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̍̍̍‘Madre’ Torna il film di Bong Joon-ho al Korea Film Festival

Madre di Bong Joon-ho del 2009, visto per lo più in rassegne e cineforum, è uscito finalmente nelle sale nel 2021. Ora è riproposto al Florence Film Festival

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Madre del premio Oscar Bong Joon-ho è un film del 2009, uscito in sala solo nel 2021. La ventunesima edizione del Korea Film Festival lo ripresenta ora, insieme a una masterclass tenuta dallo stesso regista, ospite del Festival.

Madre è ancora un film attualissimo, per il tema universale in cui immerge lo spettatore fin dal suo primo frammento.

Così ne ha parlato Le Monde:

Commedia, cronaca sociale, romanzo poliziesco

 si intrecciano con un’arte virtuosa, seppur discreta,

ineguagliabile nel cinema contemporaneo.

 

Commedia, cronaca sociale, romanzo poliziesco… e thriller, aggiungeremmo noi. Generi che nel mescolarsi, si armonizzano, e ci sorprendono, come in tutto il cinema del regista di Parasite.

Madre: la trama

Una vedova alleva il suo unico figlio Do-joon che è la sua unica ragione d’essere. Il giovane è un po’ semplice e talvolta agisce in modo così ingenuo da diventare pericoloso. Un giorno, una ragazza viene trovata morta e Do-joon viene accusato di omicidio. Per salvare suo figlio, la madre muove cielo e terra, ma l’incompetente avvocato che ha scelto fa poco per aiutarla e la polizia ha rapidamente chiuso il caso. Affidandosi solo al suo istinto materno, non fidandosi di nessuno, la madre stessa va alla ricerca dell’assassino, pronta a tutto per provare l’innocenza del figlio. (sinossi ufficiale del film).

Kim Hye-Ja e Won Bin in Madre

Madre: il ruolo intenso di Kim Hye-Ja

Una parola sola, Madre, senza articolo, né aggettivi. A racchiudere tutta l’intensità del ruolo, a ripetere la lotta materna contro il mondo intero nella difesa dei propri figli, soprattutto se fragili, come Do-joon. Tutta la narrazione, alla quale la performance di Kim Hye-Ja e la direzione di Bong Joon-ho restituiscono un’energia travolgente, si concentra su di lei, sulla Madre, in scena dal primo istante all’ultimo.

Per centoventotto minuti, che passano in un soffio, segue una pista e poi un’altra e un’altra ancora, tra mille difficoltà, rifiuti e  dinieghi. Il dramma dell’andare, l’ansia per il destino del suo Do-joon, la determinazione nella ricerca del vero assassino, sono tutti nell’espressione del suo viso, e  costruiscono un thriller psicologico a tinte forti, oltre a quelle dense della realtà.

Won Bin In Madre, nel ruolo di Do-Joon

Bong Joon-ho  e la denuncia sociale dei suoi film

Come se questa volta il regista non abbia voluto sostare troppo sulla lotta di classe di altri suoi racconti, o sull’indagine delle “misteriose e psicopatiche vie della sopravvivenza”, per citare Gianlorenzo Franzì, a proposito di Parasite.

PARASITE: la videorecensione del film dell anno – Taxidrivers.it

Il contesto sociale rimane comunque sotto accusa e non fa una bella figura. La polizia si compiace di avere un caso di omicidio dopo tanto tempo, per liquidarlo frettolosamente. È ritratta tra vanità e inefficienza, se pure non spietatamente come in Memorie di un assassino.

L’avvocato gaudente non spreca un’ora in più per una famiglia così poco rappresentativa. I giudici condannano per poco e assolvono dai reati gravi, seguendo il criterio del censo, anziché quello delle responsabilità. E persino l’amico del figlio, sbandato e sempre sopra le righe, non si fa scrupoli nel ricattare economicamente questa madre già stremata e sola.

Un regista che ama stupirci

Ma per lei, le difficoltà sembrano alimentare il coraggio e l’acume con cui, più di un vero detective, recupera qua e là indizi e li ricompone nel puzzle in cui le conviene credere.

Bong Joon-ho poi, lo sappiamo, ama stupirci. E comunicarci, come nel film che gli è valso l’Oscar, quanto sia labile il confine tra innocenza e colpevolezza. Così, più di una volta ci fa intravedere la soluzione per ribaltarla, mentre la madre va di casa in casa, di gente in gente, a cercare la sua verità, e gli interni si fanno sempre più cupi, la pioggia sempre più battente.

Kim Hye-Ja, in Madre di BongJoon-ho

Restano impresse le due scene luminosissime che si ripetono, una nell’incipit del film, l’altra verso la fine. Kim Hye-Ja segue timidi movimenti di danza in un campo di grano (altre immagini sono apertissime a contrastare il buio dell’anima). Il suo corpo dai vestiti colorati si fa figura sullo sfondo uniformemente giallo, mentre una musica malinconica di sottofondo sottolinea le sue goffe movenze. Quasi a volerci dire che la leggerezza è ancora lontana, quella che lei predica per tutto il racconto con la sua pratica di agopuntura.

C’è un punto nella coscia che se stimolato ci fa dimenticare il dolore. Purtroppo, quando alla fine pare che le sue arti funzionino, l’immagine si fa sfocata e la libertà sembra allontanarsi ancora una volta.

Madre nella filmografia del regista sud-coreano

Nella filmografia di Bon Joon-ho e dal punto di vista temporale, Madre si trova proprio al centro, dopo Barking dogs never bite (commedia surreale), Memorie di un assassino (un poliziesco da farsa e denuncia politica) e The host (metafora visionaria). Il regista ama ancora disorientare gli spettatori, immergendoci questa volta nella passione di un amore materno assoluto; spiazzandoci, sì, con le traversie della protagonista, senza mai l’effetto straniante che sarà poi evidente in Parasite.

Kim Hye-Ja e Won Bin in Madre

La famiglia di derelitti confinata nel sottoscala, per poi finire addirittura in cantina, non cerca la nostra immedesimazione. Sorprende, confonde e un po’ diverte, mai alla ricerca dell’approvazione. La storia della madre, invece, non smette un attimo di appassionarci, anche quando sbaglia, per esempio nella protezione del figlio. Per gli altri, ai limiti dell’incesto, per noi eccessiva, ma comprensibile.

Madre è distribuito da PFA films

Sul film Madre, leggi anche

Bong Joon-ho in sala con ‘Madre’, il thriller hitchcockiano del 2009 – Taxidrvers.t

Sul cinema sud coreano (con un approfondimento di Fabio Sajeva su Bong Joon-ho), leggi il dossier di Taxidrivers

IL VOLO DELLA FENICE. Il cinema sudcoreano contemporaneo – Taxidrivers.it

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Madre

  • Anno: 2009
  • Durata: 128 minuti
  • Distribuzione: PFA films
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Bong Joon-ho
  • Data di uscita: 01-July-2021