La donna perfetta: su Netflix una Nicole Kidman d’annata
Disponibile su Netflix, La donna perfetta è la commedia firmata da Frank Oz, con Nicole Kidman protagonista, nei panni di Joanna, ex produttrice sull'orlo di una crisi di nervi e alle prese con una piccola comunità residenziale dove nulla sembra fuori posto.
Disponibile su Netflix, La donna perfetta (2004) di Frank Oz è il secondo adattamento cinematografico del romanzo La fabbrica delle mogli di Ira Levin – il primo risale al 1975 ed è diretto da Bryan Forbes.
La donna perfetta | La trama
Joanna Eberhart (Nicole Kidman) è una prestigiosa e acclamata produttrice televisiva sulla cresta dell’onda: suoi sono infatti alcuni dei programmi più all’avanguardia nell’ambiente. Sfortunatamente proprio uno dei suoi reality conduce un concorrente a imbracciare una pistola e a rischiare una strage.
Non puoi fermare Stepford.
La decisione dell’emittente arriva immediata e implacabile. Joanna è costretta a ritirarsi e le viene un esaurimento nervoso. Nel tentativo di aiutarla, e risollevare così le sorti della famiglia, il marito Walter (Matthew Broderick) decide il trasferimento in Connecticut. Qui, a Stepford – da cui il titolo originale The Stepford Wivews – potranno tutti ritrovare una sorta di serenità necessaria.
Il gentil sesso al timone
I titoli di testa immortalano una serie quanto mai variegata di donne, tra soubrette, sportive e casalinghe. Il gentil sesso la fa da padrone. Alla base della storia si avverte una sorta di ammirazione verso coloro che sin dall’antichità sono state considerate gli angeli del focolare. Eppure i tempi sono cambiati.
Oggi a indossare i pantaloni sono spesso le mogli, che portano a casa il pane, fanno carriera e, al tempo stesso, sanno prendersi cura dei propri figli. Tutto ciò può mettere in soggezione gli uomini, soprattutto quelli abituati a sentirsi superiori e a non mettersi mai in discussione.
Abbiamo sposato Wonder Woman.
Invece di ritenersi fortunati per avere accanto simili personalità, di essere felici per i loro successi, si percepiscono come dei semplici supporti, orpelli, innescando meccanismi di difesa meschini se non addirittura aggressivi. E l’egocentrismo giunge al suo apice.
La solidarietà femminile messa all’angolo
Da qui nasce l’idea de La donna perfetta. Ma sotto si cela un discorso ancora più complesso. Fondamentale in ogni branca della vita, la solidarietà femminile troppo spesso viene a mancare. La competizione, la rivalità, l’invidia, prendono il sopravvento, conducendo chiunque graviti lì intorno a dare il peggio di sé. Cosa può fare una donna tradita, ferita, rifiutata… Il colpo di scena sta quindi dietro l’angolo.
Nel frattempo la pellicola solleva altre interessanti questioni. Il cambiamento, a volte imprescindibile, altre intrinseco, porta con sé delle nuove sfide. Con se stessi, con l’ambiente circostante, con i propri cari.
Quando anche l’identità mostra le prime crepe, si è chiamati a compiere una scelta. Adattarsi o soccombere, evolversi o restare indietro.
Ambire alla normalità senza dimenticare i sentimenti
Dopo aver mandato all’aria i suoi sogni di gloria ed essersi resa conto di quanto in realtà non fossero poi così rosei, Joanna intraprende un percorso per rimettersi in carreggiata. L’incontro e l’amicizia con Bobbie (Bette Midler) e Roger (Roger Bart) la aiutano in tale direzione.
Ed è nel momento in cui entrambi vengono a “mancare” che la donna si rende conto di dover tirare fuori tutta la grinta, la determinazione e l’astuzia che l’hanno contraddistinta in precedenza.
Perfetto è solo una parola.
Lontani da una perfezione che non esiste, e che è a dir poco sopravvalutata, la normalità diviene un qualcosa a cui ambire, una meta da raggiungere. Requisito sostanziale, la presenza di sentimenti veri, di emozioni reali.
Un’ultima nota al margine, a ricordare l’apparizione di Larry King in un frammento di pellicola, a distanza di poche settimane dalla dipartita del celebre anchorman.
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