Dopo il Tribeca Film Festival, Fuck-a-Fan è pronto a far riflettere anche il pubblico del RIFF. Il nuovo cortometraggio della pluripremiata regista Muriel d’Ansembourg riflette con forza e delicatezza sulla nuova frontiera del porno: quella digitale e lo fa con una messa in scena curata e particolarmente incisiva.
Ma è soprattutto la scrittura che colpisce con forza, obbligando ad una riflessione che va al di là della semplice dimensione morale.
porNo
Partire dal tema per esplorare e dare una visione. È questo il lavoro che Muriel d’Ansembourg compie con Fuck-a-Fan. La dimensione pornografica però si esaurisce nella prima scena poiché tutto il resto del film non ha nulla a che fare con ciò che oggi consideriamo pornografico. Il sesso è accennato e simulato grottescamente, la dimensione erotica svuotata di ogni senso e rimane solo la dimensione performativa. Proprio su quest’ultima Fuck-a-Fan pone la sua attenzione, ma non ci inganna con una falsa accettazione, anzi, lo svelamento della dimensione performativa distrugge come una palla da demolizione ogni cosa.
Il forte impatto iniziale del corto viene rimaneggiato e plasmato in forma drammatica, filtrato attraverso le riprese dei cellulari e delle videocamere pronte a riprendere un atto sessuale svuotato di ogni intimità. Viene a galla in questo modo tutta la falsità e la finzione che ruota intorno al mondo del porno, quella falsità che influisce negativamente sui giovani e che li mette in concorrenza con “esempi” che non sono altro che statue d’argilla.
ControRealtà
La dimensione performativa, come detto, distrugge tutto. Una riflessione curiosa, al limite del meta-discorso. Ciò che vediamo è un film, e anche quando tutto si fa così reale che sembra vero, l’inganno è dietro l’angolo. Lo stesso protagonista del corto, il giovane Thomas interpretato da Joes Brauers, riflette su questa finta realtà: “[…] what’s real and what’s fake. It all seems so easy in porn“; questa frase condensa tutto il discorso del film anticipando una rivelazione finale che, tristemente, viene percepita come un evento quasi scontato, non a causa di una scrittura non all’altezza, ma proprio perché la società attuale vive nel contesto che la d’Ansembourg con Fuck-a-Fan denuncia fortemente.
Da un punto di vista prettamente tecnico Fuck-a-Fan è un corto confezionato in maniera eccellente; la d’Ansembourg padroneggia la MDP con sicurezza trascinando lo spettatore nel flusso filmico in maniera ineccepibile. Anche il cast risulta azzeccato, con Alessa Savage e Joes Brauers che creano un’alchimia incredibile tra loro che si riflette assolutamente oltre lo schermo.
Il Festival
Anche quest’anno il RIFF si pone come punto di riferimento nel panorama del cinema indipendente italiano.
La nuova edizione si terrà dal 15 al 22 novembre su due sale del Nuovo Cinema Aquila. Il Festival, a cura dell’Associazione Culturale RIFF, è realizzato con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale Cinema – Ministero della Cultura e della Regione Lazio, Direzione Regionale Affari della Presidenza, Turismo Cinema, Audiovisivo e Sport. Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Culture in Movimento 2023 – 2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con LEA e SIAE.