Diretto da Guilherme Daniel, “Applause” (“Aplauso” in lingua originale) è un cortometraggio portoghese del 2023 distribuito da Mailuki Films e presentato alla nuova edizione del Cisterna Film Festival.
Applause: La sinossi
In uno stato autocratico, al termine di un’assemblea di Partito, ha luogo un messaggio di lode al Presidente, il quale viene accolto da applausi apoteotici. Questi ultimi si trasformano in una festa quasi infinita, che resta costante per circa sei o sette minuti. Mentre gli applausi continuano a risuonare in mezzo alla folla, gli occhi curiosi della Polizia di Stato sono alla ricerca di un qualsiasi segno di opposizione. Nonostante la fatica, la folla resta impassibile: il sudore scorre lungo le loro guance doloranti, le braccia stanche e i palmi, che risuonano in applausi lenti, iniziano a far male. D’un tratto, un uomo si accorge della ridicolezza di questo avvenimento e conclude l’ovazione incessante. L’uomo è destinato al carcere.
La realtà dietro il cortometraggio
Il progetto di Guilherme Daniel si basa su fatti realmente accaduti. Imbattutosi in un estratto letterario che testimonia la vita di Alexander Solzhenitsyn, vissuto durante lo Stalinismo e la Russia degli anni ‘30, un particolare avvenimento ha segnato profondamente il regista. In una riunione di un comitato distrettuale del Partito comunista, un messaggio di lealtà al compagno Stalin suscita ovazioni infinite perché anche i membri della NKVD, la polizia segreta di Stato, applaudono in mezzo alla sala. Con il passare dei minuti, la situazione diventa ridicola, ma la prima persona che smette di elogiare il grande leader segna il suo destino: 10 anni di prigionia nel Gulag. Sebbene possa sembrare strano, persino impossibile, negli anni del regime stalinista, la popolazione russa veniva obbligata a rinunciare a cose ben più semplici. Ciò che ha maggiormente colpito di quest’accaduto è la vicinanza temporale ai nostri giorni: è accaduto meno di un secolo fa qui in Europa.
Inoltre, al giorno d’oggi un altro dittatore russo si è assunto la responsabilità di rompere le regole del mondo per perseguire i suoi desideri imperialistici. I partiti di estrema destra stanno diventando sempre più popolari in Europa e nel resto del mondo. Poiché l’umanità tende a commettere gli stessi errori in maniera ciclica, è imperativo che le persone coinvolte nelle arti mantengano viva la memoria.
Inoltre, è molto importante ricordare dell’importanza di ciò che si trova alla base dell’autocrazia: il culto della personalità, che è, di fatto, il centro dell’incessante applauso che compone questo cortometraggio. Nel caso di Daniel, la storia è stata resa utilizzando immagini comuni alla politica portoghese, basate sulla dittatura dell’Estado Novo in Portogallo; omettendo, ovviamente, il nome del dittatore in carica. Ciò si nota dall’estetica anonima utilizzata lungo il cortometraggio, che richiama agli anni ‘60 in Portogallo, vicina ma allo stesso tempo fuori dal tempo. Incombendo sulle menti degli uomini e delle donne colti in questa situazione come un fantasma, la figura assente esercita potere attraverso la sua rappresentazione immaginifica.

L’autocrazia: una prigione di ripetizioni anonime
Chi si ferma dall’applaudire segna il proprio destino; un messaggio reso esplicito grazie all’aspetto tecnico del cortometraggio. Quest’ultimo, con l’aggiunta di un’ottima sceneggiatura e recitazione da parte del cast, rende il tutto spaventosamente realistico. Un viaggio angosciante che descrive le atrocità di un regime grazie ad azioni così semplici e apparentemente innocue, come un applauso.
L’elemento principale che rende chiaro e potente il messaggio al centro dell’opera, è l’utilizzo di ripetizioni e zoom sui volti stanchi e anonimi della folla. La tecnica gioca qui un ruolo fondamentale: la ripetizione mimetica degli applausi e lodi diretti al Presidente, fa sì che le persone coinvolte esercitino violenza l’uno sull’altro e su se stessi fino all’esaurimento del corpo e della mente. Viene resa con gran chiarezza una riflessione sui rapporti di potere e sul culto della personalità.
“Applause” nasce con l’intento di dare forma ad un’esperienza coinvolgente ma allo stesso tempo inquietante che pone lo spettatore al centro dell’ovazione mentre la telecamera segue le varie fasi di una sorta di psicosi di gruppo. Gli applausi diventano ipnotici e permettono di “immergerci” tra i personaggi, le cui espressioni facciali e i gesti esaltano il tutto. Lo spettatore affronta la lotta, la paura, l’esasperazione e la disperazione dei personaggi, così come lo scambio di sguardi e le connessioni che si dispiegano attraverso gli occhi. Non si tratta di un cortometraggio horror, che tratta dell’orrore, bensì sull’orrore.
Che si abbia familiarità o meno con gli avvenimenti alla base del corto, è impossibile restare impassibili dinanzi alle tematiche trattate. La sceneggiatura e il lavoro tecnico dietro al progetto danno forma a ciò che sembra la testimonianza di un avvenimento che accade realmente durante la sua stessa visione. Inoltre, la realisticità inquietante che ne funge da veicolo principale rende “Aplauso” un’esperienza unica e dal grande valore politico-sociale. Un’opera che, nonostante richieda una visione sul grande schermo, riuscirebbe ad esprimere ovunque una grande forza emotiva e psicologica.