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‘My Soul Summer’ ad Alice nella Città: conversazione con Fabio Mollo

My Soul Summer di Fabio Mollo racconta personaggi fuori posto che lottano per trovare la propria voce. Con Casadilego al suo debutto attoriale

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Presentato fuori concorso ad Alice nella cittàMy Soul Summer racconta personaggi fuori posto che lottano per trovare la propria voce. Con Casadilego al suo debutto attoriale del film abbbiamo parlato con il regista Fabio Mollo.

Distribuito nelle sale da Europictures a partire dal 24 Ottobre

 

 

Il tema del viaggio in My soul summer di Fabio Mollo

Nei tuoi film c’è sempre un viaggio che porta i personaggi a vivere una prospettiva diversa da quella iniziale. Non a caso anche in My Soul Summer i tuoi sono esseri umani sempre fuori posto.

Sono contento della tua lettura del film perché è la stessa che avevo in mente io. Amo i personaggi sbagliati, quelli fuori posto, chiamati a scoprire la parte più nascosta e ferita di se stessi. Un po’ perché anche io mi sento più o meno così, un po’ perché parliamo di un tipo di cinema che mi piace, quello che permette al protagonista, ma anche a chi lo guarda, di fare un viaggio alla scoperta di se stessi, partendo quasi sempre da una posizione scomoda. Per quanto mi riguarda amo le persone capaci di affrontare le difficoltà con eleganza ed equilibrio: è un aspetto che ho sempre amato anche nel mio cinema di riferimento. Anche qui Anita fa un viaggio in Calabria, una terra che a me piace tanto. Pensa che inizialmente il film era ambientato a Como e quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta ho detto “Como nel senso di Locri, vero?” (ride, ndr). Mi piaceva l’idea di ambientare questo viaggio nella Locride proprio perché è uno di quei posti che non ti offre la sua bellezza in maniera esplicita, ma sei chiamato a scoprirla allo stesso modo in cui i personaggi fanno con se stessi. Inoltre mi piaceva associare la musica soul all’estremo sud e a quel viaggio dell’anima tipico dei posti un po’ dimenticati.

Niente è scontato

Una delle qualità del film è quella di riuscire a coinvolgere lo spettatore nelle vicende dei personaggi. My Soul Summer in questo è vincente proprio perché parte da un’evidenza non esplicita. Per sapere cosa si nasconde nell’anima dei personaggi e quali sono le loro reali motivazioni lo spettatore si deve affidare a una trama che procede con il passo di un thriller esistenziale. Nulla è scontato e le rilevazioni arriveranno solo alla fine del film.

Anche questa è una cosa che mi affascina tanto: Il sud è niente e Il padre d’Italia avevano la stessa sospensione, perché basati su una costruzione dei protagonisti più emotiva che narrativa. My Soul Summer, per esempio, doveva iniziare con una ragazza che arriva alla stazione di Locri, senza la premessa iniziale poi aggiunta in un secondo momento. La sceneggiatura non l’ho scritta io, ma girando ho apportato qualche modifica pur essendo cosciente che i produttori puntavano a rendere il film più comprensivo possibile per compensare le anomalie dovute al fatto di appartenere a un genere anomalo per il panorama italiano. Da qui la presenza di quel piccolo preambolo su Anita, inserito per dare al pubblico più informazioni possibili su di lei. A me invece è piaciuto scoprirla un poco per volta: non per renderla complicata o gratuitamente misteriosa, ma proprio perché mi piace quel cinema che più che di dialogo è fatto di azioni, di ascolto e di silenzi. In questo senso My Soul Summer è stato un piccolo ritorno a Il sud è niente per la presenza di certi non detti.

Il personaggio di Anita in My Soul Summer di Fabio Mollo

Soprattutto nella prima parte Anita è come bloccata. Le parole sembrano non venirgli in aiuto quando si tratta di esprimere i suoi sentimenti.

Anita è un personaggio che parla attraverso la musica e questa è la cosa che mi ha fatto innamorare di Elisa (Casadilego, ndr). A lei siamo arrivati con un processo di casting e l’aspetto che mi ha affascinato rispetto ad altre attrici che avrebbero potuto interpretare il ruolo è, oltre al grandissimo talento musicale, il fatto che Elisa usa la musica al posto delle parole. Quando ti deve dire che è felice, triste, innamorata o che ha una delusione scrive una canzone e questa è una cosa che mi piaceva tantissimo. L’idea è stata quella di trasferire ad Anita questa caratteristica. Succede quando canta How Deep is the Ocean di Ella Fitzgerald, utilizzata per descrivere il suo amore. Capita lo stesso  con Sere nere di Tiziano Ferro, usata per raccontare un momento di profonda delusione.

Una delle cose interessanti del film è la presenza di un racconto narrativo e di uno musicale. In quest’ultimo le note vengono declinate come ribellione, sballo, impegno civile, e infine come commento narrativo.

È assolutamente così. Da questo avrai capito che ho un forte desiderio di fare un musical (ride, ndr), un’aspirazione presente anche ne Il padre d’Italia. Nei miei film la musica non è mai casuale. Qui le canzoni sono legate ai personaggi sia che siano scritte da loro che da altri. In un certo senso la canzone aggiunge uno strato narrativo a ognuno di loro e alla trama stessa. Nel farlo mi sono fatto guidare da Elisa essendo lei la vera amante della musica.

La magia

Abbiamo già detto che qui come in altri tuoi film c’è un viaggio. A differenza di altre volte la Calabria non è più il luogo dell’oppressione, bensì della scoperta, della liberazione. Anche in My Soul Summer il realismo si colora di magico con una scena ad alto tasso di surrealtà in cui Anita esprime il suo amore per la musica iniziando a levitare nell’aria.

Sì, in questo sono stati molto coraggiosi i produttori che mi hanno permesso di girarla. A me piace anche mettermi al servizio delle storie degli altri: l’ho fatto nel passato, ma mi sono accorto che questo film aveva molto a che fare anche con la mia materia narrativa. Ho capito che non potevo limitarmi solo a girarlo, ma, come si dice in Calabria, dovevo entrarci con tutti e due i piedi. In quel frangente ho capito che Elisa aveva il dono di portare al film la verità delle sue espressioni emotive. Da qui la decisione di fare altrettanto stravolgendo il film rispetto alla progettazione iniziale.

My Soul Summer: un film di Fabio Mollo

Hai anticipato la mia domanda perché da quanto detto fin qui è chiaro che, alla pari dei grandi autori americani, hai adattato My Soul Summer alle tue corde. Pur non essendo stato scritto da te è in tutto e per tutto un tuo film.

Questa cosa mi fa molto piacere. Sono cresciuto e ho amato il cinema studiando in Inghilterra e i miei autori preferiti erano proprio quelli inglesi. Uno di questi era Michael Winterbottom, che ammiravo per la capacità di fare ogni volta un film diverso e nonostante tutto riconoscibile perché sentivi che in quelle storie c’erano sempre le sue emozioni. Registi come lui sono stati per me una guida: amo raccontare le storie e non solo raccontare me stesso. Allo stesso tempo mi piace essere al servizio della narrazione. Fare cinema è un privilegio e una grande occasione che vivo come se fosse l’ultima volta. È una possibilità che devo sposare fino in fondo mettendoci del mio perché io vengo da un posto dove essere regista non è proprio la cosa più valutata in assoluto.

Riferimenti

La trama di My Soul Summer, con la scoperta di una stella nascente e un pigmalione che rischia di non poter più cantare a me ha ricordato A Star is Born. È stato uno modello di cui hai tenuto conto?

Sì, era nelle referenze iniziali. C’era un po’ di A star is Born, un po’ di A proposito di Davis che per me era un altro bellissimo film musicale. Ovviamente qui il punto di partenza non era la storia d’amore come capitava in A star is Born, ma la necessità di trovare la propria voce. Credo che quello sia l’elemento, se c’è, un po’ più politico del film, cioè il fatto che in questo momento è importante trovare e far sentire la propria voce soprattutto per le giovani donne. In un mondo machista i personaggi femminili nei miei film sono sempre centrali. Essendo stato spesso vittima di questo comportamento per me è importante uscire dal romanticismo per provare a raccontare l’amore verso se stessi e la forza di tirare fuori la propria voce.

Casadilego nel film di Fabio Mollo My Soul Summer

Alla sua prima prova d’attrice Casadilego se la cava davvero bene. Come avete fatto a raggiungere quel livello?

È la cosa del film di cui vado più fiero. La sua è stata una performance canora e attoriale. Le ho dedicato tutte le mie energie. Abbiamo fatto un primo incontro in cui – è la stessa Elisa a raccontarlo -, non alzava neanche gli occhi dal foglio. Era nascosta dietro la mascherina eppure ho sentito una incredibile maturità artistica e un talento sopraffino. Mi è capitato alcune volte di lavorare con attori o attrici non professionisti alla primissima volta: in questo caso ho sentito che in Elisa c’era un’attrice. Ovviamente è stata una grande scommessa: abbiamo fatto quattro mesi di preparazione. È una cosa che faccio sempre. Con Luca Marinelli e Isabella Ragonese ne Il padre d’Italia abbiamo fatto due settimane di prove prima di girare. Con Elisa abbiamo fatto un coaching completo: non solo sulla recitazione in sé, ma proprio sulla scoperta di una voce: non solo musicale, ma anche attoriale che lei aveva dentro di sé. Però devo dire che è stato il set il momento in cui Elisa ha tirato fuori una vulnerabilità, una sincerità e un coraggio che hanno dato grande forza al personaggio. Quando sento riconosciuta questa sua forza ne sono molto fiero. Spero continui a recitare anche perché sono grande fan delle cantanti attrici.

Volevo chiederti se il rispetto di Elisa nei confronti di un maestro come Tommaso Ragno ha favorito quello di Anita verso il suo pigmalione?

Il loro è stato un rapporto molto speciale. Anche Tommaso ha preso parte alle prove con grande disponibilità. Così facendo immaginavo di non rendere la vita facile a Elisa mettendole accanto un attore pazzesco come Tommaso. Inizialmente tra loro c’era un po’ il rapporto che hai detto, con Tommaso attore di lunga carriera ed Elisa al suo debutto. Poi c’è stato uno switch, un cambiamento, nel momento in cui Tommaso doveva cantare la sua canzone. Lì si è invertito il ruolo perché è stata Elisa a fargli da coach. Dal punto di vista emotivo è stato quello il momento che li ha legati tanto. Da lì in poi ho lasciato che avessero un rapporto tutto loro. Sul set era molto bello vederli scambiarsi energie e emozioni attoriali. Ci sono stati dei momenti in cui Tommaso ha aiutato tantissimo Elisa e altri dove è stato Tommaso ad aver avuto bisogno di lei. È stato molto bello.

‘My soul summer’ per Casadilego ad Alice nella città un debutto alla grande

My Soul Summer di Fabio Mollo

  • Anno: 2022
  • Durata: 115
  • Distribuzione: Europictures
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Fabio Mollo
  • Data di uscita: 24-October-2022