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Rome Independent Film Festival

‘La Malavita’ il Macbeth shakespeariano in una Napoli cupa e inquieta

“Con un libro in mano mi sento davvero nu guappo.”

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La Malavita

La Malavita, il film diretto da Paolo Colangeli, scritto insieme a Sasà Striano, è in concorso alla 22esima edizione del Rome Independent Film Festival, nella sezione documentary national. È una produzione di Media Mediterranea.

Il Macbeth scespiriano in una Napoli cupa e inquieta.

La Trama di La Malavita

Il film sviluppa la storia di un ex-baby gangster, Sasà Striano, che dopo tanti anni di carcere, torna a Napoli per mettere in scena un Macbeth in napoletano. Comincia un viaggio nella Napoli dei vicoli alla ricerca di un cast originale. Durante i provini con i ragazzi e le donne Sasà si scontra con una città criminale profondamente cambiata. In un viaggio nei quartieri del centro Sasà, riscrivendo i conflitti del Macbeth, compie un reportage sullo stato della città criminale di oggi.

La malavita

Sasà Striano in La Malavita

“Con un libro in mano mi sento davvero nu guappo.”

Questa battuta pronunciata da Sasà Striano, mentre conversa con una sua cara amica, racchiude un’esistenza intera, fatta di morte e rinascita. Emerge il suo coraggio nel perseguire la strada del riscatto sociale, culturale e umano. Dopo una vita di errori e morte, Sasà è stato capace di rinasce in una nuova vita.

Il suo è un esempio da seguire, un modello da trasmettere ai giovani. Sasà ha vissuto e ha contributo a far crescere il male. Poi, però, ha avuto la lucidità di riconoscere la gabbia della malavita e strappare le sue catene, perché l’unica cosa onesta della malavita è la parola stessa.

Sasà Striano è oggi un attore affermato. Dopo l’esordio cinematografico in Gomorra di Matteo Garrone, viene scelto dai fratelli Taviani per interpretare Bruto in Cesare deve morire. E poi tante partecipazioni in film diretti da Abel Ferrara, Marco Risi e Mario Martone.

Prima del cinema, però, nella vita di Sasà c’era la camorra. Era un bambino, quando già vendeva sigarette di contrabbando tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli. Poi le prime rapine, lo spaccio di cocaina e il carcere minorile.

Qualche anno più tardi vive in Spagna da latitante. Viene arrestato e trascorre un anno nel carcere di Madrid e poi il trasferimento a Rebibbia. È qui che inizia a frequentare un corso di recitazione per detenuti e nasce il suo amore per William Shakespeare.

La malavita 1

Il Macbeth tra i vicoli di Napoli

Non è un caso, allora, se a dare il là a La Malavita c’è Il Macbeth. Sasà torna nella sua Napoli, questa volta, però, in mano non stringe una pistola, ma il libro della tragedia e si sente davvero nu guappo.

Accanto a lui la macchina da presa di Paolo Colangeli (Camorriste). Insieme percorrono i vicoli dei Quartieri Spagnoli, Forcella e La Sanità, per trovare giovani abbandonati dallo Stato e facili prede della criminalità organizzata.

Paolo Colangeli e Sasà Striano incontrano tanti ragazzi che raccontano le loro esperienze. Bambini diventati troppo presto uomini, con alle spalle esperienze di droga, detenzione e morte. Ora, però, hanno la possibilità di riscattare la propria vita, proprio come ha fatto Sasà. La possibilità consiste nel partecipare a uno spettacolo teatrale basato su Macbeth in napoletano.

La vicenda della sanguinosa ascesa al trono di Scozia ha non pochi punti in comune con la tragica esistenza camorristica. La stessa è la sete di potere. Sangue, morte, assassini e vendette traversali. Da un lato c’è l’ossessione di un trono, dall’altro la conquista di un potere effimero e pericoloso.

Sasà con i suoi giovani attori, presi direttamente dalla strada, parla di tutto ciò, dell’importanza di rinnegare ogni azione criminale e la necessità di cambiare vita. Il testo scespiriano, con una nuova linfa, riprende vita tra i vicoli di una Napoli insolitamente buia. La realtà della vita si fonde con la finzione scenica e un possibile percorso di riabilitazione prende forma.

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Malavita, una tragedia contemporanea

In La Malavita ci sono storie reali e sofferte che vengono inglobate nella narrazione del film, in una specie di tragedia contemporanea. Come nel Macbeth, il sangue della morte viene accompagnato da una buona dose di fatalismo. Un destino già scritto da vivere, con minime possibilità di cambiamento.

È ciò che emerge soprattutto quando Sasà incontra le donne della malavita. Diverse le loro storie, ma ognuna di loro, nel bene e nel male, vengono catturate dalla macchina da presa di Paolo Colangeli, in veste di Lady Macbeth. Mogli diventate troppo presto vedove, a causa della stessa fama di potere ed ora mamme sfortunate.

Un caleidoscopio di voci femminili di storie che confluiscono in fosco ritratto di Napoli. Il passato criminale della città, con il strapotere delle vecchie famiglie, si contrappone al presente, con il pericoloso e fragile potere delle baby gang. Contesti ed epoche diverse, dove però la donna ha sempre avuto un ruolo centrale. Una funzione che non riguarda esclusivamente l’universo criminale, ma l’intera cultura partenopea, in cui il potere della mamma è sempre stato più forte di quello paterno.

Teatro, cinema e vita

E dunque non è solo una citazione di colore, l’iniziale riferimento ad Eduardo De Filippo e alla Pupella Maggio di Natale in casa Cupiello. Era lei a portare i pantaloni in casa.

La Malavita è un film che riesce a sviluppare e rivelare non pochi aspetti interessanti. Attraverso le varie vicende, gli autori realizzano un’inchiesta sulla città, da sempre ritenuta un teatro a cielo aperto.

Teatro, cinema e vita si fondano in un’opera sociale che prende il posto di uno Stato assente. Il desiderio di Sasà Striano di dare la possibilità di riscatto a giovani sbandati, come era lui, è molto forte e ciò arriva allo spettatore in modo immediato.

Altrettando forte è il desiderio di raccontare Napoli e le sue innumerevoli storie. Questo amore, purtroppo, in alcuni momenti del film non viene ben calibrato dai due autori, che mettono troppa carne a fuoco, rendendo la narrazione un tantino macchinosa.

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La Malavita

  • Anno: 2022
  • Durata: 80'
  • Distribuzione: Emerafilm
  • Genere: documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Paolo Colangeli