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Film da Vedere

Bright Star, il film di Jane Campion sul poeta John Keats

Jane Campion si immerge nell'Inghilterra pre-vittoriana per raccontare una grande storia d'amore, quella tra la borghese Fanny Brawne e lo squattrinato poeta romantico John Keats. Bright Star è un poema aperto, un film senza inizio e senza fine: un cinema sospeso sempre in un sublime tempo emozionale

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Bright Star è un film del 2009 diretto da Jane Campion. Il soggetto, ad opera della stessa regista e sceneggiatrice, verte sugli ultimi tre anni di vita del poeta inglese John Keats. Ben Whishaw interpreta Keats, mentre Abbie Cornish è la sua musa Fanny Brawne. Il titolo del film è tratto da un sonetto di Keats dal titolo Bright star, would I were steadfast as thou art, che il poeta scrisse durante la sua relazione con Fanny. Oltre a Bright Star, diversi altri poemi vengono recitati nel film, come La Belle Dame sans Merci e Ode to a Nightingale. Sia Campion che Whishaw hanno attuato un’estensiva ricerca in preparazione al film. Molte delle battute sono state prese direttamente dalle lettere di Keats. Inoltre Whishaw ha imparato come scrivere con penna d’oca e inchiostro. Le lettere che Fanny riceve da Keats nel film sono state scritte a mano da Whishaw.

Il film è stato presentato in concorso al 62º Festival di Cannes ed è stato proiettato per la prima volta il 15 Maggio 2009, mentre in Italia è stato distribuito a partire dall’11 Giugno 2010. Con Ben Whishaw, Thomas Sangster, Abbie Cornish, Paul Schneider, Samuel Barnett, Kerry Fox.

Sinossi
Londra, 1818: tra il 23enne poeta inglese John Keats e Fanny Brawne, sua vicina di casa e candida studentessa di alta moda, inizia una tresca amorosa. L’improbabile coppia nei primi tempi è in disaccordo, soprattutto perché lui la considera una civettuola “fashion victim”, disinteressata sia alla sua poesia sia alla letteratura in generale. Ma quando Fanny viene a sapere che il fratello più giovane del poeta è gravemente malato, la sua compassione e la sua vicinanza toccano il cuore di Keats alimentando di poesia la loro relazione, appianando le diversità e compensando una certa mancanza di passione, fino a trasportarli in un crescendo emotivo che rasenterà l’ossessione.

Lasciandosi alle spalle la New York contemporanea di In the Cut, Jane Campion si immerge nell’Inghilterra pre-vittoriana per raccontare una grande storia d’amore, quella tra la borghese Fanny Brawne (Abbie Cornish) e lo squattrinato poeta romantico John Keats (Ben Whishaw), in un’epoca- Austen docet -in cui i sentimenti erano subordinati alla ragione (economica) e ogni tentativo di mobilità sociale duramente osteggiato. Schiava della moda e più incline ai balli mondani che alla letteratura (inizialmente venne ritenuta frivola dallo stesso Keats, che la soprannominò scherzosamente ‘maliziosa’), ma insolitamente attratta dalla figura emaciata del poeta, così diverso dai dandy che è solita frequentare, Fanny si appassiona alla poesia attraverso la lettura di Endimione, al punto da volerne apprendere l’arte. Galeotta fu la lezione sulla Negative Capability, l’amore per il mistero (“non si può comprendere il lago”) sublimato da Keats e inaspettatamente condiviso da Fanny.

La relazione con la ragazza darà un nuovo slancio al poeta: risalgono infatti a questo felice periodo, oltre al poema Bright Star dedicato alla sua musa, anche le celeberrime Great Odes of 1819, tra cui Ode on a Grecian Urn e Ode to a Nightingale, probabilmente le più belle odi che siano mai state composte in lingua inglese. Il loro amore cresce di intensità, tra mille ostacoli, rasentando l’ossessione epistolare nei periodi di lontananza, ma finisce per soccombere alla malattia che stroncherà la vita del poeta a soli venticinque anni. Incarnando l’ideale romantico di bellezza esaltato in Ode on a Grecian Urn, la relazione con Fanny pare uscita dalla penna del poeta. Come i fanciulli raffigurati sull’urna greca rincorrono, senza mai raggiungerle, le amate fanciulle, restando sempre giovani e colmi di desiderio inappagato, così anche l’amore incompiuto di Keats e Fanny, immortalato al suo culmine, non perderà mai la sua bellezza: “Audace amante e vittorioso, mai mai tu potrai baciare, pur prossimo alla meta, e tuttavia non darti affanno: ella non può sfiorire e, pur mai pago, quella per sempre tu amerai, bella per sempre.  (John Keats, Ode on a Grecian Urn, 17-20)

Opera delicatissima e sincera, come il sorriso di Abbie Cornish, Bright Star si appoggia alla figura di Fanny Brawne, l’incantevole civetta che catturò il cuore di Keats, scandagliandone i pensieri e i sentimenti con una sensibilità tutta femminile. Certo, l’accostamento didascalico dei versi keatsiani all’amore tormentato sfiora la retorica, così pure le numerose citazioni pittoriche (dai salotti hogartiani ai campi fioriti impressionisti, dai colori degli abiti preraffaelliti alla desolazione finale friedrichiana) e l’omaggio a Daffodils di Wordsworht, ma Jane Campion si sottrae agli eccessi estetici riportando costantemente l’attenzione sulla realtà domestica e sui problemi di sussistenza quotidiana di Keats, dimostrando una grande padronanza del mezzo espressivo. E mentre osserva la quotidianità della sua protagonista-scandita da pizzi, salotti e fratelli ‘spioni’, la regista indaga con materna partecipazione le inevitabili ‘conseguenze dell’amore’.

Sorge il dubbio che Kerry Fox, nel ruolo di Mrs Brawne, sia l’alter ego di Jane Campion. Protagonista indiscussa dalla prima all’ultima inquadratura, la splendida Abbie Cornish illumina la stella di Fanny Brawne, restituendole la dignità di donna che l’etichetta di ‘musa ispiratrice’ le aveva negato per quasi due secoli. La sua Fanny è insolente (“Il mio cucito ha più merito e ammiratori degli scarabocchi di entrambi”, dirà durante uno dei suoi battibecchi al vetriolo con Charles Brown), pragmatica (ricava denaro dalla vendita degli abiti eccentrici che lei stessa confeziona) e fiera del proprio lavoro e della propria indipendenza. La sua ‘ossessione’ per il cucito, dunque, non è frutto di nevrosi, ma un importante strumento di emancipazione sociale, un tema questo molto caro alla regista neozelandese. Ma Fanny è anche capace di scelte del tutto irrazionali, tipicamente femminili, come quella di legarsi a un poeta poverissimo e moribondo sfidando le convenzioni sociali dell’epoca, appassionarsi alla poesia così “faticosa da capire” e mortificare i sensi in nome di un amore puro, ma casto come la morte. Bright Star è una meravigliosa fusione di poesia, profumi, suoni e colori, ma soprattutto una storia d’amore senza tempo. Sublime.

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  • Anno: 2007
  • Durata: 120'
  • Distribuzione: Bim Distribuzione
  • Genere: Biografico
  • Nazionalita: Gran Bretagna, Australia, Francia, USA
  • Regia: Jane Campion