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L’horror di John Real, da Native a Midway – Tra la vita e la morte

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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In tempi recenti, del cineasta John Real (pseudonimo del catanese Giovanni Marzagalli) avevamo sentito parlare a causa de Il carillon, suo lungometraggio horror che, attingendo in maniera evidente dalle produzioni di James Wan – da Insidious alla serie The conjuring – e dal J-Horror, ovvero il cinema di paura giapponese esploso alla fine degli anni Novanta grazie al notevole successo riscosso da The ring, è stato visto nelle sale cinematografiche italiane nel Marzo 2019, prima di approdare nel mercato dell’home video grazie a CG Entertainment (www.cgentertainment.it).

La stessa CG Entertainment che rende ora disponibili su supporto dvd anche le due precedenti fatiche del regista: Native, che, datato 2011, rientrò addirittura nella cinquina di titoli scelti dall’Italia per andare agli Oscar, e Midway – Tra la vita e la morte, di due anni più tardi.

Orchestrato tra incubi e spettrali figure femminili che rimandano chiaramente ai già citati orrori su celluloide di matrice nipponica, il primo dei due è un thriller soprannaturale immerso in cupe e tese atmosfere, a proposito del quale l’autore precisa: “Trovo che raccontare questo genere di storie sia un ottimo modo per creare intrattenimento. Questo film si basa su una storia vera, che abbiamo dovuto riadattare alla visione cinematografica. Al di là dell’avventura compiuta da questa donna, è molto interessante lo stato emotivo con cui vive questa persecuzione: Michela è una giovane donna segnata dalla scomparsa della madre. Quando ritornerà al suo paese natale, si troverà a fare i conti con un passato oscuro che non si sarebbe immaginata. Michela scivola di fatto in uno stato di depressione e ansia che la induce a sospettare di tutto e di tutti; questo la porterà ad allontanarsi dal suo lavoro e a credere che un’entità soprannaturale, una cosiddetta ‘Nativa’, le stia rovinando la vita”.

Del resto, il titolo fa riferimento proprio a questa stirpe di donne che apprendiamo riescono ad uscire con lo spirito dal corpo per vendicarsi dei torti subiti o per semplice malvagità, portando la dottoressa protagonista – interpretata da Giovanna Mandalari – a chiedersi chi, in mezzo alle persone che la circondano, compreso il marito Andrea alias Andrea Galatà, non sia quello che sembra.

In un crescendo di mistero atto a mescolare passato che ritorna e folklore, al servizio di un’operazione che, accompagnata dalle musiche a firma di MarcoGialloWerba, è affiancata nella sezione extra del disco da un trailer, una breve clip riguardante la leggenda siciliana di partenza e quattro minuti di backstage.

Mentre è un dietro le quinte della durata di dodici minuti a fare da contenuto speciale all’altro dei due film, il cui avvio sembra rimandare alla situazione tipica di un qualsiasi Venerdì 13, soprattutto al secondo capitolo della saga nel momento in cui abbiamo sia una catapecchia tra i boschi che una combriccola di persone seduta attorno al fuoco per raccontarsi episodi inquietanti.

Perché tutto parte dall’Alex dal volto di Matteo Tosi, il quale, soffocato dalle difficoltà sul lavoro, decide di organizzare un fine settimana nella foresta insieme ad alcuni amici; inconsapevole del fatto che la moglie Sara incarnata da Elaine Bonsangue, con la quale vide cambiare le loro vite dal giorno in cui persero il figlio che aspettavano da tempo, è incinta.

Ma, pur mantenendo uno spirito non lontano da quello che caratterizza i tanti slasher movie sulla scia dei diversi capitoli che vedono Jason Voorhees impegnato a massacrare poveri campeggiatori, la strada che poi prende la oltre ora e dieci di visone è molto più vicina agli stilemi di The blair witch project – Il mistero della strega di Blair di Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez, oltretutto complice l’entrata in scena di una videocamera.

Infatti, non abbiamo serial killer mascherati e fantasiosi omicidi sanguinolenti, bensì, tra fenomeni EVP e tutt’altro che rassicuranti apparizioni, qualcosa “a metà strada” tra il nostro mondo e l’aldilà pronto a far sentire la propria diabolica “presenza”.

Con piccoli ruoli affidati al televisivo Salvatore Lazzaro e alla Elisabetta Pellini attiva nell’ambito della Settima arte fin dai tempi di Cucciolo, commedia boldiana diretta da Neri Parenti nel 1998.