Dopo l’esordio al cinema nel 2017 con Guarda in alto, seguito dal secondo lungometraggio Il colpo del cane del 2019, il regista e fumettista romano Fulvio Risuleo presenta nella sezione Orizzonti Extra a Venezia 2022 Notte Fantasma, preludio di un approccio surreale e onirico che è evidente fin dal titolo, nel corto Una Teoria che Ho Sognato a Londra, oggi disponibile su MUBI.
Una Teoria che Ho Sognato a Londra
In 5 minuti di pellicola patinata, Fulvio Risuleo documenta i gelidi e granitici grattacieli londinesi, tra il bagliore di un’alba appena accennata e le chiare trasparenze di vetri che non hanno tapparelle e che bruciano agli occhi in un dormiveglia ripetuto. È nell’ossimoro di questa dissolvenza di immagini, accompagnate da una riflessione personale, che prende vita il sogno, in una caotica Londra di metà stagione. I ricordi si intrecciano con le forme, in un viaggio tra sogno e realtà, dove l’approccio onirico è scandito dall’eco vocale che si manifesta in perfetta assonanza con le musiche metalliche di Virginia Quaranta e in sincrono con il montaggio di Ilenia Zincone.
La forma del sogno
Il racconto è la ricerca di un significato, la razionalizzazione di una strana teoria basata su una forma umana, quella della sfera: dai verticali e longilinei grattacieli, l’attenzione si sposta sulle teste lucide e scolpite delle statue, sulle maschere affisse al muro, sugli occhiali da sole e sui passanti calvi, associati da una condizione di sofferenza, uniti dalla comprensione e dall’accettazione del proprio corpo, connessi da una forza telepatica, che parla un’altra lingua, quella che sembra sovrapporsi alle musiche robotiche in sottofondo. Proprio nell’attimo in cui il protagonista concepisce questo pensiero come teoria, una fitta lo coglie improvvisamente e il corto dilaga in un susseguirsi di piccoli dettagli inanimati: pomelli di porte, di bastoni per tende, lampioni e infine un cuscino che sembra ricondurre lo spettatore alla dimensione immaginaria. Alla fine i sogni sono sogni, non sono storie vere.
Il sogno come filtro d’indagine
Nell’arte di Fulvio Risuleo, ricorre un rapporto profondo con la notte, il sogno e la dimensione onirica, condizioni che emergono spesso come traiettorie centrali nella sua poetica. Nei suoi film e fumetti, tra cui spicca I Pixel sognano in 8k? l’onirico non è solo un contesto narrativo, ma una lente attraverso cui esplorare le fragilità e le turbolenze dell’inconscio, un mezzo di transito tra il pensare e l’agire. Il sogno diventa lo spazio privilegiato in cui realtà e fantasia si fondono, mentre la veglia si fa veicolo di senso e disorientamento, in bilico tra il comico e l’inquietante, dove la rivelazione dei pensieri più assurdi e profondi si scontra con la realtà.