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Anticipazioni

Speravo de morì prima. La serie dedicata a Francesco Totti. La conferenza stampa

E´ stata presentata oggi Speravo de morì prima, serie dedicata a Francesco Totti, il Capitano dei capitani.

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Dal 19 marzo alle 2115 su Sky Atlantic e in streaming su NOW, disponibile anche on demand questa mattina è stata presentata Speravo de morì prima, serie dedicata a Francesco Totti, dramedy in sei episodi sulla vita del grande campione romano e romanista.

Responsabilità verso un’icona del nostro tempo e nei confronti di un immaginario ancora in corso di costruzione. La sfida relativa alla messa in scena della vita di un campione sportivo come Francesco Totti è scritta nel giorno del suo congedo dal calcio e nelle immagini dello stadio olimpico gremito  in ogni ordine di posto in quello che sarebbe stato  il suo ultimo calcio al pallone, lanciato ancora una volta ai tifosi venuti ad applaudirlo.

Presenti alla conferenza stampa insieme ad attori e regista de Speravo de morì prima, i produttori Nicola Maccanico per Sky Original, Mario Gianani per Wildside del gruppo Freemantle e Virginia Valsecchi per  Capri Entertainment erano coscienti della sfida di raccontare un evento “ancora fresco nella memoria degli spettatori” e dunque, dice Maccanico “bisognoso di essere restituito attraverso l’intuizione di quello che è successo in quei giorni”. Da questo punto di vistaSperavo de morì prima “non è il classico biopic fiction” afferma Virginia Valsecchi, “intrecciando generi diversi, comprensivi del dramma e della commedia, del comico e del racconto sportivo” chiamati a raccontare il momento più delicato per un campione come quello in cui si è costretti a lasciare il palcoscenico che ti ha reso famoso”.

Detto che la scelta di regista e sceneggiatori è stato quella di raccontare soprattuto il privato del protagonista e dunque il rapporto con la moglie Ilary Blasi, con gli amati genitori e soprattutto con l’allenatore Luciano Spalletti, nella vulgata comune indicato come colui che di fatto ha obbligato Totti ad appendere le scarpette al chiodo, la chiave di lettura dell’intera vicenda per il regista Luca Ribuoli è stata “la possibilità di girare la storia con il divertimento, lo spirito ludico e la leggerezza con cui Totti ha sempre affrontato i diversi momenti del sua vita calcistica e non; sapendo di poter contare su una sceneggiatura  bella e solida come quella scritta da Stefano Bises, Michele Astori e Maurizio Careddu”.

Interpretati da Pietro Castellitto (Franceso Totti), Greta Scarano (Ilray Blasy), Gian Marco Tognazzi (Luciano Spalletti), Monica Guerritore, Giorgio Colangeli, i protagonisti non sono stati creati attraverso l’evocazione e mai attraverso la perfezione della mimesi: a cominciare dall’interpretazione di Pietro Castellitto, perfetto nello scivolare con naturalezza nell’understatement della sua controparte “allo scopo di ricreare una maschera che lo ricordasse in qualche modo e che fosse capace di stupire prima di tutto Francesco”. E anche tenendo conto di un ruolo non tra i più simpatici com’è successo a Gian Marco Tognazzi nella parte di Luciano Spalletti, il grande oppositore al quale però l’attore si è rivolto “affidandosi a un filo conduttore che è stato quello di cogliere il disagio vissuto non solo dall’allenatore, impegnato a riprendere in mano un rapporto – con Francesco Totti – interrotto anni prima, ma anche dalla società e dalla squadra, a loro coinvolti nella difficoltà del momento”.

Alle polemiche e alle discussioni che potrebbe suscitare la versione di Totti rispetto agli eventi raccontati – Tratti da Un capitano di Francesco Totti e Paolo Condò, edito da Rizzoli Libri S.p.a. –  Tognazzi ci tiene a dire “ Ho cercato di approfondire il credo calcistico di Spalletti lavorando soprattutto sui non detti intercorsi tra lui e Francesco. Di certo non l’ho mai pensato come il cattivo della serie”.

SPERAVO DE MORÌ PRIMA – LA SERIE SKY SU TOTTI. Le foto e 4 clip in esclusiva