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Netflix Film

10 commedie da vedere su Netflix

Una selezione di 10 commedie italiane da vedere e rivedere disponibili sul catalogo Netflix. Da commedie divertenti a commedie più vicine al dramma, la piattaforma digitale offre un'ampia offerta.

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Partendo dalla commedia all’italiana (ma non solo) il nostro paese, nel corso degli anni, ha dato vita a tanti titoli interessanti. Diversi gli autori che si sono cimentati nella realizzazione di commedie, dalle più scanzonate e divertenti a quelle più serie e riflessive. E la piattaforma Netflix è un importante bacino da questo punto di vista. Abbiamo, infatti, selezionato dieci titoli da vedere (o rivedere).

Smetto quando voglio – la trilogia (S. Sibilia, 2014-2017)

Pietro Zinni (Edoardo Leo) è un ricercatore neurobiologo che, per evitare la disoccupazione e per paura di dirlo alla propria compagna, decide di sfruttare le sue doti e le sue conoscenze scientifiche per creare una nuova droga sfruttando una molecola ancora non individuata e analizzata dal ministero della salute. Per farlo, però, ha bisogno di aiuto e, per questo, si rivolge a suoi ex colleghi che, anche loro a causa dei tagli dei fondi, sono costretti a delle occupazioni non adatte ai propri titoli di studio e alle proprie competenze. Inizia così l’avventura di Pietro, Alberto (Stefano Fresi, qui per l’intervista all’attore), Arturo (Paolo Calabresi), Mattia (Valerio Aprea), Giorgio (Lorenzo Lavia), Bartolomeo (Libero De Rienzo, qui per l’intervista all’attore e regista) e Andrea (Pietro Sermonti) che presto, però, si ritroveranno coinvolti in qualcosa di più grande di loro.

Una commedia brillante con un cast perfetto che fa salire alla ribalta il giovane regista Sydney Sibilia e che lo porta a realizzare ben due sequel di una storia assurda, ma molto divertente (qui per la recensione).

Moglie e marito (S. Godano, 2017)

Andrea (Pierfrancesco Favino) e Sofia (Kasia Smutniak) sono rispettivamente un medico e una conduttrice televisiva, sposati da diversi anni e con due figli. Le cose tra di loro non stanno andando molto bene e i due pensano al divorzio. Una sera, però, Andrea si ritrova a provare un esperimento insieme al suo amico Michele (Valerio Aprea): si tratta di una macchina in grado di leggere i pensieri delle persone. Il tentativo, a causa di un cortocircuito, fallisce e, data la presenza in quel momento di Sofia, i due coniugi si ritrovano l’uno nel corpo dell’altro. Tra mille imprevisti e tanti segreti tenuti nascosti ognuno di loro dovrà affrontare il mondo da un punto di vista diverso e insolito.

Una coppia ben assortita che fa sorridere soprattutto nei momenti di scambio evidenziando la bravura dei due attori (qui per la recensione).

Se Dio vuole (E. Falcone, 2015)

Tommaso (Marco Giallini) è un noto cardiochirurgo sposato con due figli. Una, a sua volta sposata, vive con il marito nell’attico accanto. Andrea, il fratello minore, invece, una sera annuncia alla famiglia che intende diventare sacerdote. Tommaso finge di accettare serenamente la decisione del figlio, ma, in realtà, inizia a controllarlo e scopre che il figlio segue le orme di don Pietro (Alessandro Gassmann). Approfittando della momentanea assenza del figlio, in ritiro in un monastero, Tommaso inizia, con una scusa, a frequentare il sacerdote e, così facendo, fa delle interessanti scoperte.

L’ormai rodata coppia Giallini-Gassmann funziona molto bene in questa commedia che, per certi versi, è quasi un racconto di formazione che aiuta anche lo spettatore ad aprire gli occhi.

La mafia uccide solo d’estate (Pif, 2013)

Mettere sullo schermo, in maniera talvolta ironica e paradossale, l’attività di Cosa nostra a Palermo negli ultimi decenni del secolo scorso non è cosa semplice. Fortunatamente Pif riesce nell’intento realizzando una commedia drammatica che è un viaggio nella storia italiana. Egli stesso è il protagonista, Arturo Giammarresi che si ritrova a vivere in prima persona, fin da bambino, la presenza della mafia. Dalla scuola alle attività ludiche agli incontri con personalità importanti, tutto sembra rimandare, nel bene o nel male, alla mafia. Un aiuto, sicuramente particolare, per conoscere anche gli aspetti meno noti e i personaggi coinvolti all’interno di qualcosa di fin troppo vasto.

Orecchie (A. Aronadio, 2016)

Il protagonista della vicenda, tutta in bianco e nero, è un uomo che si sveglia una mattina con un fischio alle orecchie. In cucina trova un post-it della sua fidanzata che lo informa della morte del suo amico Luigi, del quale, però, il protagonista ignora l’esistenza. Ha inizio così una bizzarra giornata alla ricerca della causa e del rimedio a questo fastidioso mal d’orecchie. Non riuscendo a venire a capo di nulla, l’uomo inizia a concentrarsi sull’identità di questo Luigi contemporaneamente a una serie di interrogativi che si pone a proposito della sua relazione con la fidanzata.

Una commedia semplice e lineare (qui per un’ulteriore recensione), ma al contempo strana e assurda è quella che segna il debutto sul grande schermo di Daniele Parisi, nel ruolo del protagonista, e consacra il regista Alessandro Aronadio (qui per un approfondimento), già sceneggiatore di altri film.

Metti la nonna in freezer (G. Fontana e G. Stasi, 2018)

Claudia (Miriam Leone) è una restauratrice in crisi che, per riuscire ad andare avanti, deve fare affidamento sull’anziana nonna (Barbara Bouchet). All’improvvisa scomparsa di quest’ultima, Claudia, su consiglio delle amiche, decide di nascondere temporaneamente il cadavere della nonna nel freezer e continuare così a percepirne la pensione. Tutto si complica, però, quando la donna conosce Simone (Fabio De Luigi), un incorruttibile finanziere che, a seguito di una delusione amorosa, si è buttato sul lavoro diventando l’incubo dei colleghi. Appena gli si presenta il caso della restauratrice, Simone si innamora della donna non sospettando assolutamente niente, al contrario di lei che pensa che lui sia lì solo per indagare.

Divertente commedia degli equivoci con una coppia affiatata che non smette un attimo di far ridere il pubblico con tutta una serie di imprevisti e situazioni al limite dell’assurdo.

Gli infedeli (S. Mordini, 2020)

 

Più storie che si accavallano tra di loro sono al centro della commedia di Stefano Mordini. Dalla moglie in partenza per le Maldive con il marito, ma che cerca di scoprire se questi la tradisce a una coppia alle prese con litigi, proprio a causa dei tradimenti. Dall’impiegato che cerca, seppur malamente, una notte di avventure sessuali, ad un altro che passa le serate in un locale a luci rosse fingendo di seguire le partite della propria squadra del cuore.

Un cast corale con Riccardo Scamarcio (qui per l’intervista all’attore), Valerio Mastandrea e Massimiliano Gallo nei ruoli dei tre uomini che ritornano in tutte queste storie e che si ritrovano, al termine, a commentare le proprie azioni. Una commedia che è un remake dell’omonimo film di successo francese (qui per la recensione).

La pazza gioia (P. Virzì, 2016)

Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella (Micaela Ramazzotti, qui per l’intervista all’attrice) sono due donne affette da disturbi mentali che si incontrano e si conoscono all’interno di una comunità. Lì stringono una particolare amicizia, arrivando addirittura a fuggire insieme per scappare ai programmi di recupero previsti per loro. Si ritrovano continuamente inseguite dagli operatori che, per il loro bene, vorrebbero riportarle indietro. Ma le due iniziano a confidarsi tra loro, anche a seguito della visita ad una veggente che fa tornare loro in mente situazioni e personaggi del passato.

Con questa commedia (qui per la recensione), che vira anche in parte nel drammatico, Virzì porta sullo schermo la forza incredibile di due donne che, con il solo supporto l’una dell’altra, riescono a dimostrare a sé stesse e agli altri chi sono veramente.

Tutta colpa di Freud (P. Genovese, 2014)

 

Francesco (Marco Giallini) è uno psicanalista cinquantenne separato e con tre figlie. Una è Sara (Anna Foglietta), lesbica e rientrata dall’America convinta di voler diventare etero, a seguito dell’ennesima delusione d’amore. L’altra è Marta (Vittoria Puccini) che gestisce la libreria del nonno. E la più piccola è Emma (Laura Adriani), una diciottenne che ha una relazione con Alessandro (Alessandro Gassmann) un architetto cinquantenne sposato. Quando Francesco scopre la relazione segreta tra i due invita Alessandro a seguire alcune sessioni di psicoterapia con lui sperando di allontanarlo dalla figlia. Ma non finiranno qui i “problemi” di Francesco.

Paolo Genovese, dopo il grande successo di Immaturi, torna con questa commedia corale, anticipatrice di Perfetti sconosciuti, quello che, ad ora, è il suo più grande successo. Divertente nelle dinamiche, nelle scelte dei personaggi e negli interpreti, sempre in grado di strappare una risata allo spettatore (qui per una breve recensione).

Ammore e malavita (Manetti Bros., 2017)

Concludiamo la carrellata delle commedie con un titolo particolare che mescola al genere divertente per eccellenza un altro elemento: la musica. I Manetti Bros. mettono in scena una divertente storia gangster fusa con la musica. Don Vincenzo (Carlo Buccirosso) è un boss della camorra di Napoli che riesce a salvarsi da un attentato di una banda rivale. Il tutto grazie all’intervento dei suoi due fidati sicari, Ciro (Giampaolo Morelli), orfano adottato dal boss, e Rosario (Raiz). Grazie a un’idea della moglie Maria (Claudia Gerini, qui per un’intervista all’attrice), viene comunque inscenata la morte di don Vincenzo. In questo modo il boss può recuperare tranquillamente senza rischiare di nuovo la vita. Ma la giovane infermiera Fatima (Serena Rossi) lo vede in ospedale…

Un cast corale che non solo riesce a interpretare molto bene i rispettivi personaggi, ma è molto convincente anche nelle parti cantate, conferendo, in questo modo, il tocco più vicino alla commedia (qui per un’altra recensione).

Sono Veronica e qui puoi trovare gli altri miei articoli

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