Here now è il titolo dell’ultimo lungometraggio firmato da Gabriele Muccino. Le riprese sono iniziate da novembre (trovate il nostro articolo dedicato qui). Ciò che sappiano sul film fino ad oggi è la presenza di Elena Kampouris e Saul Nanni come protagonisti in una commedia drammatica dal forte carattere thriller.
La sceneggiatura è scritta dallo stesso Muccino con Paolo Costella (David di Donatello per la migliore sceneggiatura per Perfetti Sconosciuti) che aveva già collaborato con il regista per A casa tutti bene e Gli anni più belli.
Here now è una produzione Lotus Production con Rai cinema. La distribuzione è affidata a 01 distribution.
La data di uscita è ancora incerta ma si parla dell’inverno del 2024.
Here now: le dichiarazioni rilasciata nell’intervista di Repubblica
Intervistato dal noto quotidiano, precisamente dalla giornalista Arianna Finos, Muccino ha affermato come la sua ultima opera abbia una aurea sensibile ma oscura sull’animo umano:
«Volevo esplorare cosa succede quando si supera il confine tra lecito e illecito, la parte scura degli uomini diventa parte attiva, apriamo porte che per pudore o buon senso tendiamo a tenere chiuse: ci si ritrova in un labirinto di strade ignote, in un gorgo».
Rispondendo al perché abbia deciso di girare un thriller d’azione, ha aggiunto:
«Sì, girando la serie A casa tutti bene ho scoperto che mi piace esplorare i generi, trovarci la parte mucciniana più oscura e profonda. Questo film è riconoscibile come mio, ma ha un lato oscuro emotivamente forte».
Sicuramente è da segnalare la natura bilingue del lungometraggio. Durante le riprese infatti scene e sequenze venivano girate due volte sia in italiano che in inglese . Tutto questo per aggiungere al progetto un carattere sia italiano che internazionale.
«In inglese per la fruizione internazionale, mentre nella versione italiana la protagonista parla con i ragazzi in italiano. Ho girato ogni scena due volte»
Ferrari di Gabriele Muccino?
L’intervista è poi proseguita sull’ultima fatica di Michel Mann. Parliamo ovviamente dell’opera biografica Ferrari, con Adam Driver. Il progetto a quanto pare era stato proposto nel lontano 2007 a Muccino, che rifiutò:
Non con quell’impalcatura industriale. Quel film mi era stato proposto da Michael Mann, come produttore, nel 2007, ma la scrittura non mi piaceva e per vari motivi non lo feci. Se l’avessi fatto, Ferrari non sarebbe stato un italiano. In quella logica industriale non c’è spazio per una star che non è tale, perché lo è localmente».
Fonte: la Repubblica
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