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Ischia Film Festival

‘A Pedra Sonha Dar Flor’: il cinema sospeso di Rodrigo Areias

Un'opera sospesa tra memoria, decadenza e desiderio di resistenza.

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A Pedra Sonha Dar Flor

A Pedra Sonha Dar Flor, in concorso all’Ischia Film Festival 2025, è un film del 2024 diretto dal regista portoghese Rodrigo Areias. In quest’opera Areias si misura con l’inafferrabile: il fantasma letterario di Raul Brandão, scrittore portoghese che ha saputo unire nelle sue opere la crudeltà del reale e il lirismo della rovina. 

Il fantasma di Brandão

Brandão è stato un autore difficile da incasellare: realista e visionario, attento alle ombre dell’animo umano, ancorato al suo tempo ma capace di oltrepassarlo e diventare eterno. Rodrigo Areias, dunque, non adatta Raul Brandão: lo evoca, lo attraversa, lo trasforma in atmosfera. Il risultato è un film colto, ambizioso, visivamente affascinante, ma non sempre efficace nel raggiunge il proprio obiettivo. 

A Pedra Sonha Dar Flor

A Pedra Sonha Dar Flor – Tra decadenza, sogni e allucinazioni

La storia si sviluppa in una pensione ai margini di una palude, in un luogo indefinito e fuori dal tempo. Il nome della pensione, chiamata Vila Húmus, richiama direttamente l’omonimo romanzo di Brandão. In questa cornice una serie di personaggi stanchi e disillusi vivono un’esistenza decadente, sospesa tra sogni irrealizzati e allucinazioni. Lo scrittore K. Maurício sta scrivendo La morte di un clown, romanzo mai finito e metafora della sua paralisi esistenziale. Accanto a lui, Pita, un facilitatore che si diverte a giocare con le persone e con le parole, muovendosi cinicamente in un realtà già corrotta. Intorno a loro si aggirano figure oniriche come clown spettrali e uomini disfatti: frammenti umani che sembrano usciti da un sogno. 

Un collage di storie, non di parole

Il film procede per frammenti, preferendo a una narrazione di tipo classico la forma del collage. Areias più che raccontare una storia, vuole creare un’eco (visiva, sonora e letteraria) che restituisca  l’atmosfera delle opere di Brandão. 

Areias si muove con molta libertà formale, ma con meno capacità di far emergere la parola come elemento fondante. Ed è proprio sulla parola che il film sembra inciampare. Se Brandão è uno scrittore di voci interiori, di confessioni, di dialoghi spezzati tra corpo e anima, A Pedra Sonha Dar Flor fatica a restituire questa potenza. Le parole, pur essendo presenti nel film, rimangono in superficie, lontane dai sentimenti e dalle emozioni dei personaggi. 

Una fotografia pittorica

La direzione della fotografia di Jorge Quintela è uno dei punti più forti del film, capace di passare dal realismo cupo delle scene nella pensione a una visione più spiccatamente espressionista nelle scene notturne. La cura dell’immagine, costante e tratti pittorica, costruisce un modo coerente con il suo decadimento. Anche il suono contribuisce a creare un’atmosfera sospesa e disturbante, fatta di silenzi, sussurri e rumori ovattati. 

A Pedra Sonha Dar Flor

Non voglio morire morire senza aver vissuto

Non voglio morire morire senza aver vissuto, è la frase che apre il film, ma anche il suo rimpianto segreto. Una dichiarazione d’intenti che trova eco nel titolo dell’ultimo capitolo, Amare o morire. Frasi che riassumono il cuore pulsante del film: l’urgenza di esistere, la tensione tra il desiderio e il fallimento.

Ma resta il dubbio che Areias non riesca fino in fondo a materializzare questa ambizione. A Pedra Sonha Dar Flor è un film che sogna in grande, ma non sempre trova la forma adatta per trasformare la pietra in fiore. Resta un’ombra di ciò che poteva essere – forse per scelta, forse per limite – ma è un’ombra elegante, coerente e profondamente malinconica.

A Pedra Sonha Dar Flor

  • Anno: 2024
  • Durata: 100 minuti
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Portogallo
  • Regia: Rodrigo Areias