Ce n’è di strada da fare, per raggiungere la Terra dalla Galassia nota come Arkana. Nome che fa riferimento, in realtà, non a reali coordinate astronomiche ma alle fantasticherie di uno scrittore. Ed è comunque una felice conclusione del viaggio, quella cui abbiamo potuto recentemente assistere.
Visitors from the Arkana Galaxy è un cult movie co-prodotto nei primi anni ‘80 da Yugoslavia e Cecoslovacchia (due nazioni, circostanza a ben vedere curiosa, che non esistono più, essendo state smembrate in molteplici stati dopo la caduta del Comunismo). Proprio a Trieste aveva vinto il Premio della Giuria al XIX Festival Internazionale del Film di Fantascienza. E a Trieste ha fatto ritorno, in versione restaurata, nel corso del Science + Fiction Festival 2023. Li potremmo chiamare “corsi e ricorsi storici”. O forse corsi e ricorsi fantastici.
Una co-produzione dagli affascinanti, immaginifici risvolti
L’autore del film, Dušan Vukotić, era all’epoca cittadino jugoslavo, di famiglia croato-montenegrina. Dopo esser entrato nel mondo del cinema durante gli anni ’50, specializzandosi in lavori di animazione per la Duga Film a Zagabria, realizza già diverse pellicole di successo. Tra queste il cortometraggio animato Surrogatto col quale nel 1961 vinse anche un Oscar!
C’è da dire però che in Visitors from the Arkana Galaxy, lungometraggio “live action” ma con una serie di effetti speciali tanto naïf quanto irresistibili (ai quali ha contribuito un nutrito staff di specialisti), anche l’impronta lasciata dai celebri Barrandov Studios di Praga si fa sentire; a partire, volendo, dall’apparizione del così repellente Mumu, la conturbante, immaginifica e mostruosa creatura aliena alla cui realizzazione lavorò un altro grande dell’animazione europea, il ceco Jan Švankmajer.
Visitors from the Arkana Galaxy : un plot eccentrico e ricco di idee
Concentrato di idee picaresche e di amore per il genere, Visitors from the Arkana Galaxy prende spunto dalla grande, sofferta passione del protagonista, Robert, incompreso scrittore di fantascienza, costretto però a lavorare come portiere d’albergo in una località turistica dell’Adriatico. Incredibilmente, le sue creazioni letterarie a un certo punto prendono vita, comunicando con lui in modi bizzarri. A materializzarsi all’improvviso è proprio quella famigliola aliena, con tanto di tata robotica, che lui aveva immaginato muoversi nello Spazio dalla remota galassia di provenienza a bordo di una misteriosa sfera di luce. Il desiderio di contattarlo manifestato dalle creature aliene porterà però non poco scompiglio tra gli abitanti della piccola città costiera e della vicina isola…
Grottesco, eccentrico, a tratti geniale, il plot di Visitors from the Arkana Galaxy da un lato ingloba la rivisitazione spensierata e forsennata di tanti stereotipi della space opera all’epoca in voga, con raggi laser dagli occhi e altre trovate che non sfigurerebbero in un film di Luigi Cozzi o in qualche altro clone di Star Wars.
Dall’altro si fa carico di scenette comiche e di elementi di critica sociale che appaiono a tratti persino più gustosi, come dimostra nelle sue diverse fasi la reazione scomposta degli abitanti della cittadina, alle prime rivelazioni riguardanti gli ospiti giunti da una lontana galassia. Spunti di satira sociale ed escamotage del tutto degni di una originale commedia fantascientifica finiscono così per accavallarsi giocosamente. Senza rinunciare peraltro a quella spruzzatina di splatter, allorché entra in scena la già menzionata, mostruosa creatura creata da Švankmajer. Tale da ricordare le prime opere cinematografiche di Peter Jackson o magari la filmografia di Brian Juzna; altro punto a favore di questo piccolo “cult movie”, in cui Dušan Vukotić ha saputo mescolare buon intrattenimento e sfiziose contaminazioni di genere.