Con la terza stagione di Squid Game su Netflix a pochi mesi dalla sua seconda, è tempo di rinfrescarci la memoria e prepararci. Questo terzo capitolo è l’atto finale della trasformazione di Gi-hun da uomo qualunque in difficoltà a ribelle tormentato, e la posta in gioco non è mai stata così alta.
Ecco tutto quello che devi sapere prima che le tute rosse e i ponti di vetro tornino per l’ultima volta.
Da “Sweet Loser” a “Scorched Avenger”
La prima stagione ci ha presentato Seong Gi-hun (Lee Jung-jae) come un fallito squattrinato e benintenzionato, più dedito alle macchine artiglio che alla genitorialità, ma mai privo di cuore. Poi sono arrivati i Giochi. Semaforo rosso, semaforo verde. Biglie. Morte in ogni direzione. E quando ne uscì vincitore, non ci fu gioia: Sang-woo morto, centinaia di cadaveri alle sue spalle, sua madre scomparsa mentre lui era ancora dentro.
Anni dopo, nella seconda stagione, il Gi-hun che incontriamo è quasi irriconoscibile, segnato dal dolore e dal senso di colpa, ossessionato dallo smantellamento della stessa macchina che lo ha reso ricco. Non parla con sua figlia da anni. Spende il premio in denaro non per la redenzione, ma per la vendetta.

L’amicizia come debolezza e arma
Nella seconda stagione, il ricongiungimento di Gi-hun con il suo vecchio amico Jung-bae (Lee Seo-hwan) ha offerto un raro barlume di calore. Hanno giocato d’azzardo insieme, condiviso ricordi, partecipato ai Giochi fianco a fianco. Ma quell’amicizia è diventata un peso.
In un finale straziante, il Front Man uccide Jung-bae davanti a Gi-hun, mandando in frantumi l’ultimo frammento della sua umanità. È una perdita che potrebbe far precipitare Gi-hun nell’oscurità nella terza stagione.
Il voto: democrazia in stile distopico
Nella prima stagione, i giocatori votavano per abbandonare il gioco dopo la prima partita e tornavano volontariamente. Nella seconda stagione, il voto è stato trasformato in un’arma. Dopo ogni sfida, i giocatori dovevano decidere se continuare o meno. Questo ha creato fazioni visibili, con toppe cucite sulle tute – voti sì, voti no – e la tensione scoppiettava in ogni angolo del dormitorio.
Mentre alcuni giocatori cercavano di raccogliere supporto pacificamente, altri trasformavano il voto in guerra. La violenza non era più confinata all’arena. Ma Gi-hun? Si rifiutava. Non aveva mai messo le mani addosso a un altro giocatore, non allora.
Finché non lo fece.

Un’immagine da ‘Squid Game’, fonte: Netflix
Il punto di rottura
Gi-hun conclude la seconda stagione come un uomo irriconoscibile persino a se stesso. Per la prima volta, preme il grilletto, sparando a guardie mascherate in una ribellione destinata a fallire. Perde il suo ultimo amico. Non riesce a salvare coloro che si sono fidati di lui. Il sangue potrebbe non essere direttamente sulle sue mani, ma il peso è schiacciante.
La terza stagione promette di mettere alla prova ciò che resta della sua bussola morale. Cosa succede quando un uomo che non ha mai ucciso alla fine uccide?
Chi è rimasto vivo e chi crede ancora in Gi-hun?
Diversi personaggi chiave hanno superato il secondo round:
- Hyun-ju (Park Sung-hoon) e Dae-ho (Kang Ha-neul), ex soldati incalliti
- Geum-ja (Kang Ae-shim) e suo figlio Young-sik (Yang Dong-geun)
- Jun-hee (Jo Yuri), incinta e disperata
Una manciata di altri si aggrappa alla speranza o al potere.
E poi c’è In-ho, l’enigmatico Front Man, tornato al suo posto con ancora più segreti. Nel frattempo, No-eul (Park Gyu-young) offre uno sguardo dietro la maschera – letteralmente – nelle vite delle guardie e nella contorta burocrazia che la sottende.
Molti di questi sopravvissuti hanno sostenuto la ribellione di Gi-hun. Alcuni hanno rischiato tutto per il suo piano. Ma dopo il fallimento, si fideranno ancora di lui per essere guidati?

Un’immagine delle guardie da ‘Squid Game’, fonte: Netflix
L’ultimo gioco ha inizio
La terza stagione di Squid Game mira ad essere il capitolo più esplosivo del franchise. Abbiamo visto Gi-hun perdere, vincere e perdere ancora, con la sua anima sgretolata pezzo dopo pezzo. Ora, senza altro che vendetta e una manciata di fragili alleanze, scende nell’arena un’ultima volta.
Una cosa è certa: il Gioco lo ha cambiato. E questa volta, potrebbe non uscirne vivo.
Fonte: IndieWire