‘Gangs of London’ La terza stagione alza l’asticella e rischia tutto

In esclusiva su Sky e in streaming su NOW, la terza stagione di Gangs of London riporta sulla scena, più agguerriti e violenti che mai, i protagonisti di una delle migliori serie degli ultimi anni. A prestargli i volti, tornano Joe Cole, Sope Dirisu, Michelle Fairley, Brian Vernel, Narges Rashidi, Orli Shuka. Il noir raggiunge un nuovo apice, esibendo una serie di colpi di scena e un’atmosfera così avvinghiante che è impossibile non restarne catturati. 8 episodi di emozioni, dentro i quali le sfumature tra Bene e Male si confondono e sprofondano in un limbo grigio potente e disturbante.

Gangs of London | La trama della terza stagione (allerta spoiler)

Avevamo lasciato Sean Wallace (Cole) colpito a morte ed Elliot Carter (Dirisu) pronto a prendere le redini di un giro alquanto ghiotto. La terza stagione di Gangs of London riparte esattamente da lì, ma attenzione, perché ci vorrà davvero poco affinché tutto venga ribaltato. Intanto Sean non è ancora spacciato, ma anzi vivo e vegeto, in catene e divisa da detenuto, ma ancora determinato a riprendere il posto sull’Olimpo della criminalità che gli spetta. Elliot, dal canto suo, deve vedersela con un carico di droga tagliata insieme a del Fentanyl, che ha causato la morte di decine di persone, compresa la figlia di Luan Dushaj (Shuka), a capo della malavita albanese.

Mentre tutte gli indizi sembrano condurre a Sean, che avrebbe organizzato la partita mortale direttamente dal carcere, Elliot è disposto a proteggerlo a patto che gli riveli il nome dell’uomo che ha ucciso sua moglie e suo figlio. Il presunto incidente, avvenuto sette anni prima, ancora lo tormenta e l’unica cosa che lo spinge avanti è il desiderio di vendetta. Ma un altro partecipante a questo complicato “gioco” sta per mettergli i bastoni tra le ruote…

Irresistibili canaglie

Se nei primi due capitoli era stato subito evidente il tono della serie, con la terza stagione Gangs of London alza l’asticella, in ogni senso possibile. A livello narrativo, prosegue la linea iniziata cinque anni, intrecciandone le fila sempre più astutamente, con un contesto fatto di ambiguità, violenza, dolore. Il senso della famiglia assume diverse connotazioni, portando a interrogarsi su quanto e come valgano i legami di sangue. Non esiste giustizia, o meglio, non intesa in maniera univoca, perché ognuno insegue la sua. La profondità dell’animo umano viene così scandagliata attraverso uno sguardo lontano dall’uomo comune. I criminali che popolano lo schermo sono spietati e vulnerabili al tempo stesso, disposti a uccidere chiunque ma non senza sensi di colpa a perseguitarli.

Il ritmo dello show è dettato tanto dalla narrazione, tra inseguimenti, sparatorie e botte da orbi, quanto dalla colonna sonora che ne caratterizza la partitura. A dare man forte all’impianto generale ci pensa la fotografia, magnetica, ammaliante e cupa come i protagonisti che la respirano. Un grande plauso va a chi dà loro corpo e voce, dal Cole apprezzato in Peaky Blinders, al Dirisu di recente acclamato sul palco dell’Almeida Theatre di Londra con Rhinoceros.

‘Gangs of London 3’: tutta colpa di un grosso carico di cocaina

*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.