sfogo di frustrazione e di rabbia per un cambiamento che lui non era pronto ad affrontare e che vuole comunicare ai suoi compagni.

Un addio carico di amore e nostalgia

La fotografia è curata al minimo dettaglio e con grande attenzione alla simmetria riflette il modo in cui la mente pura e infantile di Dennis percepisce il mondo. Il cortometraggio è realizzato in un bellissimo 4/3 dove si alternano video sgranati di una videocamera amatoriale e immagini di alta qualità. Un contrasto in cui i due formati si fondono alla perfezione raccontandoci un addio carico di calore che si scurisce, mano a mano che si avvicina l’ora della partenza, assumendo toni freddi in corrispondenza alla tensione crescente nel cuore del piccolo, fino a impazzire in brevi glitch di protesta.

Antonio Donato dimostra la sua capacità di raccontare la paura dell’addio e del cambiamento attraverso uno sguardo delicato e curioso. Dopo il successo di Sparare alle Angurie (2023), ci regala un’opera intima e potente che in soli dodici minuti racconta un’esplosione di emozioni proprie di un bambino.

L’ultimo giorno dell’orso

  • Anno: 2025
  • Durata: 12 minuti
  • Distribuzione: Sayonara Film
  • Genere: Cortometraggio
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Antonio Donato