Ad ogni alba di Simone Massi (La memoria dei cani, 2006; Dell’ammazzare il maiale, 2011; L’attesa del maggio, 2014) è un cortometraggio presentato in concorso nella sezione Animazioni del RIFF Rome Independent Film Festival e prodotto da Dogimi Edizioni. Il cortometraggio regala le immagini alla canzone omonima di Fiumanò Domenico Violi, che è parte del concept album 9 minuti 9, scritto contro ogni forma di pena di morte.
Ad ogni alba di Simone Massi: la storia
Nello stile inconfondibile di Simone Massi, questo breve racconto transita fluidamente tra rappresentazione verosimile e pensieri. Il bianco e nero ritorna nuovamente, sebbene anche questa volta Massi abbia voluto regalare un dettaglio di brillante arcobaleno.
Il viaggio inizia tra le sbarre di un carcere, sulle parole poetiche di Violi:
Ad ogni alba solo un’altra conta
ad ogni conta solo un vecchio giorno
ad ogni giorno solo un giorno in meno
per una giustizia che da qui non passa
Un detenuto sogna fino all’ultimo la grazia mentre attende nel braccio della morte. La madre, stravolta dal dolore, anch’essa attende un ultimo segnale, pregando.
I disegni scortano l’uomo nell’ultimo viaggio: un volo immaginato tra le strade del paese fino in cima al campanile, dal quale si lancerà per il suo ultimo tuffo e la sua ultima nuotata.
Non c’è colpa, non c’è condanna. C’è una disgrazia che si consuma, e ci consuma: è una sconfitta dell’uomo, un fallimento del sociale.
Per ogni Lazzaro che non farà ritorno
lo Stato, tutti noi,
avremo perso un’altra volta ancora

Poesia sensoriale
Questa volta Massi ha lasciato le sonorità esplorative e i rumori della terra, per dedicare il suo tratto graffiato alla poesia musicale di Fiumanò Domenico Violi. Il quale non è nuovo al tradurre le sue composizioni di respiro etico e olistico, in prodotti video. Questa sinergia potrebbe assomigliare a un videoclip, se non fosse che la poesia travolge e si impone su tutto il resto. Musica e immagini, pure visualizzazioni.
È una esperienza sensoriale diversa: in Ad ogni alba di Simone Massi ogni contributo artistico funge da cassa di risonanza, dove le esperienze si amplificano e risuonano nell’idea portante. La vita è l’evocazione ultima e univoca. Nelle campiture lacerate ma dense, nella finitura di occhi appesantiti e gonfi di pianto, traspare la sofferenza inspiegabile e impotente.
[…] che anche il santo ha perso la speranza
scaduto il tempo è finito anche il coraggio
Sentendo il sole che scalda quanto il freddo della cella, si chiude a nero; e lo lasciamo così, quel disgraziato, nella pena e nella morte, avvertendo la follia e il fallimento, così come Violi stesso ci esorta a percepirlo.